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S. CARLO

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qual epoca essa venne eretta in parrocchia, che intorno al 1831

fu nell'interno ristaurata, per opera e sollecitudine del suo

curato, D. Maurizio Casimiro Donadio da Castelmagno, sui

disegni dell'architetto Grassi, e poi negli anni successivi, per

liberalità di Carlo Alberto e di Maria Cristina, nobilitata colla

facciata di granito roseo di Baveno, qual vedesi oggidl, sinchè

finalmente nel 1863 fu nuovamente riabbellita sotto la dire–

zione dell'architetto conte Ceppi.

Già altrove dissi

(I)

coll'àppoggio di documenti, che lo sco–

nosciuto autore dell'altare maggiore di questa chiesa, lodato

per ricchezza di marmi e vago artifizio di sculture, statue e

colonne di marmo roseo, fu Bernardino Quadri, ingegnere

ai servigi di Carlo Emanuele, che compiè quell'opera'intorno

al 1653. Aggiugnerò .ora, che dietro

il

medesimo si conser–

vano i cuori dei fratelli Luigi Giulio, morto a Vienna nel 1653

comb~ttendo

contro i Turchi, ed Emanuele Filiberto, conte

di Dreux, figli del principe Eugenio di Savoia-Soissons.

Architetto e scultore delle cappelle di S. Giuseppe e del

Crocifisso, si

fu

Tommaso CarIone da Rovaio in Isvizzera,

come risulta dalle seguenti parole che leggonsi presso

il

monumento Broglia.

Utriusque sanctissimi Cruciftxi sanctorum Josephi et

Augustini sacel/i architectus et artifex Thomas Carlonus

Luganensis.

Dipinsero in S. Carlo

il

Morazzone (Pier Francesco Maz–

zucchelli, creato dal Duc!,- cavaliere

mauriz~ano),

Michelan–

giolo Caravaggio, Giambattista Alberoni modenèse, Niccolò

Grassi veneziano, Gian Paolo Rechi comasco; il cavaliere

Dauphin ed altri ancora.

Ecco pertanto le iscrizioni, che ancor oggidì hannosi in

questa chiesa.

(J)

S'oria del regno di Carlo Emanuele II,

II,

611.

'I