SCIENZIATI PIEMONTESI
Il rimpianto per la sua scomparsa fu grandissimo,
pari alla fama, all'ammirazione, all'affetto che ave
vano circondato la sua bella figura in vita.
Rappresentante autorevole d’Italia in missioni e
congressi scientifici a Parigi, a Francoforte, a Chicago,
conferenziere avvincente (rimasero memorabili cinque
sue conferenze sull’illuminazione elettrica, del 1878)
e divulgatore, assessore della sua Città, profuse tesori
di energia e di intelligenza anche fuori del suo gabi
netto e della sua scuola.
Schietto ingegno latino, umanisticamente colto,
amò e sentì la musica come Leonardo e Galileo.
L'Accademia delle Scienze di Torino lo ebbe suo
membro sin dal 1880 ed accolse quasi tutte le sue
memorie; quella dei Lincei lo ebbe tra i suoi soci;
il Re gli conferì la dignità di senatore; fu acclamato
all'estero in solenni consessi, ma tutto ciò non mutò
minimamente il suo simpatico abito di modestia
sincera e di profonda bontà.
Il grande istituto di elettrotecnica, il quale voluto
dal Duce e intitolato al suo nome sta sorgendo in
Torino, sotto l'alta guida di G. C. Vallauri vice-
presidente della R. Accademia d'Italia, più dei mo
numenti eretti alla suamemoria, consacrerà nel futuro
la gloria purissima di Galileo Ferraris, affermando la
vitalità fiorente della più tipicamente italiana fra le
scienze applicate.
LUIGI VOLTA