Table of Contents Table of Contents
Previous Page  779 / 851 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 779 / 851 Next Page
Page Background

della potenzialità economica attiva ed operante,

producendo una analisi che coglieva la sostanziale

integrazione tra città e territorio. Tale ipotesi induce

a considerare come fasi distinte di elaborazione, ma

come unica ed inscindibile operazione di rilevamen-

to la

CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA

[...], di Amedeo Grossi, 1791 e quella dal titolo

Torino in pianta Dimostrativa [...],

di Amedeo

Grossi, 1796 (

26

). Allo schematismo essenziale del-

la tecnica rappresentativa, che in detta iconografia

risulta ben più modesta rispetto a quella così limpida

e precisa della antecedente

Carta topografica della

Caccia [ 1762],

supplisce l'apporto tematico dell'in-

formazione, interpretabile come sistematico censi-

mento del titolo, della consistenza e della distribu-

zione della proprietà fondiaria ed immobiliare entro

i limiti amministrativi della città.

Vale pertanto il riferimento al Grossi per la pun-

tuale informazione sul singolo edificio ma al con-

tempo è individuabile il valore complessivo della

sua opera che, registrando il momento di massima

espressione di un processo in atto, si colloca per gli

anni immediatamente antecedenti all'occupazione

ed al governo francese, come indicatore di una pe-

riodizzazione conclusa.

NOTE

(1) Per il riferimento alle disposizioni statutarie del Comu-

ne di Torino sul problema della diffusione della vite e dell'im-

portazione dei vini, cfr. D.

GRIBAUDI,

1954, pp. 36 e sgg.

(2) Nel confronto con le teorie di

FRANz OPPENHEIMER,

System der Soziologie,

Jena 1924, vol. III. 2, I, p. 922, di

MAX

WEBER,

Wirtschaft und Geseltschaft,

Tubingen 1922 (trad. it.

Economia e Società,

Milano 1968) e di T.

VEBLEN,

Theo

ry

of

the Leisure Class,

1899 (trad. it.

Teoria della classe agiata,

Torino 1971) una stimolante interpretazione del fenomeno è

data in

NORBERT ELIAS,

Die hòfische Geseltschaft,

Darmstad

und Neuwied, Luchterhand Verlag GmbH, 1975 (trad. it.

La

società di corte,

il Mulino, Bologna 1980).

(3) N.

ELIAS,

op. cit.,

in particolare il capitolo « Strutture e

significato delle abitazioni», pp. 31 e sgg.

(4) Si ricorda come fenomeno integrante e correlato, se pur

successivo, perseguito con il medesimo intento di consolidare e

rafforzare i vincoli di obbedienza e fedeltà, la prima « Infeuda-

zione di Luoghi „ di ordine generale decretata con Lettere Paten-

ti del 30 agosto 1618 da Carlo Emanuele I. In detto testo sono

espresse ragioni e criteri del provvedimento: « Essendo necessa-

rio, hora che con l'aiuto del Signore si è stabilita la pace di dar

sodisfattione alla soldatesca e particolarmente alla forestiera; la

quale avendo abbandonato le proprie case, e comodità ci han

servito in queste guerre... et convenendo insieme premiare al-

cuni cavalieri, e sudditi nostri... per animar maggiormente que-

sti e quelli ad assisterci con la persona e servitù loro in ogn'altra

occasione, che potesse occorrerci in servitio nostro, et in diffesa

di questa casa.... il Duca decise di appoggiarsi all'istituto della

vendita e dell'infeudazione dei luoghi. In tal modo potevano

essere compensati quanti si erano distinti in guerra ma — soprat-

tutto — veniva sottolineato che «... dall'esempio ... s'allette-

ranno altri a ben e fedelmente servirci, ma augmentaremo anche

il numero de vassalli, li quali in simili et altri occorrenti saranno

pronti in aiuto nostro et in diffesa dello Stato, secondo l'obbligo

loro vassallitio, e conforme anche alla fedeltà e generosità di

caduno d'essi... ». Cfr.

Lettere Palenti di S.A.S. alla Camera

dei conti per l' interinazione ed ammessione delle lettere e

istromenti di vendite infeudazioni che di suo ordine emaneran-

no,

30 agosto 1618, in

[Raccolta Duboin],

1818-1869, 1. XII,

tit. II, «Dei feudi e degli appannaggi», pp. 258-259; t. XXIV,

vol. XXVI.

(5) Come a testo essenziale di riferimento per l'analisi del

processo di formazione della città, si rimanda a V. CoMoLI

MANDRACCI,

1983, in particolare ai capitoli «L'invenzione e la

fortuna del modello urbanistico barocco » e « La costruzione

della capitale come emblema dello Stato assoluto», pp. 3-44.

