

I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
La prima è su lapide marmorea al .di su dell'altare mag–
giore, e dice così:
Divo Carolo
Hvmilitatis exemplo
Christiana Frane. Sab. Dvx Cypri Regina
Hvmillime posvit
Et Novam Vrbem
Qvam Vietor Amedevs Sab. dvx Cypri Rex
Desideratissimvs eonivx
Aggere fossa et mvro cirevmdedit
Propvgnatoris Coelitis
Firmiore mvnitione vallavit
Anno
MDCLV.
Nella cappella
a cormI
evangeHi,
detta della Vergine della
pace, accenna ·alla sua fondazione la seguente:
Reginae pacis
Sanetiss. Virgini et Matri Mariae
Comes Greg. Ioanninvs Brvevs
Anno D.
I\lDC'lLl/I.
Sopra una dèlle due porte poi di detta cappella, su piccola
lastra di marmo
è
scolpita un'epigrafe che accenna alle opere
ivi compiutesi nell'anno
1652,
a cura del consigliere di Stato·
e finanze , Gregorio Giovannino Bruco biellese. Riferendoci
ai documenti, conviene guardarci dal prestare soverchia cre–
denza alla illustrazione de' natali, a cui accenna l'epigrafe,
non avendo notizia del giuramento di fedeltà prestato nel
1455
da un ascendente della famiglia Bruco al duca Amedeo.
Inoltre, come avviene di regola generale ai falsari, od a
quelli che asseriscono gratuitamente notizie, qui evvi
il
no–
tevole errore, di denominar Duca di Savoia nel
1455
Ame–
deo, mentre in tal anno il Duca era Ludovico, figlio di
Amedeo VIII. Valgomi però di questa opportunità per fornir
qualche notizia sconosciuta sul Bruco, di cui nell'epigrafe.
Questi aveva intrapreso la sua carriera colla qualità di
scrittore della cancelleria ottenuta nel
1628 ,
donde ebbe poi