I PIONIERI PIEMONTESI NELL’AFRICA ORIENTALE
Crispi, a intraprendere un nuovo viaggio nell’A-
frica.
Questa volta l’esploratore, che ebbe aiuti finan
ziari ed istrumenti scientifici dalla Società Geografica
Italiana e dalla Società Africana d'Italia, si era pro
posto di raggiungere l'Uebi Scebeli per esplorarne
tutto l'alto corso sino alle sorgenti.
Ad Aden il Baudi di Vesme s'incontra con Giu
seppe Candeo, che si era diviso dal Robecchi Bri-
chetti, ed era sul punto d'intraprendere da solo un
viaggio nella Somalia. I due esploratori si accordano,
e insieme, il 26 febbraio 1891, partono da Berbera
con 15 cammelli e una scorta di 25 uomini armati,
dirigendosi verso l'interno.
t impossibile riassumere, anche solo a grandi
linee, il diario di questaspedizione. Lo stile del Baudi
e del Candeo è rapido, serrato, nemico delle diva
gazioni. Ogni periodo, anzi, ogni parola, ci dànno
notizia di un fatto o ci disegnano un paesaggio. Le
località sono ben determinate, e il Baudi mette una
cura speciale nell'indicare la distribuzione delle tribù
della Somalia e dell'Ogaden che incontra nel suo
percorso, e osserva che i territori occupati dalle
diverse tribù sono sempre separati da tratti più o
meno vasti di paese deserto, che sono spesso campi
di battaglia nelle lotte quasi continue fra tribù e
tribù.
Penetrati nell’Ogaden, vengono a sapere che pochi
giorni prima quei luoghi erano stati razziati dagli
abissini, e se ne vedono ovunque le prove. « Le arse
capanne, i raccolti distrutti, i cadaveri delle donne
sventrate, i piccoli martiri del feroce costume abis
sino, l'evirazione, sono là testimoni implacabili e
spaventosi ». Il paese sempre più montuoso e vario
è ricchissimo di mirra e di gomma, ed anche l’incenso
vi si trova indiscretaquantità. Abbondante il bestiame
bovino. Un bel bue si cambia, giacché la moneta è
sconosciuta, con mercedel valore di circa 15o 16lire.
Nè meno numerosi sono i cammelli, i montoni, le
capre. S'ingrassano i cammelli da macello, come da
noi i maiali.
La notizia che gii Abissini sono vicini tiene sempre
più in orgasmo la carovana, che si era andata ingros
sando per i molti indigeni, che ad essa si erano uniti
per ragione di difesa. Baudi prende la deliberazione
di mettersi sulle piste dei razziatori. « ... Non sape
vamo neppur noi come sarebbe andata a finire, ma
la fortuna è pur creata per qualche cosa. Affidiamoci
a lei... ». Il 27 marzo Baudi con 5 uomini e due cam
melli marcia verso il Thug Sulul: al Bur Heulei
trova il campoabbandonatodegli Abissini. é immenso.
Intanto agli Abissini è giunta la notizia che due
frengi
(forestieri) marciano verso di loro con molti
soldati. « La notiziadeila spedizione ingrossa, i cinque
uomini d’avanguardia diventano un esercito fanta
stico. egli Abissini, sorpresi nel loro accampamento...
dalla paura, scappano, correndo giorno e notte, la
sciandosi sfuggire lungo la strada alcuni
prigionieri.
Baudi segue per due giorni le piste
abissine, ed
incontra
per
la strada i liberati
dai quali
raccoglie
notizie. Gli Amhara sono ancora lontano. Egli, allora,
è del parere de' suoi cinque uomini: «è impossibile
raggiungere gli Abissini!». E dopo esser giunto al
pozzo di Danagab, ritorna per raggiungere la caro
vana... ».
Questo gesto di coraggio del Baudi, che con
5 uomini aveva messo in fuga gli Abissini, presto è
conosciuto in tutto l'Ogaden, e fa sì che ovunque i
due viaggiatori siano accolti quasi a braccia aperte
dalle popolazioni così perseguitate dagli Abissini; ma
ben gravi saranno le conseguenze di quel gesto,
quando i due viaggiatori raggiungeranno, nel ritorno,
la città di Harrar.
Presso il villaggio di Giagiale i nostri esploratori
fanno la conoscenza di Giamma Dheri, l'Aghel dei
Rer-Ugàs-Coscen, che ordinò l’uccisione di Pietro
Sacconi (1883), perchè lo credeva inviato dal governo
egiziano. Dopo alcuni altri giorni di viaggio vedono
da lungi come una massa nera nella tersa purezza
del lontano orizzonte: è la foresta di grandi alberi
che accompagna il corso dein h»hi Scebeli. Ma un
vasto pantano impedisce di _ __ .rsi al fiume. È
questo il paese dei Caranle.
Il
21 aprile Baudi e Candeo partono per il terri
torio di Ime, rimontando la riva sinistra del fiume.
Il pantano si estende da dove cominciano i grandi
alberi fin quasi alla riva del fiume: la sua media lar
ghezza è di 1500 a 2500 metri. È la stagione delle
pioggie: l’Uebi Scebeli è in piena. Ma Baudi e Candeo
vogliono vedere il fiume, che rappresenta la méta
del loro viaggio. « Per circa 2 chilometri e mezzo,
affondando sino alla cintola, affaticando in modo che
pare scoppi il cuore, e il petto sia troppo stretto a
contenere i polmoni che soffiano come mantici, con
Baudi che si trascina aiutato dagli uomini, che bastano
appena a se stessi, mezzo svenuto, cadaverico nel
l’aspetto, sorretto solo dalla volontà, che non vuol
darla vinta al debole corpo, che si piega sotto la
immane fatica, finalmente si arriva alla sponda sinistra
dell'Uebii».
« Maestoso, imponente! L’Uebi corre vertiginoso
con una velocità di 12chilometri all'ora. La sua acqua
è torbida, rossastra. Alla riva destra s'innalzano due
montagne: Ganogo Ime... Le febbri, il clima, il kèli
(pantano), il Cancao (insetto che punge...). Eppure,
fra tanto malore, il paesaggio è un incanto. Le pozze
d'acqua sono ombreggiate da liane e da alberi seco
lari. Si sentono d'ogni parte mille voci strane d'uc
celli sconosciuti e di bestie ignote. Come un senso
di mistero domina il viaggiatore. Senza saperlo egli
è obbligato di parlare sotto voce. Il sito è aspro,
selvaggio, ma immensamente poetico.. Le notti al
Caranle sono tiepide e serene, splendidi i chiari di
luna, incantevoli le aurore, infuocati i tramonti...».
Il
25 aprile Baudi con quindici uomini si dirìge
su Ime. dopo aver attraversato l’Uebi sopra una
specie di a ttera. Baudi è il primo europeo che abbia
raggiunto Ime. ove finisce l’alto corso detiltebi. Gli
Abissini nella loro razzia hanno distrutto ogni cosa:
delle 500 rmMmyoio un'ottantina raitano in piedi*