PIETRO THERMIGNON
la sua grande capacità e la sua grande passione, con
lo slancio perenne dell'anima delicata, affermandosi
così vero arsista del bulino e del cesello, capace di
svolgere effetti molto efficaci, anche quando, in lavori
assai diffìcili, i bassorilievi dovevano risultare quasi
piatti, appena appena modellati.
L’arte sua era l’arte della medaglia, della moneta,
nella quale eccelse e della quale lasciò magnifici
esemplari.
Stimato com’era non è a meravigliare se divenne
amico del Ferraria, allora capoincisore della Zecca
di Torino, e se la Repubblica di San Marino si rivolgesse
a Lui, per sollecitarne l'opera artistica, nel conio di
una nuova moneta, che laRepubblica voleva emettere.
Il Thermignon vi si pose di lena e incise una mo
neta essenzialmente artistica, allo scopo di «fare
argine all'abuso del falsare dopo che si è troppo sem
plificata la moneta, togliendovi la sua parte artistica».
Oggidì queste considerazioni hanno perso molto del
loro valore, date le riproduzioni in rilievo, che si
possono ottenere mediante la fotografia, ma permane
sempre vera la difficoltà della riproduzione diretta.
La Repubblica di San Marino lo nominò di poi suo
cittadino onorario.
Il Thermignon non si occupò soltanto di numi
smatica e d'incisione. In galvanoplastica era riuscito
a risultati ottimi, dati i tempi in cui erano stati otte
nuti. Ad esempio, i due bassorilievi galvanici, che
sono posti ai lati del piedestallo nel monumento
all' « Alfiere ». che si trova eretto in piazza Castello,
dinanzi al Palazzo Madama, sono bensì opera del
Vela, ma la lavorazione galvanica è dovuta al Ther
mignon. Date le dimensioni non comuni dei due
bassorilievi suddetti, che richiedevano bagni elettro-
litici di grandezza eccezionale, il deposito galvanico
non poteva essere ottenuto senza una grande abilità,
pur tenendo conto del fatto che s'impiegavano a
quei tempi delle batterie di pile voltaiche a voltaggio
sensibilmente costante, la cui azione procurava un
deposito galvanico più compatto e più omogeneo di
quanto si abbia oggidì con le dinamo a bassissimo
voltaggio. Al maggior costo non si badava, o meglio,
esso veniva imposto dall'impossibilità di poter con
tare su di un generatore di corrente più economico.
Altro bassorilievo dello stesso genere fu una Ma
donna riprodotta dal quadro del Donatello, « La
deposizione dalla Croce », e che venne esposto a
Boston.. In questo lavoro il Thermignon non potè
trattenersi dall aggiungere l'arte propria, forbitis
sima, per dare risalto speciale alla Madonna, cosa
che le speciali condizioni in cui veniva a trovarsi la
riproduzione galvanoplastica, di fronte all originale,
ricco di colore, rendeva quasi indispensabile. Vi
aggiunse perciò una cornice artistica formata di bas
sorilievi in stile classico, con sceneggiature concer
nenti il Vangelo e laVita di Gesù. I fregi fra le vignette
vi furono svolti sul garbo del Cinquecento.
Questo bassorilievo non aveva le dimensioni dei
due precedenti. Si può avere un'idea della sua gran
dezza osservando che una sua esatta riproduzione
galvanica venne sovrapposta, come ornamentazione,
ad una porta di un tabernacolo nella Chiesa di S. Ago
stino in Torino.
Anche nella vita pubblica il Thermignon si palesò
sempre cittadino integerrimo, fervente italiano, desi
deroso di concorrere a tutte le attivitàdella vita civile.
Così lo troviamo fra i fondatori del Circolo degli
Artisti, tra i frequentatori dei ritrovi dei Carbonari,
lettore assiduo del giornale mazziniano Pensiero ed
azione, nonché frequentatore della Loggia Massonica
che, a quei tempi, non degenerata ancora, era salda
rocca d’italianità, cui appartennero i maggiori espo
nenti del patriottismo italiano di quell'epoca, Gari
baldi per primo.
Nella vita privata fu collega ambitissimo di quanti
lo conobbero e lo avvicinarono.
Amava l'alpinismo, i viaggi, il nuoto. Era nuota
tore abilissimo, cosa abbastanza rara per un torinese
di quei tempi. Questa sua destrezza lo pose in grado
di salvare dalle acque del Po, in cui era caduto e in
cui stava per annegare, il notissimo dott. Pacchiotti,
suo insigne concittadino, che trasse a riva da solo. In
altra occasione salvò, analogamente, uno sconosciuto.-
Nell’àmbito ristretto della vita familiare fu eccel
lente marito, affettuosissimo verso la moglie Eugenia
Peruttone, dalla quale ebbe undici figli, parecchi dei
quali ancora oggi onorano Torino con la loro arte
e coll'opera loro di benemeriti cittadini.
Approssimandosi alla sessantina, si ritirò dagli
affari, mediante i quali aveva potuto accumulare una
discreta fortuna. Ma, incapace d'ozio, volle dedicarsi
ad altre iniziative.
In collaborazione con l’amico suo Domenico
Ulrich, industriale torinese, che poi si occupò di un
altro ramo di attività, impiantò aTorino una piccola fi-
laturad amianto, la quale diede risultati
lusinghieri.Male difficoltà del commercio, per il quale non era nato,
sopravvennero ad impedirgliene il proseguimento.
Dopo una vecchiaia serena, si spense, fra il gene
rale compianto, nel 1901, in età di 82 anni.
Per il complesso delle sue benemerenze, che ven
nero universalmente stimate e riconosciute, il Ther
mignon fu insignito della Croce di Cavaliere del-
l’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, dell’Ordine del
Cristo del Portogallo, della Croce di San Marino e
della cittadinanza onoraria di questa Repubblica, per
sè e per i suoi figli.
Fu socio onorario dell'Accademia Albertina di
Torino; dell’Accademia di Belle Arti «Raffaello» di
Ucbino; membro onorario del Gabinetto di Lettura
«Vittorio Alfieri» di Asti; dell’istituto Filotecnico
Nazionale, ecc.
■Recentemente è stata intitolata a Pietro Thermi-
* gnon una via nuovissima di Torino, in regione « Pozzo
Strada », a perenne ricordo di questo modesto citta
dino, che aveva tanto amato il lavoro, la Patria e la
Famiglia e che era vissuto in un alto ideale artistico,
a cui aveva improntata tutta la sua operosa esistenza.