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MARTIRI
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introdotti fra noi nel 1566. E qui diremo per incidente cbe
essi avevano abitata primieramente la casa dell'avvocato Gio–
vanni Antonio Albosco, che fattosi poi certosino, loro as–
segnò la prima abitazione nella sua casa posta tra la cbiesa
della Misericordia e. la Cittadella. Fu' poi nel
J
572 cbe Ema–
nuele Filiberto assegnò al nascente collegio dei Gesuiti una
provvigione annuale di
200
scudi, anno in cui Aleramo Bec–
cuti patrizio torinese assegnò per loro casa propria pressd
la chiesa di S. Stefàno che già aveva dato stanza al generale
dell'Ordine S. Francesco Borgia di passaggio a Torino. E
morto il Beccuti nel 1574, i Gesuiti ebbero sede nella sua
casa, definitivamente ampliata in appresso . Ma in quanto alla
chiesa dei Ss. Martiri, come togliamo pur dal Pingone, nel
'I577 Emanuele Filiberto ....•
«Nono kalendas maias primum
lapidem, Taurini Iesuttarum cepto a fundamentis tempIo, et
aedificiis e votis ac precibus pio 1'itu ad sttperos a Rttvereo ar–
chiepiscopo emissis imposuit)j.
Ed anche
il
Tesauro riconosce
alla data
23
aprile di quell'anno la posa della pietra fonda–
mentale, benedetta dali 'arcivescbvo Gerolatho della Rovère,
che molto adòperossi altresl nel dar acconcia sede a quelle
sacre spoglie.
tasciamo al P. Ferrero nella sua orazione
padegir~a
La
gratitudine confrontata col patrocinio ecc .
Torino i683, di
Je~
scriverei la funzione del solenne trasferitl1ento d"el corpo
d:èi
santi martiri, di'egli potè ancora ricavare dalla relazione
manoscritta che avevane fatto
il
padre Achille Gagliardi, al–
l'orat6fio della càsa dei Gesuiti lor legare dal Beccuti.
N-e
basta qui di ricordare che Emanuele Filiberto vi assistette
col principe di Piemonte, vestiti entrambi del manto del–
l'Ordine Mauriziano allor riformato, e corteggiati da
a~1ba
sciatori, da magistrati, dalla nobiltà, dalla Corte e da gran
folla di cittadini.
Nella processione fu portata un'urna che conteneva QUèl
sacri depositi, eosttutta a
Roma
sotto gli ordini del resi-
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G.
CI..u&TTA
l Marmi
,miti.