C
ome si accendesse nell'animo infantile dello
Schiaparelli la prima luce del suo cielo intellet
tuale è bello sentire da lui stesso, perchè ci si
accosta cosi immediatamente al suo alto spirito.
« Nacqui in Savigliano, addi 14 marzo 1835, da
Antonino Schiaparelli e da Caterina Schiaparelli,
entrambi di Occhieppo Infe
riore, presso Biella, cugini
in terzo grado... La loro di
mora era in Savigliano,dove,
da parecchi secoli, i loro an
tenati esercitavano la profes
sione di fornaciai di mattoni
e tegole... Non era però un
uomo volgare mio Padre!...
Ricordo che da lui ebbi la
prima lezionediAstronomia.
In una notte serenadel tardo
autunno 1839, egli tornava
a casa, dopo di aver regolato
i fuochi della fornace; io
avevo ottenuto di poterlo
accompagnare in quella pas
seggiata notturna. L'ora era
tardissima, il buiocompleto,
ed io andavo sonnolento,
incespicando ad ogni passo.
Allora egli mi prese in brac-
ciò e, per tenermi desto,
cominciò a spiegarmi le co
stellazioni. Cosi da
bimbo
di
quattro anni, imparai a co
noscere le Pleiadi, il Carro
Piccolo, il Carro Grande e
la Via Lattea, ch'egli chia
mava la MStrada di San
Giacomo ... P'un tratto si spiccò una stella
cadente;
poi
un’altra;
poi un'altra ancora. Alia miadomanda
che cosa fossero, egli
rispose che queste
cose
le
sa
peva soltanto
Domeneddio. lo
tacqui
ed un confuso
sentimento di
cose immense e di cose adorabili s’im-
padronl
di
me.
Già allora, come più tardi, la mia
immaginazioneera fortementecolpitadatutto
dò
che
(grande.così nello spazio come nel tempo».
Ed è peccato non poter continuare la splendida
citazione autobiografica.
Il fanciullo fu masso a studiare: i primi pani
cuideti dal padre e dalla madre, le scuole secondarie
seguite a Savigtiano. la superiori a Torino, dove,
egli dèce, por benar* la via érta — nmoriche. si
v .
rassegnò a studiare da ingegnere e lo fu a 19 anni,
avendo avuto a maestri Giovanni Plana, Carlo Ignazio
Giulio e Ascanio Sobrero.
Intanto da solo e in dimestichezza col dotto par
roco D. Paolo Dovo, approfondi le predilette cogni
zioni astronomiche, giacché, con alfteriana tenacia,
volle ad ogni costo diventar
astronomo.
Un tentativo presso il
Plana, direttore dell'Osser
vatorio di Torino e già suo
professore, non ebbe for
tuna. Invece i suoi ingegnosi
calcoli sull'attesa riappari
zione dell'antica cometa te
muta come nefasto presagio
da Carlo V, ebbero fortuna
- egli stesso ci racconta -
per lui, perchè, mostrati al
l’altro suo maestro ed esti
matore C. I. Giulio, gli pro
curarono l'appoggio suo, di
Quintino Sella e di Luigi Fe
derico Menabrea presso un
altro valentuomo, Giovanni
Lanza. allora ministro delia
Pubblica Istruzione, il quale
inviò nel 1857 il giovane
Schiaparelli all’estero per
chè si perfezionasse nell’a
stronomia. coll'intento di
preparare il successore
(pie
montese anche lui)all'ormai
ottuagenario
Plana,
che non
l'aveva voluto come assi-
— -^-
sreme.
Lo Schiaparelli passòcosi due anni e mezzoa Ber
lino presso il celebre Endoe (di cui più tardi tradusse
la memoria sulla determinazione delle orbite) a stu
diare la scienza a lui cara, senza però trascurare di
istruirsi in altre dottrine affini e persino in filosofia;
nei
1859
al grande Osservatorio di
con Ottò Struve; nel IMO. astronomo ormai pro
vetto. colla mente tesae preparata ai vasto program
ma della tua attività fotura. è nominato
astronomo di Brera aMilanoed inauguratale attività
colla scoperta di un pianetino,del quale calcola for
bita e che chiama Hesperta*
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11
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SCIENZIATI PIEMONTESI