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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
Finalmente il cavalier di Roche-Cbouart ferito il sette set–
tembre, moriva nel convento lo stesso giorno.
Nell'anno I727 fu pure sepolto in questa chiesa un pa·
trizio torinese, Ottavio, figlio di Carlo Amedeo Provana di
Druent, signor di Leynl ecc. e di Margherita Parpaglia. Era
gran
m~stro
di guardaroba della famiglia ducale.
Ma costui era di mente stramba; nè vò dilungarmi su di
lui, bastando a farsene un'idea leggere quanto ne scrisse il
Cibrario al
Capo II Tomo II
della sua storia di Torino. Pos–
sedeva egli la villa Barolo detta il Casino con palazzo assai
vago, e secondo la cronaca di quel convento essendo venuto
a morte ivi nel 1727, (I6 agosto) aveva disposto nel suo
testamento, che peraltro ci risurta fatto sin dal I5 agosto
I725 -
Archivio della Corte d'Appello,
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che il suo' cadavere
dovesse esser sepolto nella chiesa della Madonna di Cam–
pagna. Ma secondando la stranezza delle sue idee volle che
dovesse essere il suo corpo vestito di un abito di panno
bigio simile a quello dei terziari delle monache cappuccine,
con calze e calzoni uniti assieme, alla foggia degli usseri,
con pianelle alla suola di ferro ne' piedi, colla parrucca in testa,
e nelle mani un mazzo di spine; e venisse adagi<lto entro una
sedia portatile, coperta all'intorno con drappo nero. L'accom–
pagnamento doveva essere di soli due padri cappuccini re–
citanti orazioni in suffragio dell'anima sua, e di due poveri
che portassero il lume in due lanterne, camminando dietro
il carro su cui stava il feretro.
Giunto il corteo in chiesa, dovevansi distribuire ad otto
poveri, altrettanti ceri del peso di tre libbre, da tenersi ac–
cesi durante la messa.
A ciascuno poi dei p"overi doveva darsi una lira di Savoia.
Si possono in parte perdonare le eccentricità di un cer–
vello disquilibrato allorchè si pensa che edificò a Torino
nel 1692 sui disegni di Gian Franceco Baroncelli il bel pa–
lazzo, passato poi ai marchesi di Barolo per mezzo dell'u-