

MADO~NA
DI CAMPAGNA
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presso la loro manifattura dei panni. Il convento era stato
pure ampliato dalla duchessa Cristina. Nel chiostro vi è nn
quadro ave viene rappresentato l'assedio di Torino del 1706,
e nel quale sono espressi fedelmente
i
luoghi, le armi e gli
abiti, ed ha analogia con quello che solevasi esporre sulla
porta del Santuario della Consolata nel giorno anniversario
del sette settembre. Di questo convento discorse assai nelle
note e popolari sue
passeggiate
il
benemerito e colto pro–
fessore Baruffi, il quale ci fa sapere come avesse nei giorni
in cui visitò quel convento (1855 ) raccomandato caldamente
a quei cappucini di ricuperare prontamente il manoscritto
speciale dei giorni dell'assedio dalla persona che lo rite,neva
da alcuni anni.
E quei buoni padri seguivano i suggerimenti del dotto
professore; e il manoscritto ricuperato fu poi pubblicato a
cura del barone A. Manna nella sua XIV appendice al suo
studio sull'assedio del 1706 p. 573 e seguenti del
volume XVII
della Miscellanea di storia italiana.
Il Baruffi soggiungeva
poi con questa verace osservazione, sempre utile a ripetersi
ed a propagarsi
«
alcuni paventerebbero la taccia d'in–
famia se vi sottraessero un centesimo, mentre poi non si
fanno il minimo scrupolo di conservare indefinitamente e
non più restituire, carte o volumi imprestati. Simili veri ladri
domestici meritano un severo biasimo, essendo una delle
pesti della società.....
».
La chiesa, ricostrutta affatto pochi anni sono con begl'affre–
schi e dipinti Jel pittore Bonelli, conserva anzitutto il se–
polcro del maresciallo di Francia, Ferdinando di Marsin,
ferito, com'è noto, mortalmente alla battaglia di Torino nel
combattimento di Lucento. Trasportato in un casolare di
campagna mori, non meno delle ferite ricevute, che del fumo
e della puzza cagionata da uno scoppio di polvere vicino
a quel luogo. Vittorio Amedeo II generosamente lo volle o–
norare con isplendidi funerali, e gli fece innalzare questo e-
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G.
CUIlIITTb.
I Marmi scritti.