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dinando, ed altre ne creava,
fìnchè
giunse il dì, in cui
il
Collegio delle Provincie pot è anch'esso risorgere.
Era la primavera del 1 42, e splendide feste avevano
luogo in Torino per le avvenut e nozze del principe Vittorio
Emanuele con quella donna sublime, e di santissimi affetti,
che fu l'arciduchessa Maria Adelaide, quando in tanta cit–
tadina esultanza, volgendo Carlo Alberto con affetto vera–
mente di padre, l'animo suo a quei giovani studiosi, di
buona volontà, di squisito ingegno, ch'ebbero nemica la for–
tuna, deliberava di richiamare per essi a vita il Collegio
delle Provincie, anzi volle che, come dono nuziale alla
Maggiore Università del Regno, nelle antiche sue case ri–
sorgesse, e con gentil pensiero l'annunziava al Magistrato
della Riforma mentre appunto ragunato festeggiava il Reale
Imeneo.
" Pienamente consapevoli (così esprimevasi il magnanimo
" Monarca) dei vantaggi, che in ogni tempo ha recato lo
a
stabilimento del Collegio delle Provincie in questa Nostra
" Capitale per l'istruzione scientifica, morale e religiosa dei
" giovani st udiosi, mentre
ci
riserviamo di dare quei prov–
" vedimenti che ravvi seremo opportuni pel riaprimento di
a
detto Collegio, abbiamo voluto intanto assegnare pel suo
«
stabilimento un locale che possa essere appropriato a
" questo uso, e destinare i fondi a tal uopo necessari. A
" questo effetto intanto abbiamo ordinato ed ordiniamo
" quanto segue:
l °
Per l'erezione in Torino di un nuovo
a
edifizio pel Collegio delle Province assegniamo l'area ed
" i fabbricati che colla formazion e della via Carlo Alberto
" rimasero separati dal
già
Nostro Palazzo di Carignano;
" 2° Alle spese per detta erezione sarà sopperito col fondo
" esistente in deposito presso l'Amministrazione del Debito
«
Perpetuo di lire 56 mila, e di lire 15 mila di cui nelle
"Lettere Patenti 25 gennaio e 15 dicembre 1833,
il
quale
" fondo verrà al fine suddetto versato nelle Nostre Casse
«
(Ro.
B.0
3 maggio 1842). "
All'ingegnere Antonelli fu affidata l'erezione del novello
edifizio.
.J:
on attese per ò Carlo Alber to, che questi avesse
compiuto l'opera sua per tradurre in atto la presa deter-