

IL MONTE DEI CAPPUCCINI
Altro nostro compaesano, che impiegò parte delle sue do–
vizie fu Gian Antonio Ferraris,
il
quale innalzò l'altare di
S. Maurizio, dove ancor egli a buona ragione volle fossero
composte le sue spoglie. E al di sopra di quell'altare fu in–
tagliata quest' epigrafe:
Perpetvvm religionis monvmentvm
D. Joannis Antoniv5 Ferraris
Civis tavrinensis
Qvi sacellvl11 istvd hoc in tempIo
Magni Caroli El11anvelis Sabavdiae dvcis voto
Constrvcto D. Mavritio erexit
Vbi svos cineres qviescere volvit
Anno Domini MDCXXVIII
Ma per dignità conseguite, e per bellico valore dimostrato
raggiunse senza dubbio .maggiore rinomanza Alessandro Monti
da Verona, del quale basterà dire, che nato da Gian Fran–
cesco, patrizio di quella città e da Ottavia di S. Bonifacio,
a diciott'anni già aveva preso l' :1rmi per la repubblica di
Ven~zia.
In Piemonte, come colonnello, si distinse alla bat–
taglia di Roccaci valera presso Felizzano; sotto la reggenza
di Cristina di Francia fu nel 1671 . all'assedio di Ivrea: in
premio delle suegeste ebbe il marchesato di Farigliano, e
nel 1672 il titolo di maresciallo di campo dalla Francia.
Divenne poi generale, e rimase ucciso
il
29 settembre del
1683 al combattimento della Rocchetta Tanaro, mentre ap–
punto era stato creato cavaliere dell' Annunziata, le cui pa–
tenti più non potè ricevere.
Non lasciò prole legittima; e furono suoi eredi due nipoti,
figli di due sorelle, Isabella sposata ad Alessandro Maffei e
Margherita consorte di Marcantonio Pompei. L'epitafio che
qui succede fu posto da Gian Francesco, figlio dell' Ales–
sandro Maffei. Esso fu già da me riferito altrove (r) ma
(x)
Storia della Reggenza di Cristina di Francia, II, p. 976.
2'
- G.
CLUIETTA
t
I
marmi scritti.
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