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1 MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
Oggi la chiesa è abbandonata ad uso profano; e not1s1
che denominavasi nei tempi antichi di S. Magno, martire
te beo, la cui festvità veniva solennizzata dai contadini del
vicinato colla nota festa del carro.
v.
5S. 5IMONE
E
GIUDA
Di questa chiesa, stata chiusa dopo l'edificazione del vez–
zoso tempio di S. Gioachino, non molto distante, dagli
scrittori nostrani null'altro si sa al di fuori, che fu innalzata
nel
1781
sul disegno del
Conte
Dellala di Beinasco. Ma una
lettera di Re Vittorio Amedeo
III
al presidente del Senato,
Conte Peiretti, da me ritrovata, ci rivela almeno la bene–
merenza, che nella sua fondazione ebbe l'avvocato Giu–
seppe Mangiardi; e cosi desta la memoria di questa famiglia
torinese, alla quale era stato con ceduto, in persona di Ber–
nardo sin dal
1662,
lo stemma gentilizio da Carlo E111anuele II.
Questo benemerito nostro concittadino, nel suo testa–
mento del
26
luglio
1752,
aveva decretato che i proventi
e i fondi della sua eredità dovessero servire a riedificare la
chiesa già preesistente nel borgo detto del pallone, dei Santi
Simone e Giuda, la quale, come dice la lettera reale,
«
oltre
ad essere in stato ruinoso, non è più capace per la sua an–
gustia a ricoverare tutto
il
popolo che ne dipende
»
(I).
Siccome l'amministrazione dell'eredità Mangiardi era stata
affidàta al Capitolo Metropolitano, cosl
il
Re nella citata
lettera deferiva al presidente Peiretti di mettersi in relazione
(1) Archivio di Stato -
Corrispondenza {articolare della segreteria di
Stato.