(6) FILINDO IL COSTANTE, ACCADEMICO SOLINGO

[F.

SAN

MARTINO D'AGLIE],

1667, pp. 17-18.

(7) Cfr.

MANFREDO TAFURI, Il

mito naturatistico nell'Ar-

chitettura del '500,

in '<L'Arte», n. I, marzo 1968, pp. 7-36.

(8) FILINDO IL COSTANTE,

op. cit.,

p. 21.

(9) Nella Patente Ducale del 10 giugno 1587 emanata da

Carlo Emanuele I il riferimento alla bipolarità tra Palazzo Reale

e Mirafiori è esplicito: « ... havendo noi risolto di far una nuova

strada per la quale si vadi dritto da questo nostro palazzo a

Miraflores et a tale effetto far romper la muraglia di questa città

et fabricarvi una Porta Nuova et per abellir et decorar tuttavia

essa città di nove habitationi, far fare gli edifficij nelli sitti quali

restano vacui o che per impossibilità di chi gli tiene hora non

puono esser reedifficati et accomodati ad ornamento di detta

città atteso massime che per la fabrica del novo Palazzo comin-

ciato ci conviene far demolir alcune bone case et proveder li

patroni d'esse in altra parte ...» (A.S.T., Camerale,

Contratti

Fabbriche e Fortificazioni,

reg. 19, f. 447, 10 giugno 1587).

Sul carattere innovativo del piano urbanistico vitozziano che

produsse come risultato l'abbandono del rapporto diretto tra il

Palazzo Vecchio con l'antico baricentro della città, individuan-

do un nuovo rapporto con il territorio, impostato sulla direzione

assiale alla residenza extraurbana di Mirafiori, cfr. V. CoMoLI

MANDRACCI,

1983, pp. 21 e sgg.

(10) Le ragioni della scelta localizzativa della « vigna» col-

linare del Cardinal Maurizio sono da confrontarsi anche con le

ipotesi coeve — se non antecedenti — di Ercole Negro di San-

front per la nuova fortificazione di Torino. In particolare il

legame strutturale tra la città e la residenza collinare è evidente

nel disegno, databile al primo quarto del XVII secolo, forse

dello stesso Ercole Negro di Sanfront

[Progetto di ingrandimen-

to di Torino],

con protendimento delle mura fino ai fiumi Po e

Dora ed estensione del perimetro fortificato anche alla zona

collinare, da realizzarsi mediante un sistema di trincee racchiu-

denti all'interno la vigna del Cardinal Maurizio ed il monte

dei Cappuccini (A.S.T., Corte,

Carte topografiche per A e B,

cartella Torino I, [10]).

(11) FILINDO IL COSTANTE,

op. cit.,

p. 18.

(12) FILINDO IL COSTANTE,

op. cit. ,

pp. 18-19.

(13) LEILA

PICCO,

Le tristi compagne di una città in crisi.

Torino 1598-1600,

Giappichelli, Torino, 1983.

(14) Citato in G.

SIMONCINI,

1982, p. 31 e n. 38.

(15) Cfr. G.

SIMONCINI,

1982, pp. 31 e sgg.

(16) Indicazione tratta da documenti archivistici relativi

alla contemporanea costruzione della residenza ducale al Valen-

tino: in

Lista de Lavoranti che hano travagliato alla fabricha

det Valtantino,

tra il 26 maggio ed il 18 dicembre 1621 (A.S.T.,

Camerale, Art. 179,

Fabbriche di S.A.,

fasc. 9, anno 1620-

1621).

(17) La citazione è contenuta nella descrizione della

Mai-

son de Ptaisance I de la Montagne I nommée conununement I la

vigne de Madame Royale,

in

Theatrum Sabaudiae,

1682, pp.

35-36.

(18) CARTE I DE LA MONTAGNE I DE TURIN [...],

[1694-1703].

(19) MARCELLO FAGIOLO,

II giardino come teatro det

mondo e delta memoria,

in

AA.VV

.,

La città effimera e l'uni-

verso artificiale det giardino. La Firenze dei Medici e l'Itatia

del '500

(a cura di Marcello Fagiolo), Officina, Roma, 1980,

pp. 125-141; per la citazione cfr. p. 125.

(20) VITTORIO DEFABIANI, COSTANZA ROGGERO BARDEL-

LI,

Lettura storica delle ville e .. vigne » detla collina torinese

net quadro dell'analisi dei beni culturali ambientali,

relazione

presentata al XXI Congresso di Storia dell'Architettura organiz-

zato dal Centro di Studi per la Storia dell'Architettura» sul

775