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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO

ai suoi discendenti ed ora passato ad altre mani: obbligo

adunque

«

di far mantenere con la spesa necessaria la lam–

pada accesa avanti il SS. Sudario per i tre giorni della set–

ti ma na qual è sotto il portico e questo

in perpetuo

per chi

possederi detto palazzo!

».

Tempore, omnia dilabuntur.

Il

voto di umiltà espresso

d.ll

moribondo conte fu pienamente

accolto dai suoi discendenti; ed invano si cercherebbe nella

chiesa del Monte un sito che ricordi ove dormano le

spoglie, di colui che non mai erasi lasciato comprare dalle

moine e dall'oro del Richelieu, nè mai ne aveva paventate

le minacce. Ma l'obbligo un poco oneroso ingiunto ai pos–

sessori della casa sllccitata ignoriamo se sempre siasi osser–

vato. Notevole pure, e tanto piò considerando le cose nel–

l'ordine speculativo, che di questo personaggio non si abbia

alcun ritratto. E

SI

ch'egli fu mecenate di artisti che non man–

carono al certp di ritrarlo

!

Per appaiare quei due emuli Maurizio di Savoia, e Filippo

d'Agliè abbiamo fatto v'iolazione al!' ordine cronologico: senza

tema che dell'infrazione a questo meccanismo nessuno abbia

a muoverei lagnanza, la quale del resto non ci conturbe

rebbe nè punto nè poco.

Un cittadino torinese Lorenzo Georgis, che altrimenti m–

risulta esser stato a suo tempo decurione ed anche sindaco

di Torino, benefico nello edificare 1'altare di S. Francesco

ebbe a buon diritto ivi sepoltura; e la sua pietà ci viene

ricordata da questo marmo:

Memoriae aeternae D. Lavrentii Georgis

Civis tavrinensis

Quod annvente Carolo Emanvele Sabavdiae dvce

Harvm' aedivm conditore gloriosissimo

Novvm sacellvm .magnifice constrvctvm

Coelestibvs D. Francisci deliciis nvncvpaverit .

Svosqve hic cineres componi ivssit

Obiit anno domini MDCXXIll mense septembris die XX

Aetatis svae XXXVI!

(sic)