

SS. SIMONE E GIUDA
col Capitolo suddetto, e previi gli accordi coli 'Arcivescovo,
liquidare l'amministrazione di quell' eredità. Soggiungeva
quindi il Re nella lettera in discorso
«
Vi facciamo rimet·
tere a questo fine il disegno della nuova fabbrica di detta
chiesa, stato d'ordine nostro formato dal vassallo
(I)
Delala
di Beinasco e da Noi approvato, che dovrete .pure comuni–
care all'Arei vescovo ed al Capi tolo, col calcolo della spesa
che vi va annnesso
».
Compiuti quegli uffizi, già nel 1780 si solennizzava la
posa della pietra fondamentale. E mentre l'iscrizione faceva
menzione' di quel Benedetto Maurizio duca del Chiablese,
uno degli otto figli di Carlo Emanuele
III,
che non lasciò
alcuna memoria di sè, e morl a Roma nel 1808, dimenti–
cava pienamente il benemerito avvocato Mangiardi, colla cui
eredità veniva innalzata quella chiesa, i,l quale almeno avrà
un prepostero ricordo in queste pagine dopo oltre un se–
colo di obBo.
La lapide fondamentale suddetta era adunque posta
il
22
novembre 1780 dal Cavaliere Ottavio Provana di Leynl,
gran mastro della casa del duca di Chablais, succitato, in
questa funzione suo delegato.
Ecclcsiae paroecialis titvlo S. Sirneonis
In svbvrbio Tavrinensi ad Dvriarn
A fvndarnentis refectae
Benedictvs M. Mavritivs a Sabavdia
Caballicensivm dvx
Mvnificcntissirnac pietatis gratia
Prirnvm lapidern ponebat
Personam Gerente eq'(itern Oct.: Provana a Leyniaco
Dvcalis dornvs svmmo aJministratore
A. MDCCLXXX.
(2)
Vassallo, e non conte, come infatti non lo era, veniva designato
dalla rignardosa
cancelle.iadi Stato.