SCIENZIATI PIEMONTESI
Plana è l’insigne e unico allievo italiano di Luigi
Lagrangia; è il vero fondatore dell’Osservatorio
Astronomico di Torino, che prima di lui era ap
pena un modesto gabinetto scientifico, e di quell'Os-
servatorio è senza confronti
il vanto maggiore.
Egli è uomodi tale valore
che è doveroso ricordarne
l'alta opera di scienziato.
Nato a Voghera 1*8 no
vembre 1781 da famiglia
oriunda di Guarene (Pie
monte) entra nel 1800 per
esami alla Scuola Politecnica
di Parigi e segue con onore
quegli studi severissimi, sot
to la guida di famosi profes
sori e, fraessi, del Lagrangia.
Tre anni dopo, a 22anni,
è professore della Scuola di
Artiglieria di Alessandria,
a 30, per consiglio dello
stesso Lagrangia, è nominato
professoredi astronomianel-
l'Università di Torino, suc
cessore dell’abate Valperga
di Caluso; a 32 direttore
dell’Osservatorio.
Colla restaurazione il
Plana non ebbe a soffrir per
secuzioni, anzi ben presto
conquistò le simpatie del
buon vecchio Re Vittorio
Emanuele I col suo ingegno,
colla sua dottrina, col brio
della sua conversazione. Il
Sovrano, amante -dell'astronomia, gli fornì i mezzi
per il trasporto del così detto Osservatorio da
sopra i tetti del Palazzo deile Scienze ai fastigi di
Palazzo Madama e per l'acquisto di strumenti perfe
zionati. Veramente il barone de Zach caldeggiava
presso l’amico astronomo italiano un istituto a fior
di terra, ma l’ottimo consiglio doveva realizzarsi
quasi un secolo più tafldi sulla collina dominante di
Pino Torinese.
Nel nuovo Osservatorio realmente si osservò:
si osservarono comete e pianeti - tra questi Nettuno
nuovissimo - ed eclissi; si fecero determinazioni di
latitudine e di longitudine e di posizioni stellari;
ma il bvoro astronomico geodetico più importante
fu compiuto fuori dall'Osservatorio, lungo il parallelo
medio della Savoia e del Piemonte, in collaborazione
coll’astronomo Carlini di Milano: lavoro di alta pre
cisione e di fine discussione critica e matematica, il
quale valse nel 1828 il pre
mio Lalande dell'Accademia
di Francia ai due autori.
Tuttavia il Plana è so-
vratutto unfortissimo mate
matico e, oltre a ciò e ap
punto per ciò, un grande
teorico dell'astronomia e
della fisica. La sua produ
zione, esclusi i lavori di os
servazione, si può infatti
suddividere nei tre gruppi
ora accennati.
Gli argomenti delle me
morie di analisi pura, su cui
non è certo il caso di soffer
marsi qui, vannodalla teoria
dei numeri alle funzioni ellit
tiche, dalle equazioni alge
briche alle differenziali, dalle
serie alla teoria delle pro
babilità. Nel gruppo che
possiamo chiamare di fisica
matematicavediamotrattate
questioni di acustica e di ot
tica, di magnetismo, di ter
modinamica, di gravimetria
e molte questioni di elettri
cità statica, vediamo teori
camente studiate le oscilla
zioni delle lamine elastiche
e la luce polarizzata, l’at
trazione dell‘ellissoide omogenea a tre assi, il moto
pendolare, la distribuzione del calore terrestre, i
fenomeni della rifrazione e degli urti.
Nel terzo campo, quello dell'astronomia teorica,
il Pian» spaziò da gran signore, approfondendo
molti
problemi di meccanica celeste e specialmente
del
movimento dei pianeti e delle loro perturbazioni,
nondisdegnandoargomenti di interesse piò
generale,
come il moto del sole nello spazio e l'origine
degli
asteroidi. Ma l'opera monumentale di
questo gruppo
è la
Teoriedelmoviméntodella luna,
in
tre grossi tomi
di
oltre
2500 pagine in
totale, dove, putendo dal
solo principio newtoniano
della gravitazione
univer»
sale e,
per
le
così
dette costanti arb itrine,
valendoli
(Do un dagherrotipo)