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NOTE SULLA POLITICA FINANZIARIA DEL CONTE DI CAVOUR

fine della sua influenza personale, della sua piena

conoscenza non solo dei congegni bancari, ma anche

de lle condizioni del mercato dei va lo ri. Egli mirava

ad un m ig lio re assetto finanzia rio , tendendo con ogni

sforzo a ll’un ità d 'Ita lia , de lla quale voleva p rom uo ­

vere nel m ig lio r modo possibile il benessere.

Il p re s tito fo rzoso nel 1848

Fu nel '48, anno così denso di im p o rta n ti even ti,

ma anche di d iffico ltà finanziarie, che gli uom ini p re ­

posti al Governo d o v e tte ro far rico rso a mezzi ve­

ramente eccezionali per fa r fro n te alla necessità del

teso ro .

Il Governo rico rse ai seguenti p rovved im en ti:

emissione di un p re s tito aM'estero, p re s tito fo rza to ,

emissione di b ig lie tti.

Il p re s tito a ll’este ro perm ise di conoscere e far

conoscere agli a ltri Stati il c re d ito che lo Stato

Sabaudo godeva sui mercati internazionali anche e

s o p ra ttu tto in tem p i d iffic ili.

L'alienazione forzata di rend ita , approvata dopo

ardue discussioni, co n trib u ì a fo rm a re le e n tra te

necessarie alle più u rgen ti spese: la parte mancante

fu completata con la emissione di b ig lie tti.

I g io rna li, seguendo l'o p in io n e pubblica, condan­

narono il mezzo co e rc itiv o ado tta to ; così anche il

Con te di Cavour, con tra riam en te a quanto alcuni

s c ritto ri asseriscono, fu ad esso c o n tra rio , affermando:

« e crediamo di do ve r com ba tte re , sia l ’ idea di r ic o r ­

re re al mezzo v io len to dei p re s titi fo rza ti, sia al modo

che si dovrebbe seguire nel far conco rre re a questi

le varie categorie dei c itta d in i » (20). Il p rim itiv o

p roge tto , con le sperequazioni del tr ib u to prediale,

date da un catasto inada tto ai tem p i ed assai favo re ­

vole ai p ro p rie ta ri lig u ri, giustifica le c ritiche allo ra

mosse: poiché m en tre si imponevano sacrifici gravis­

simi ai p ro p rie ta ri di la tifond i ed agli imp iega ti, si

lasciavano illesi i cap ita listi ed i commercianti.

Si venne, sempre secondo il Cavour, ad im p o rre

ai co n trib u e n ti un sacrificio che superava di m o lto

l'u tile che essi recavano a ll’e ra rio , perchè si riusciva

appena a soppe rire alle spese di quel pe riodo .

Poiché successivamente occorreva ancora r ic o r­

re re a p re s titi a ll’este ro , quando già si erano esauriti

i mezzi estrem i, ed il c re d ito godu to dallo Stato era

gravemente compromesso, si seguivano in ta l modo

c r ite r i c o n tra ri all'esperienza finanziaria delle a ltre

Nazioni ed ille massime più largamente note della

scienza economica.

II p re s tito fu poi s ta b ilito con emissione di rend ita

all'interesse del 5 % . Fu im posto sul valore della

p rop rie tà , sui c re d iti fr u ttife r i e sul commercio; fu

applicato con a liquo te va rian ti dal 1-2 % al

2 %

sulle

p rop rie tà ; del 3

%

sui c re d iti, con somme va rian ti

dai 5000 ai 15000 sul comme rcio e su ll'indus tria .

In tal modo il C on te d i Cavou r vide c o rre tta

l ’evidente ing iustizia, p rim a rileva ta , e non conobbe

egli pure mezzo m ig lio re pe r arginare l'in e v ita b ile

c ris i, che si sarebbe abba ttu ta sul P iemonte soprat­

tu tto per i capitali impiegati e que lli che sarebbero

stati d is to lti dalla lo ro o rd ina ria destinazione per

tale fine.

Il p re s tito si d is trib u ì na tu ra lmen te fra i capita­

lis ti, dovendo riconoscere in questo « l'u n ic o sistema

conforme alla equità ed alla sana po litica , inoltre

vantaggioso dal lato econom ico » (21).

L ’emissione di carta-moneta fu fa tta per mezzo

di b ig lie tti del Banco di Genova, che aveva un capi­

tale di 5.600.000 ed un'eguale circolazione ; ora il

Cavour vide la possibilità di em e tte re b ig lie tti per

una somma due vo lte maggiore e raggiungere, cosi,

la co pe rtu ra di 1-3 stab ilita dalla consuetudine

inglese.

L'em issione di carta-moneta, come è no to , rap­

presenta un p re s tito im p ro p rio a ca rico di alcuni

gruppi sociali, che viene a tu rba re l'e q u ilib r io eco­

nom ico pe r il modificarsi dei prezzi e dei redditi

con preg iud izi del comme rcio internazionale. Ma il

sudde tto p rovved im en to non arrecò i danni da molti

p rev is ti, come giustamente il Cavour aveva notato;

perchè l'em issione di carta-moneta con la copertura

di un te rzo , poteva effettuarsi senza g ravi turbamenti

anche senza che lo S tato dichiarasse l'in co n ve rtib ilità

dei b ig lie tti.

L ape rtu ra di c re d ito di 20 m ilion i con emissione

di b ig lie tti a corso legale, concessa dal Governo al

tasso del 2 % , venne ad in teg ra re le operazioni del

p re s tito fo rza to , in quanto «conven iva provvedere

alla circolazione strao rd ina ria di num e ra rio a cui

doveva dar luogo la riscossione del p re s tito forzato

so tto pena di vedere il commercio e l'in d u s tria for­

temente incagliati nelle lo ro transazioni. Fintantoché

le seguenti condizioni sono mantenute, la circolazione

obb liga to ria non produce gli inconvenienti della carta­

moneta:

« I) di essere emessi in g iro da uno stabilimento

di c re d ito p riva to che ha fondi p ro p rii e ritie n e nelle

sue mani l ’equivalente dei b ig lie tti emessi;

« 2) di non eccedere di m o lto la somma che in

tempi di calma ta li s tab ilim en ti potevano mantenere

in circolazione con fac ilità ;

« 3) di provvedere alle necessità straordinarie

di un tem po di crisi, passato il quale deve cessare

la facoltà concessa alla banca di non rim bo rsa re i

suoi b ig lie tti in nume ra rio .

« È un grave e rro re il suppo rre che il va lore dei

b ig lie tti abbia» necessariamente a scapitare, perchè

non rim bo rsab ili a vo lon tà in num e ra rio . I b ig lie tti

non perdono fin tan toché non sono emessi in quantità

maggiore di quanto si rich iede dai bisogni della c ir­

colazione >*(22).

Il G ove rno seppe volgere in a iu to del teso ro i

po ten ti mezzi, di cui può d ispo rre la sola grande

istituzione d i c re d ito dei paese; ciò senza creare

sensibili pe rtu rbam en ti nella circolazione monetaria,

evitando le gravi conseguenze econom iche de llo svi*

lim en to della moneta e pa rtico la rm en te quella assai

tem u ta della d is truzione del c re d ito .