

secondo ampliamento, la « Città Nuova di Po » ,
su progetto di Amedeo di Castellamonte, appro-
vato con Editto del 1673, che ha portato anche
alla forma architettonica ed urbanistica della Con-
trada di Po.
Lo stesso asse della Contrada di Po risulta anche
asse rettore della collocazione del Ponte in Pietra del
periodo francese (Joseph La Ramée Pertinchamp,
dal 1808) e della conseguente organizzazione
urbanistica coassiale voluta per la Piazza Vitto-
rio (Giuseppe Frizzi, 1825); anche la Piazza e la
chiesa della Gran Madre di Dio (Ferdinando
Bonsignore, dal 1818), ricalca lo stesso asse, del quale il
tempio funge da attestamento visuale oltre il ponte
sul Po.
Il tratto pedecollinare dell'asse, di accesso alla
Vigna del Cardinal Maurizio (Villa della Regina), si
configura ora come proseguimento ideale della Via
Po e in quanto tale è stato individuato per l'uso
consolidato a seguito degli ampliamenti ottocente-
schi residenziali del sistema di Piazza Vittorio, che
hanno bloccato l'originaria fuga, attestata sulla Vi-
gna seicentesca, della Via Maria Vittoria.
Il tratto di via infatti precede cronologicamente
la stessa definizione formale di Contrada di Po e si
colloca nel quadro della politica strategico
territoriale di collegamento della città-capitale seicentesca
con le residenze reali esterne.
III. QUALIFICAZIONE E CONNESSIONI
L'asse a.6 è connotato
nel tratto di Via Po
— dal nucleo di palazzate continue di disegno sei-
centesco uniforme con edilizia residenziale e mista a
porticato continuo (Amedeo di Castellamonte,
1673) e con sopravvie sul fronte nord (Ferdinando
Bonsignore, 1819) caratterizzate da rigorosa uni-
formità architettonica e da rigidissima skyline, con
altissimo valore ambientale
- da emergenze architettoniche di valore storico-
artistico (Chiesa di S. Francesco da Paola, Chiesa
della SS. Annunziata)
- da emergenze architettoniche di valore storico-
artistico ed ambientale, con fronti o con fiancate su
via integrate alla struttura urbanistica del complesso:
Università degli Studi (Michelangelo Garove,
1713), Ospizio di Carità, Convento di S. Francesco
da Paola
- da edilizia di ristrutturazione post-bellica, atten-
ta soltanto in pelle alla integrazione strutturale nel
complesso (con portici, purtroppo, a piattabande in
calcestruzzo armato e lastricati in marmo)
— da sezione verticale della strada, quadrata, pro-
porzionale alla sezione dei portici contigui
— da esedra semicircolare terminale di altissimo
valore storico-artistico e ambientale (Amedeo di
Castellamonte, I673 progetto)
(cfr. relazione ambito
1/1
e scheda nucleo
1/90)
nel tratto corrispondente alla Piazza Vittorio
— da edilizia residenziale e mista, di valore storico-
artistico e ambientale, a originario alto reddito e con
forte densità edilizia; con caratterizzazione stilistica,
nei primi isolati contigui alla esedra seicentesca,
adeguata agli schemi barocchi e nei tre isolati suc-
cessivi, su ogni lato della piazza, attenta ad una
impaginazione di facciata « moderna» sostenuta su
moduli neoclassici (Giuseppe Frizzi, 1825)
- da asse trasverso simmetrico rispetto alla zona
mediana di gusto neoclassico, e non rispetto alla
lunghezza della piazza.
(cfr. relazione ambito 1/2)
nel tratto corrispondente alla Via Villa della Re-
gina:
- da tracciato stradale di valore documentario con
una precisa bipolarità tra la città e la
maison de
plaisance
costituita dalla Vigna del Cardinal Mauri-
zio (poi Villa della Regina) e da tratti di cortine
edilizie con valore ambientale
(cfr. relazione ambiti
22/la,
22/1b e scheda nucleo
22/8bis).
(cfr. anche, nel tratto tra Piazza Vittorio e Piazza
Gran Madre di Dio, le relazioni sulle aree fluviali
F32. F26, F28
e nel tratto di Via Villa della Regina,
la relazione sull'area collinare
22/C 3)
Asse a.7
« Corso Massimo d'Azeglio »
I. DEFINIZIONE
Asse urbano
— costituito dal tratto di Corso Massimo
d'Azeglio compreso tra Corso Vittorio Emanuele II e
Corso Dante
— segnalato come asse rettore di interesse do-
cumentario per il sistema insediativo universitario e
per l'antica zona destinata ad esposizioni, con tratti
di interesse ambientale.
II. INDIVIDUAZIONE
E FORMAZIONE STORICA
L'asse è definito a partire dalla approvazione
definitiva del Piano del Borgo S. Salvario (Edoardo
Pecco, 1868) e si inserisce a latere del programma
per la costruzione del Parco del Valentino avviato
già nel decennio Cinquanta dell'Ottocento.
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