

S. MARTINIANO
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stine de Bourbon duchesse
dtt
Genevois
consorte di Carlo Fe·
!ice ecc., anche loro consorelle dello stesso Sodalizio.
Nella chiesa di S. Martiniano ebbero patronati di cappella
i marchesi P'lllavicini delle Frabose, che avevano vicino
il
loro palazzo, ora distrutto dai nuovi lavori 'edilizi, i marchesi
d'Ozazio,
il
Corpo reale
d'arti~lieria,
la società dei lavoranti
calzolai della città. La chiesa conservava dipinti del Cerretti,
del Milocco, del Persenda, di Antonio Mari, di Tarquinio
Grassi, di Alessandro Trono e del lombardo pittore cav. Fran–
cesco Cairo (r).
Rimane ancora ad accennare ai defunti di qualche riguardo
sepolti a S. Martiniano, ancor essa una delle antiche par–
rocchie della città; ' epperciò importante deve ritenersene
il
cenno, tuttochè, come presso la maggior parte dFlle parrocchie"
i libri antichi siansi perduti.
Nel r6r 5 vi furono inumati Pompeo Guidi giureconsulto
e lettore, secondo i libri parrocchiali, Ercole Roe ro e Ro–
domonte Tizzone di Crescentino; nel r6r6
il
barone di Ter–
navasio, che era dei Roeri; nel
1621
Bartolomeo
sonador di
(1)
Riguarda costui un aneddoto già da me altrove narrato, ma che
qui riferisco per evitare ai lettori
i
quali avessero vaghezza di conoscerlo,
di compulsare il libro piuttosto volunùnoso ove trovasi.
Il fatto avvenne nel I633, in cui due confratelli del pio Sodalizio 'del
Gesù venuti a questione tra loro, nel calor della disputa, dalle parole sce–
sero ai fatti. Appianatasi la differenza .coll'intervento di terza persona, fu
determinato che i cento ducatoni, oggetto di quella disputa, dovessero es–
sere impiegati a far dipingere il quadro del Crocifisso per la loro chiesa.
l due confratelli si rivolsero al cav. Cairo che teneva lo studio sulla som–
mità di una delle torri del palazzo Madama, sito adatto perchè poteva con–
sentirgli di esporrè al sole i suoi lavori. Or avvenne, che destatosi un
giorno un vent!?
~agliardissimo,
sollevò la tela ov'era dipinto '
il
Crocifisso
, per la chiesa di S. Martiniana sin presso la porta dell'albergo della
Ruota
della
jortulla
in un sito ben inoltrato della via della Dora grossa (Gari–
baldi). Volle ancor
il
caso che si trovassero in quel momento
i
due con–
tende~i,
i
quali toltosi quel dipinto, corsero diffilati dal cav. Cairo, e glie
lo restituirono, mentre poi il quadro fu allogato a suo tempo nella chiesa
suddetta. Così dice la storia di quel Sodalizio, al cui autore rimetterò ogni
rnalleveria dell'autenticità del racconto.