IL “ DIBUK
„
DI LODOVICO ROCCA
gli scenari del Grandi, espressivi i movimenti, gli
aggruppamenti, i costumi.
Ne risultò così un'armonica compenetrazione di
elementi verbali-drammatici, fonici, plastici e cro
matici, che rese in modo perfetto lo svolgersi del
dramma nel suo ambiente appropriato.
(1) Rimandiamo il lettore che maggiormente voglia approfondire
l'argomento a
II misticismo ebraico, La kabbala
di Abelson. P. B. S. M.
Frat. Bocca, Torino; ed alla
Anthologie Juive
di Edmond Fleg. Crès,
edit. Parigi.
(2) Si veda: Martin Buber,
La leggenda del Baolscem e
Sette
discorsi
sull'ebraismo.
Casa editrice « Israel », Firenze; Dante Lattes,
Il Ha
s-
sidismo
nella rivista « Israel ». 1934.
(3) Jéròme et Jean Tharaud,
L'ombra della croce,
pubblicato in
italiano presso Corbaccio.
(4) Il
Dibuk
di Scialom An-Ski; traduzione italiana di L. Gold-
fischer e M. Debenedetti. Istituto editoriale di propaganda. Torino,
1926. Traduzione francese di M. T. Koerner nella collezione «Ju-
daìsme» dell'editore Rieder di Parigi. In questa collezione trovansi
Ringraziamo pubblicamente i signori G. Ricordi & C.
editori-proprietari del Dibuk che gentilmente vollero
autorizzarci a riprodurre i passi contenuti nel presente
saggio.
MODESTO MUNÌ
pure opere di
Perez
ed altre concernenti le varie questioni ebraiche.
È pure interessante il programma della rappresentazione al Teatro
di Torino della Compagnia Habimà, redatto da Bachi, Lattes e
Milano.
(5) Batlonim, plurale di batlon, ebreo povero che recita, dietro
compenso, preci alia memoria dei morti o per la guarigione di
malati.
(6) Nelle varie liturgie ebraiche il canto sinagogale si svolge
alternandosi la voce de!l'« hazzan » (cantore solista, celebrante) alla
coralità dei fedeli, analogamente alla forma responsoriale della
liturgia romana.
(7) Kaddish: preghiera per i defunti.