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SCIENZIATI PIEMONTESI

renti alternate di egual intensità e periodo e sfasate

di un quarto di periodo, realizzeremo le condizioni

dei due vettori prima descritti: le due forze magne­

tiche daranno nascimento ad una forza magnetica

rotante o

campo magnetico rotante Ferraris.

Il merito dell’inventore non è soltanto nella

genialità deH’idea, suggeritagli dalle analogie col­

l'ottica e coll’acustica, ma ancora nell'accortezza

sperimentale con cui egli, ottenuta con un trasfor­

matore da un'unica corrente alternata la seconda

corrente, riuscì a dar loro le caratteristiche richieste,

regolando la resistenza per realizzare la differenza

di fase del quarto di periodo e regolando le spire

degli avvolgimenti per pareggiare i massimi delle

intensità nelle due correnti. Nella primitiva espe­

rienza del Ferraris un cilindretto sospeso nel centro

dei due telai, isolato e separato da essi, prendeva a

ruotare vertiginosamente e come magicamente sotto

l’azione della forza magnetica rotante, così come il

motore asincrono industriale, costruito poi secondo

il principio Ferraris, si metterà in moto da sè e non

richiederà spazzole per la conduzione della corrente,

vantaggi questi enormi dal punto di vista pratico.

Ma l'inventore, più che al risultato pratico, nel

quale per la verità si deve dire non confidava troppo,

intravedendo egli applicazioni dell'invenzione piut­

tosto ai contatori che non ai motori, pensava al pro­

fondo significato concettuale del principio, messo in

evidenza dalla riproduzione dei fenomeni induttivi

generati dalla rotazione di un magnete su una massa

conduttrice vicina (il fenomeno reciproco di quello

famoso dell’Arago); realizzata da solo l’esperienza,

chiamò, in un impeto di entusiasmo il suo assistente

dicendogli: « Venga a vedere un motore della potenza

di una mosca! ».

Ma la scoperta del Ferraris doveva generare mo­

tori ben più possenti; la scoperta era dell'85, ma la

pubblicazione memorabile

(Le rotazioni elettrodina­

miche prodotte per mezzo di correnti alternate),

dove

è descritto adunque il primo motore acampo rotante,

avvenne sotto gli auspici della R. Accademia delle

Scienze di Torino nella primavera del 1888 e sollevò

un’eco immensa in tutto il mondo. Telegraficamente

la Compagnia ElettricaWestinghouse dagli Stati Uniti

chiede la privativa dell’invenzione per l’America, ma

il Ferraris, che non aveva chiesto brevetti per sè

nemmeno in Europa, non vuole saperne, affermando

che la pubblicazione è stata fetta nell'interesse di

tutti; s’induce poi alla concessione nella fiducia che

la grande Compagnia saprà sfruttarla a vantaggio del

progresso elettrotecnico e riceve il regalo, non

chiesto, di IO mila dollari.

Ci fù persino chi tentò di contestargli la priorità

della scoperta, dalla quale il Testa, insigne elettro-

tecnicoamericanodi origineslava, trasse il suomotore

asincrono.

Nel 1891. all'Esposizione Elettrica di Francoforte,

fu

realizzata la trasmissione dell'energia sulladistanza

di ITO Km., con motore fondato sul principio dei

Ferraris e

fu

un trionfo per l'inventore italiano;

(Scultore Luigi Contratti)

un’altra applicazione gigantesca seguì più tardi alle

cascate del Niagara, dove si trattava di utilizzare

50 mila cavalli di energia.

Galileo Ferraris non si riposa sugli allori: nel I89Ì

pubblica un metodo per la trattazione dei vettori

rotanti ed alternativi, applicandolo allo studio di

molti apparecchi elettrotecnici e l'anno dopo inventa

un motore sincrono a campo induttore alternato,

dandone la teoria ed indicando altre e nuove combi­

nazioni possibili.

In un ultimo lavoro col suo assistente Amò de­

scrive un nuovo metodo di distribuzione dell'energia

e giunge a prevedere un fenomeno elettromagnetico

che nell'ottica ha il suo correlativo, scoperto solo

più tardi dallo Zeemann.

In una pubblicazione postuma, curata da Corrado

SegrenellememoriedellaR. Accademiadelle Scienze,

è svolta con originalità e colla chiarezza propria del

Ferraris la teoria dei campi vettoriali {probabilmente

scritta nel 1895) destinata a servire di introduzione

ad un trattato di elettrotecnica.

Prima di finire

i

50anni,

il

7 febbraio 1897, finiva

di

vivere Galileo Ferraris, rapitoda violentamalattia:

un'intima tristena parve negli ultimi tempi il segno

premonitore dell'immaturamorte. Nessunopubdire I

quali germi di nuove conquiste scientifiche si siano

spenti con'lui.-