Table of Contents Table of Contents
Previous Page  1241 / 1769 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 1241 / 1769 Next Page
Page Background

I PIONIERI PIEMONTESI NELL’AFRICA ORIENTALE

Crispi, a intraprendere un nuovo viaggio nell’A-

frica.

Questa volta l’esploratore, che ebbe aiuti finan­

ziari ed istrumenti scientifici dalla Società Geografica

Italiana e dalla Società Africana d'Italia, si era pro­

posto di raggiungere l'Uebi Scebeli per esplorarne

tutto l'alto corso sino alle sorgenti.

Ad Aden il Baudi di Vesme s'incontra con Giu­

seppe Candeo, che si era diviso dal Robecchi Bri-

chetti, ed era sul punto d'intraprendere da solo un

viaggio nella Somalia. I due esploratori si accordano,

e insieme, il 26 febbraio 1891, partono da Berbera

con 15 cammelli e una scorta di 25 uomini armati,

dirigendosi verso l'interno.

t impossibile riassumere, anche solo a grandi

linee, il diario di questaspedizione. Lo stile del Baudi

e del Candeo è rapido, serrato, nemico delle diva­

gazioni. Ogni periodo, anzi, ogni parola, ci dànno

notizia di un fatto o ci disegnano un paesaggio. Le

località sono ben determinate, e il Baudi mette una

cura speciale nell'indicare la distribuzione delle tribù

della Somalia e dell'Ogaden che incontra nel suo

percorso, e osserva che i territori occupati dalle

diverse tribù sono sempre separati da tratti più o

meno vasti di paese deserto, che sono spesso campi

di battaglia nelle lotte quasi continue fra tribù e

tribù.

Penetrati nell’Ogaden, vengono a sapere che pochi

giorni prima quei luoghi erano stati razziati dagli

abissini, e se ne vedono ovunque le prove. « Le arse

capanne, i raccolti distrutti, i cadaveri delle donne

sventrate, i piccoli martiri del feroce costume abis­

sino, l'evirazione, sono là testimoni implacabili e

spaventosi ». Il paese sempre più montuoso e vario

è ricchissimo di mirra e di gomma, ed anche l’incenso

vi si trova indiscretaquantità. Abbondante il bestiame

bovino. Un bel bue si cambia, giacché la moneta è

sconosciuta, con mercedel valore di circa 15o 16lire.

Nè meno numerosi sono i cammelli, i montoni, le

capre. S'ingrassano i cammelli da macello, come da

noi i maiali.

La notizia che gii Abissini sono vicini tiene sempre

più in orgasmo la carovana, che si era andata ingros­

sando per i molti indigeni, che ad essa si erano uniti

per ragione di difesa. Baudi prende la deliberazione

di mettersi sulle piste dei razziatori. « ... Non sape­

vamo neppur noi come sarebbe andata a finire, ma

la fortuna è pur creata per qualche cosa. Affidiamoci

a lei... ». Il 27 marzo Baudi con 5 uomini e due cam­

melli marcia verso il Thug Sulul: al Bur Heulei

trova il campoabbandonatodegli Abissini. é immenso.

Intanto agli Abissini è giunta la notizia che due

frengi

(forestieri) marciano verso di loro con molti

soldati. « La notiziadeila spedizione ingrossa, i cinque

uomini d’avanguardia diventano un esercito fanta­

stico. egli Abissini, sorpresi nel loro accampamento...

dalla paura, scappano, correndo giorno e notte, la­

sciandosi sfuggire lungo la strada alcuni

prigionieri.

Baudi segue per due giorni le piste

abissine, ed

incontra

per

la strada i liberati

dai quali

raccoglie

notizie. Gli Amhara sono ancora lontano. Egli, allora,

è del parere de' suoi cinque uomini: «è impossibile

raggiungere gli Abissini!». E dopo esser giunto al

pozzo di Danagab, ritorna per raggiungere la caro­

vana... ».

Questo gesto di coraggio del Baudi, che con

5 uomini aveva messo in fuga gli Abissini, presto è

conosciuto in tutto l'Ogaden, e fa sì che ovunque i

due viaggiatori siano accolti quasi a braccia aperte

dalle popolazioni così perseguitate dagli Abissini; ma

ben gravi saranno le conseguenze di quel gesto,

quando i due viaggiatori raggiungeranno, nel ritorno,

la città di Harrar.

Presso il villaggio di Giagiale i nostri esploratori

fanno la conoscenza di Giamma Dheri, l'Aghel dei

Rer-Ugàs-Coscen, che ordinò l’uccisione di Pietro

Sacconi (1883), perchè lo credeva inviato dal governo

egiziano. Dopo alcuni altri giorni di viaggio vedono

da lungi come una massa nera nella tersa purezza

del lontano orizzonte: è la foresta di grandi alberi

che accompagna il corso dein h»hi Scebeli. Ma un

vasto pantano impedisce di _ __ .rsi al fiume. È

questo il paese dei Caranle.

Il

21 aprile Baudi e Candeo partono per il terri­

torio di Ime, rimontando la riva sinistra del fiume.

Il pantano si estende da dove cominciano i grandi

alberi fin quasi alla riva del fiume: la sua media lar­

ghezza è di 1500 a 2500 metri. È la stagione delle

pioggie: l’Uebi Scebeli è in piena. Ma Baudi e Candeo

vogliono vedere il fiume, che rappresenta la méta

del loro viaggio. « Per circa 2 chilometri e mezzo,

affondando sino alla cintola, affaticando in modo che

pare scoppi il cuore, e il petto sia troppo stretto a

contenere i polmoni che soffiano come mantici, con

Baudi che si trascina aiutato dagli uomini, che bastano

appena a se stessi, mezzo svenuto, cadaverico nel­

l’aspetto, sorretto solo dalla volontà, che non vuol

darla vinta al debole corpo, che si piega sotto la

immane fatica, finalmente si arriva alla sponda sinistra

dell'Uebii».

« Maestoso, imponente! L’Uebi corre vertiginoso

con una velocità di 12chilometri all'ora. La sua acqua

è torbida, rossastra. Alla riva destra s'innalzano due

montagne: Ganogo Ime... Le febbri, il clima, il kèli

(pantano), il Cancao (insetto che punge...). Eppure,

fra tanto malore, il paesaggio è un incanto. Le pozze

d'acqua sono ombreggiate da liane e da alberi seco­

lari. Si sentono d'ogni parte mille voci strane d'uc­

celli sconosciuti e di bestie ignote. Come un senso

di mistero domina il viaggiatore. Senza saperlo egli

è obbligato di parlare sotto voce. Il sito è aspro,

selvaggio, ma immensamente poetico.. Le notti al

Caranle sono tiepide e serene, splendidi i chiari di

luna, incantevoli le aurore, infuocati i tramonti...».

Il

25 aprile Baudi con quindici uomini si dirìge

su Ime. dopo aver attraversato l’Uebi sopra una

specie di a ttera. Baudi è il primo europeo che abbia

raggiunto Ime. ove finisce l’alto corso detiltebi. Gli

Abissini nella loro razzia hanno distrutto ogni cosa:

delle 500 rmMmyoio un'ottantina raitano in piedi*