Table of Contents Table of Contents
Previous Page  782 / 851 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 782 / 851 Next Page
Page Background

leanze tra signorie e comunità, tutto tende a sottoli-

neare la fondamentale rigidità di un sistema econo-

mico, che ci interessa per i risvolti che comporta sul

territorio.

Il ponte di Torino, il guado e il porto di Monca-

lieri, il porto dell'Abbadia di Stura determinarono e

si mantennero come coordinate di questa organizza-

zione (

2

). La collina di Torino risulta fuori dagli assi

dei grandi traffici, ma non per questo abbandonata:

la ricerca sugli insediamenti abbandonati di Settia,

cui rimandiamo (

3

), documenta un riferimento spe-

cifico di antropizzazione e di organizzazione agrico-

la e produttiva.

Pregnante ci sembra il riferimento agli statuti

della città di Torino in cui si danno prescrizioni pre-

cise sia sulla coltivazione della vite, sull'uso dei

boschi e sulla gestione: si può cogliervi una sedi-

mentata componente di organizzazione e di uso della

collina per la città, riferimento produttivo e di inse-

diamento di grange (

4

). Per contro le presenze sul

crinale del castello di Montosolo e della punta di

Monveglio, del castello di Cavoretto nella fascia

bassa, nei punti estremi del Po la formazione del

nucleo fortificato di Moncalieri a sud, della torre di

Muschie, per la difesa e guardia del nodo tra la piana

a nord e l'Abbadia di Stura compongono il quadro

dei nodi difensivi e organizzativi a latere della città

di Torino e del suo territorio collinare, cui si con-

trappone la bastida del monte dei Cappuccini (

5

) a

difesa del ponte sul Po.

La valle di Rialle è già citata, il riferimento al

castello di Montosolo fa presuppone un nodo

di

con-

trollo. Al principio del Quattrocento i sei Sapienti

del Comune di Torino fecero aprire una strada nuova

partendo dal ponte sul Po, vicino alla chiesa di San

Saverio, attraverso gli orti di Antonio Nicolazzo,

verso Santa Margherita (19 novembre 1401) (

6

).

Si è già sottolineato come le valli della collina,

assiate est-ovest siano caratterizzate geomorfologi-

camente da una notevole erosione del lato nord, che

risulta più ripido, umido e boscato, di difficile tra-

sformazione rispetto alle colture; esse risultano co-

stituite, sul lato sud, da ciglioni e declivi estesi e ben

soleggiati.

Lo strutturarsi di elementi insediativi funzionali

agricoli in epoca medievale — a parte i pochi resti

che ancora si possano evidenziare nelle trasforma-

zioni successive intervenute si può ipotizzare in

grange collocate a metà costa, nei limiti di una con-

duzione funzionale del fondo.

La tendenza delle strade antiche è o di seguire il

corso dei torrenti di fondo valle, come traccia pre-

minente e memorizzabile, oppure di sfruttare i crina-

li, sia quale elemento di riferimento con altri sia

quale organizzazione spaziale e difensiva. La strada

antica per Chieri della valle di Reaglie segue il fon-

da valle, la strada chiamata di Doragrossa (strada di

Santa Margherita) segue il crinale, sfruttando la qua-

lità dei siti in funzione dell'insediato, nella ipotesi di

una componente ergonomica selettiva.

Si può ipotizzare che risalga al Cinquecento una

organizzazione stradale che affianchi il percorso del

Po in senso longitudinale, sfruttando anche la via

d'acqua; materializzata da un percorso sulla sponda

destra da Moncalieri a S. Mauro ha nel ponte sul Po

il suo snodo centrale. Su tale asse si innervano le

strade di Reaglie verso Chieri, di S. Margherita ver-

so Pecetto e della strada antica di S. Vito verso

Revigliasco. A nord il porto della abbadia di Stura

come traghetto.

Riferimento di base per la comprensione dell'in-

frastruttura collinare risulta la

CARTE I DE LA

MONTAGNE I DE TURIN I [...], [ 1694-1703];

essa

si propone come documento fondante per la nitida

trascrizione di ogni elemento sia in senso geomorfi-

co sia antropico, restituendo una immagine puntuale

nella definizione dei siti, corretta nel rilevamento

topografico con ombreggiature nella intenzione di

dare il modellato collinare, nei limiti delle tecniche

coeve.

Tale carta, in certo modo, condensa i segni del-

l'avvenuta appropriazione della città da parte dei

Savoia e la trasformazione del territorio circostante.

Nel ribaltamento della loro politica al di qua dei

monti, avendo eletto e scelto il polo torinese come

capitale del proprio ducato, i duchi modificarono

infatti profondamente «per opere» il senso della cit-

tà e del suo intorno. La carta rileva i mutui rapporti

che legano la città, la sua cinta fortificata, la cittadel-

la e i borghi esterni nella «étendue de la pleine de-

puis le Sangon jusqu'à la Sture», evidenziati nel

disegno delle strade che conducono alla Capitale e

nella rilevanza prefigurata dei casini venatori del

Parco Vecchio, del Valentino e di Mirafiori. Netto

elemento separatore il Po, mediato dal ponte al bor-

go estramuraneo nella zona pedecollinare. E al di là,

ben evidenziate graficamente nel segno delle ombre,

le valli ortogonali al corso del fiume e il sistema di

cresta da Superga fino a Moncalieri: ove viene minu-

tamente fissata la rete dei torrenti che si ramificano

nelle valli, la dinamica dei solchi vallivi di « indrit-

ti » solivi e di « inversi » bacii, la potenziata struttura

dei percorsi e la dislocazione dell'abitato, qualifica-

to dal titolo di proprietà o dal toponimo (

7

).

Al di là della discussione sui tipi edilizi, cui si

rimanda, preme sottolineare invece la sensazione

della acquisizione netta della collina, che nella sua

strutturazione si costituisce quasi come un'altra città

rispetto alla città murata (

8

), quasi come un com-

plementare « gran teatro » , in cui la rappresentazione

del vivere in villa tende a qualificarsi come compo-

nente semantica di tutto l'insediato, anche se rimane

sempre notevole la componente funzionale: la rete di

strade è fittissima, più che in pianura e non risulta

differenziata nel segno grafico che nella connotazio-

ne di viali e di allee alberate. La distribuzione del-

l'insediamento è abbastanza omogenea, non sono

segnati confini di proprietà.

Si leggono chiaramente strade di valle, strade di

crinale o di cresta, strade di legamento tra strade

basse di valle e di cresta, con percorsi che tendono a

778