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SCIENZIATI PIEMONTESI

nel suo testamento dispose: « ... lascio per una volta

al cavaliere Giovanni Plana 50.000 franchi, in atte­

stato di stima per le sue opere già pubblicate, che lo

qualificano per uno dei più valenti matematici ora

viventi ». Il generoso testatore morì nel 1832. Un

caso più unico che raro nella storia della scienza

venne adunque anch'esso a premiare l’Astronomo

Reale - com’egli si firmava spesso - di Torino.

Quivi il Plana insegnò anche meccanica all‘Acca­

demia Militare, presso la quale fu pure direttore

generale degli studi. Ebbe carteggio e discussioni

scientifiche con scienziati famosi come il Poisson,

l’Humboldt, l’Arago, l’Herschel.

dei dati di osservazione, risolve compiutamente e

colla massima precisione consentita a suoi tempi il

difficilissimo problema del complesso moto della luna

intorno alla terra.

Se il Plana, ho detto, è gran signore nel campo

della meccanica celeste, si potrebbe dire che è anche

spesso, e sopratutto in quest'opera, più che signore,

prodigo di formole. di sviluppi e di macchinosi ari-

coli. Il colossale lavoro, al quale egli sera dapprima

accostato col Carlini di Milano e che, non ostante

queste ridondanze, costituì un notevolissimo con­

tributo all’ardua e vasta questione, era compiuto al

suo

51*

anno e gli diede (amagrande

in tutte

Europa.

La vita gli fu generosa di soddisfazioni e di onori:

la

sua prima memoria è del 1809e nel 1811 gii gli

apriva le porte la R. Accademia delle Scienze di

Torino, della quale fu vicepresidente per quasi un

decennio (1842-1851) e presidente dalia fine del I8SI

allamorta, avvenute il 20gennaio IM4al suo89»anno

di età. La Royal Astronomica! Society di Londra gli

conferisce una granoe menagila a oro* la noyai so­

ciety la eterica medaglia d'oro dal Copley; l'Acca-

demia delle Sòense deAIstituto di Francia b fc suo

socio corrispondente e poi uno detti

i

esteri. Il Re gH largisce il titolo di barone • b

Senatore alla prima lòrmaziOM doiTafto consesso

nel ISO .

Utesuop ii'