nato a Sciotel per preparare i mezzi di. trasporto
alla missione, che doveva visitare la Colonia, venne
a sapere che il Bertelli era stato improvvisamente
richiamato in Italia. Prima di partire, però, aveva
scritto al dott. Bonichi che egli riteneva la colonia
conveniente per l'Italia, e gli raccomandava di non
contrarre impegni con chicchessia, ed in particolar
modo con alcuni agenti germanici, che erano sempre
attorno al Bonichi. E da Alessandria in data 27 aprile
1868il Bertelli scriveva ancora: «Sono bendolente che
le cosedi Sciotel siano finite in questo modo: sia detto
fra noi, credo che se ne sia immischiata l'Inghilterra,
ma, siccome non posso assicurarlo, piego la testa».
Se l'azione dell’Inghilterra nella questione dello
Sciotel è dubbia, ben certa, invece, è l’azione dele
teria del ben noto geografo ed esploratore Werner
Munzinger, rappresentante degli interessi dell’Egitto
in queste regioni. Era naturale che l'Egitto, il quale
più volte aveva tentato di occupare i'Abissinia set
tentrionale, ed era stato respinto, cercasse d’impe
dire che qualche potenza europea penetrasse in
queste regioni. Il Munzinger ricorse a tutti i mezzi,
leciti e illeciti, per distruggere la Colonia italo-afri-
cana di Sciotel, e infine vi riuscì. Cominciò a mettere
in cattiva luce il P. Stella, e, disse l’Issel, « l’influenza
che egli aveva acquistata con l'abnegazione e il sacri
fìcio gli valsero fiere rivalità ed inimicizie; e ne’ suoi
ultimi giorni, invece di cogliere il guiderdone dovuto
alle sue fatiche, si vide fatto segno alla calunnia e
alla persecuzione, fu bandito dal paese, che aveva
tanto beneficato» (4).
Il povero P. Stella, affranto già da tanti anni di
fatiche per la redenzione delle misere genti del-
l’Abissinia settentrionale, non potè resistere alla
tempesta di calunnie e di persecuzioni suscitatagli
contro dal Munzinger, e soccombette il 20 ottobre
1869, per improvvisa malattia. La morte del P. Stella
fu fatale alla colonia di Sciotel.
La vedova del piemontese Zucchi, Elena Petrucci.
subito dopo la morte del marito, era venuta in Italia
per ottenere dal Governo italiano e dalla Società
Geografica i mezzi necessari per lo sviluppo della
Colonia italo-africana, che il suo marito e il P. Stella
avevano fondato, e il Governo italiano inviò a Sciotel
il marchese Orazio Antinori e il prof. Odoardo Bec-
cari, per avere notizie precise sulla colonia prima
di decidere circa l'intervento governativo.
Il fatto che la colonia di Sciotel non poteva, allora,
avere uno sbocco libero sul Mar Rosso (Massaua
rimase in potere deH’Egitto sino al 1885) indusse il
Governo italiano a non accettare le proposte pre
sentate dalla ved. Zucchi e dal suo socio Ferdinando
Bonichi (5). Questi, ch’era rimasto a Sciotel. ancht
dopo la morte del P. Stella, per conservare il pos
sesso della colonia, non potè, dopo il rifiuto del
Governo italiano, resistere alle pressioni e alle
offerte del Munzinger. e nel 1872cedeva per iscritta
al Governo egiziano i suoi diritti su Sciotel per
somma di 750 lire egiziane (18.200 lire) e una
sione vitalizia di lire 12 mensili.
I PIONIERI PIEMONTESI NELL’AFRICA ORIENTALE
Così miseramente finiva la Colonia italo-africana
di Sciotel, primo tentativo di espansione italiana nel-
I'Abissinia settentrionale. £ giusto che in questi
giorni sia ricordato che questo tentativo si deve a
due figli del nostro Piemonte, il P. Giovanni Stella
di Asti e Pompeo Zucchi di Cuneo. Passeranno pochi
lustri, e il desiderio di questi pionieri della nostra
espansione coloniale di vedere sventolare la bandiera
italiana su quel territorio ch’essi si proponevano di
redimere dall'abbandono sarà esaudito: il 26 luglio
1888 le truppe italiane occupano Cheren e tutto il
territorio dei Bogos, in cui si trovava la colonia
di Sciotel.
IL CARD. GUGLIELMO MASSAIA
NELLA POLITICA COLONIALE DELL'ITALIA
La figura di Guglielmo Massaia, come avviene
degli uomini veramente grandi, s'innalza sempre più,
man mano che il tempo, che fu suo, si allontana e
diviene storia. Non mi azz-
J ~ -•
tratteggiarla in
brevi linee: mi limito ad accennare a quella parte
dell’opera sua che è più strettamente collegata alla
storia della espansione italiana nell’ Africa Orien
tale (
6
).
Nato a Piovà d’Asti 1*8giugno 1809 da Giovanni
e Maria Bartorelli, compì gli studi medi in Asti, e
il
6
settembre 1826, seguendo la vocazione divina,
entrò nel convento della Madonna di Campagna
presso Torino, e il 16 giugno 1832 fu consacrato