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LAGNASCO

£

LO STORICO CASATO DE

'

SUOI SIGNORI

co' Busca, stipulandosi nel 1341 la •

vendita del feudo di Lagnasco per

fiorini ventimila, a parziale paga­

mento della penalità di riscatto

alla quale il medesimo era stato

condannato per l’ingente somma

di ottantamila fiorini di Firenze.

I compratori, ossia i Taparelli

di Savigliano e la potente casata

dei Falletti d'Alba, tra di loro im­

parentati (2), presto si trovarono

alla propria volta in discordia, per

una cessione a termine che. pre­

stabilita con patto di riscatto, non

erasi effettuata a tempo. Ne se­

guivano fazioni guerresche tra le

due famiglie, capeggiate rispetti­

vamente da Isnardo Falletti e da

Pietro Taparelli, che sappiamo

primo dei tre figli di Giorgio.

É sintomatico che, in quelle

vicende, venendo il Conte Ame­

deo VI di Savoia contro Saluzzo in

principio del 1373, il Taparelli non

volle prestarsi a rendergli omaggio, all'opposto del

Falletti; il quale, ligio a Casa Savoia, rafforzatosi

d'alcune squadre inglesi, riusciva, due anni dopo, a

cacciare dal castello di Lagnasco gli avversari. Questi,

però, lo riconquistarono poco appresso, guidati da

Petrino, ch’ebbe uccisa da Isnardo Falletti la moglie

Isabella.

Alla sanguinosa contesa tentò di metter pace

Amedeo VI; ma dalle parti convocate al castello di

Rivoli non otteneva che una tregua di quindici giorni,

subito dopo venendo ripresa la lotta. All'assalto del

castello di Lagnasco, Isnardo Falletti cadeva ucciso

da Bersano Taparelli, il terribile antenato di cui

Massimo d’Azeglio s'era proposto di riferire ne’

Ricordi col richiederne ragguagli al nipote Emanuele:

« Mi pare d'averti sentito a parlare d'un tal Bersano

che ha fatto cose curiose, che era un ammazza­

sette, ecc. » (3).

II Conte Verde mossosi allora contro Lagnasco

riuscì a proporre un accomodamento, con lo stabi­

lire che i Falletti cedessero i proprii diritti sul tanto

conteso feudo. In tal guisa, su l’atto di vendita che

il

4

maggio

1341

il Marchese Tommaso di Saluzzo

aveva stipulato co* Taparelli, fu definitivamente sta­

bilita l’investitura feudale di questa famiglia in La­

gnasco, d’onde era per derivarle il predicato nobi­

liare: investitura riconfermata da Carlo I di Savoia,

quando — nel

1487

— ebbe a porre a Lagnasco il

(2) Nella sua monografìa

Une famille p*émontaise au

moment de

s'éteindre.

Turin, 1884. Botta, il March. Emanuele notavaai riguardo,

pag. 14: « « est

ménte amusa* de

woér dora

la ancien documenti

Petrino Falletti traiti

par Ics Tappareili d'onde (aorumdem

Barbano)

d'après Texpresston ptémontaise

barba

(onde)».

(3) U. Stanchi,

Lettere

inedite

di Massimo d'Azeglio al Marche»

Emanuele d'Azeglio.

Torino. IN3.

Roux

« Favate, pag. 316. fett. del

25 febbraio *63.

(Fot. Della Rasa)

suo quartier generale contro

ii

. idunese Ludovico II

di Saluzzo. Col 1622 il ramo taparelliano dei Signori

di Lagnasco verrà insignito del rispettivo titolo co­

mitale, stato ancora portato di preferenza da Carlo

Roberto, figlio di Teresa Ponzone, sul nuovo predi­

cato, che stava per essere sostituito nelle immediate

generazioni, di Marchese d’Azeglio.

•e*

Con Maresco e Genòla il castello di Lagnasco costi­

tuisce un sistema defensionale del centro di Savigliano

verso i valichi oltremontani della gran cortina di

ponente signoreggiata dal Monviso. Le forti costru­

zioni originali di que’ feudi dei Taparelli sono andate

deformate ne' restauri e negli ampliamenti eseguitivi

a diverse riprese, sì che della primitiva struttura non

riesce più di rintracciare i lineamenti tipici dei ma­

nieri estrutti nel primo secolo dopo il Mille.

il Maresco, nel suo aspetto che risentedegli adat­

tamenti del secolo XIV, non ha oggi di notevole che

gli affreschi del cortile, di buono stile cinquecen­

tesco (4). Genòla che per tre secoli, come fortezza

munita di torri, fossati, ponti-levatoi (5), ebbe non

poca importanza, per gl’infelici restauri di primo

Seicento ha perduto gli originari pregi architettonici.

Lagnasco, invece, come caposaldo della Casata,

regge nel complesso, con tutte le ripetute modifiche

subite. Verso est, prospettante su l'antico fossato

di cinta, è la parte primordiale con due grandi logge

su l'alto e le grosse torri quadre a' lati, in una delle

(4) c ... le chiteau actuel de Maresco fut blti en

référcndairc jcin Amcirnc Tspp«trs!li

9

pag. If).

(5) « ... l'autorisation da bàtir Ganota nous fut

Jaama l-èr» d'Anjou, Rana da N^èes» (ttd., pag. 14).