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DIBUK „ DI LODOVICO ROCCA
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mento lirico, l'amore, che vive in speciale evidenza
nei motivi musicali e poetici del Cantico dei Cantici
e nell’espansione musicale dell'ultima scena, ove, a
poco a poco diradandosi le opache nebbie del dolore,
l'ebbrezza del canto crea il respiro della liberazione
nell'anelato congiungimento delle due anime.
La più pura innocenza è quella di chi vi ritorna
dopo il peccato: attraverso al male si giunge al bene;
attraverso al finito si tende all'infinito. E aspirazione
al bene, aspirazione all'eterno è amore, come in
segnò a Socrate Diotima di Mantinea. Hanan e Leah
sono il simbolo vivente di questa tendenza, che solo
può esserci rivelata per opera di poesia.
L'esecuzione
L'esecuzione al Regio fu affidata a Franco Ghione,
che già diresse il Dibuk alla Scala lo scorso anno.
Il giovane maestro acquese, ben noto e caro ai
torinesi per aver diretto in altre stagioni opere
e concerti, con l'assistenza dell'autore, diede ot
tima prova delta sua sensibilità, della sua perizia,
della sua passione, nella direzione dello spartito, irto
di difficoltà, sì che ne risultò un perfetto equilibrio
fra palcoscenico ed orchestra: questa non soverchiò
mai il primo, mentre i cori, istruiti dal maestro
Benaglio, furono altamente espressivi e sicuri, specie
nel prologo, puramente vocale, e nell'ultimo atto.
Silvia Carta La OMk» (Haaaa) •Haas» P%al (Il
Wimhim)
Augnata OMrakaHa (Laah)
La soprano Augusta Oltrabeua impersonò in modo
eccellente Leah, sia dal punto di vista scenico, sia
per la bellezza della voce, mentre la parte di Hanan,
ardua dal lato interpretativo quanto da quello vocale,
specie nel primo atto, fu ottimamente resa dal tenore
Silvio Costa Lo Giudice. Ampia lode ebbero, e me
ritarono, la Cravcenco (Frade e la cieca), il basso
Giulio Tornei che rese la parte di Reb Ezriel in tutta
la grave ed imponente bellezza, il baritono Leone
Paci (Sender), il baritono Cavallini (Maier), il tenore
Renzo Pigni (Il Messaggero) e, nelle parti secondarie,
il Cilla, il Baldo, il Bergamini, il Romani, il Ferretti
ed altri.
In ognuna delle cinque rappresentazioni, una ven
tina di chiamate si ebbero i cantanti, il direttore e
l'autore.
La messa in scena, curata dai dott. Lotario Wai-
lerstein, incorniciò degnissimamente l'azione:
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