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unica parziale con la te o ria della traslazione e d iffu ­

sione de ll'im pos ta , per cui t u t t o l ’onere tr ib u ta r io

sarebbe g iu rid icam en te concen tra to in una sola cate­

goria di re d d iti, e la traslazione si incaricherebbe di

diffonderla e rip a rtirla equamente fra t u t t i i c itta ­

dini » (12).

Il Cavour ritenne possibile l ’ istituzione di u n ’ im ­

posta d ire tta sul re d d ito , la quale, pu r non essendo

unica, nè di essenziale importanza, presentasse allo

Stato il vantaggio della percezione, ed al con tribuen te

modo di conoscere l ’e n tità de lla sua partecipazione

alle pubbliche spese, e lo svantaggio di doversi affi­

dare alle dichiarazion i dei soggetti a ll'im pos ta , in

parte e lim ina to da li'acce rtam en to dei re d d iti col

sistema in d u ttiv o del fisco.

Il M in is tro qu ind i non po tè raggiungere il fine a

cui mirava, se non tassando separatamente i va ri

redditi secondo a liquo te suggerite dalla diversa p ro ­

du ttività dei capitali e d e ll’a ttiv ità commerciale, in­

dustriale e professionale, cercando in tal modo di

giungere alla p ropo rz iona lità di gravami fiscali.

Si a ttenne il Cavour ad un sistema di tassazione

minutamente fissato, pu r senza rende rlo oneroso:

« Bisogna procede re approssimativamente e com b i­

nare

d iffe re n ti specie di imposte , che di esse, alcune

gravino

un poco più su una classe di c itta d in i, a ltre

un poco

più su u n ’a ltra ... nella condizione attua le

delle scienze econom iche e finanziarie non si può

fare diversamente » (13).

Egli rese un ifo rm e la pressione trib u ta ria in t u t to

lo Stato, e, tassando separatamente le diverse fo rm e

di re d d iti, rese possibile in seguito di modificare

più oppo rtunam en te quelle leggi finanziarie che ve­

nissero a tro va rs i co n tra rie ai p rin c ip i più universal­

mente professati ed al pubb lico interesse.

Nel sistema ado tta to dal Cavou r si riscon tra come

si sia agevolato il passaggio da un tip o ad u n 'a ltro di

tassazione, sempre p ro po rz iona to alla situazione eco­

nomica de llo Stato Sabaudo.

R i f o rme

Una

riforma di capitale importanza, che egli attuò,

fu la

perequazione fondiaria in ragione della rendita

dei

terreni, intraprendendo la formazione di un

nuovo

catasto ultimato nel '53.

L'imposizione era, però, sempre basata sul red­

dito

dominicale del terreno indipendentemente dal

reddito

agrario. Le sperequazioni derivanti dell'ese­

cuzione di questo ultimo quando esso era percepito

dal

proprietario, furono fatte osservare al Cavour dal

Messedaglia e dal Pescatore; ma la distinzione fra i

due

redditi agrario e dominicale non era ancora stata

accolta

nella legislazione tributaria. Fu solo più tardi,

nel

1923. ccn la riforma De Stefani, che si venne

a

questa precisa determinazione e conclusione.

Il Conte di Cavour, istituendo l'imposta sul valore

locativo, si preoccupò dell'effetto che questa imposi­

zione poteva avere sull'affìtto dei fabbricati e vide

la necessità di tu te la re gli interessi delle classi meno

abb ien ti. Egli rile vò come « il solo mezzo per impe­

d ire l'aum en to s tra o rd ina rio d e ll’a ffitto è il fare

nuovi fabbricati »

(14).

La sua op in ione è confermata dalle leggi emanate

in seguito e da lle esenzioni contemplate nella legge

del

26-1

- ’65, conclusasi con la legge del

11- 1

-

1923.

disposizioni che sono un incitamento all 'in iz ia tiva

privata nella costruz ione di nuovi fabbricati.

Il

Cavour, considerando che la condizione di

celibe e di vedova senza p ro le se im po rta m in o ri

carichi, che accresce, a pa rità di circostanze, la capa­

cità co n trib u tiva , raddopp iò la tassa esistente esone­

rando, però, co lo ro che non ricevessero dal lo ro

lavoro una sufficente rimune razione per il lo ro in d i­

viduale sostentamento.

L 'imposta sul ce liba to , in quel pe riodo , eviden te­

mente aveva uno scopo puramente fiscale, risu ltando

dai censimenti che la popolazione in poco più di mezzo

secolo era raddoppiata.

Del resto il c

„ r , non era favorevole a tale

imposta come mezzo a tto a conseguire un maggior

sviluppo demografico, poiché riteneva impossibile

modificare con imposizioni que lle che sono le leggi

costanti de ll'um an ità .

Questo fenomeno apparve nel nostro secolo in

tu tta la sua g ravità a segnare la decadenza dei po po li;

e qu ind i, con saggio c r ite r io di previdenza, il legisla­

to re , nel

1926,

r ip ris tin ò con o p po rtun i c r ite r i e con

scopi prevalentemente demografici l'imposta sul ce­

liba to , con fina lità pa ri, di ca ra tte re sociale.

L'imposta s u ll'in d u s tria e commercio è certamente

una de lle più d iffic ili a stab ilirs i su basi giuste, ed il

Cavour istituendo la (7 -7 -'5 l) espose i p rincipa li me­

to d i di esecuzione e p ropugnò un sistema medio:

la legge deve s ta b ilire un m in im o ed un massimo

pe r le var ie categorie d i c o n trib u e n ti, e lasciare una

re la tiva libe rtà di azione agli agenti fiscali.

I redditi industriali e commerciali devono essere

colpiti da un duplice diritto; uno graduale e propor­

zionalmente stabilito sul valore locativo, l'altro fisso,

variante però, secondo la popolazione e l'importanza

di ciascuna industria.

Riordinando questa imposta, nel 1853, il Cavour si

attenne ai principi generali della scuolafrancese, attuati

nella riforma avvenuta in Francia nello stesso anno.

Due sistemi sono applicabili nei riguardi di siffatte

imposizioni: il primo, quello francese, in cui la tassa­

zione

è

stabilita tenendo conto di indizi abbastanza

sicuri che si possono constatare senza difficoltà (in

questo sistema è la legge che determina in modo

assoluto l'imposta); il secondo, quello inglese, il quale

cerca di stabilire il tributo sul guadagno reale, deter­

minandolo con l'apprezzamento dei ricavati benefìcf

commerciali.

II primo sistema si basa sulla popolazione, sulla

professione, sul valore locativo, non restando tuttavia

immune da una certa ineguaglianza tassativa ad essa

inevitabile; il secondo, in teoria preferibile, offre

nella attuazione tu tti gli inconvenienti dell'imposta

w

-

a

T.