NOTE SULLA POLITICA FINANZIARIA DEL CONTE DI CAVOUR
una data quota ed o rd inando lo pe r legge) t u t t i g li
altri ranni di p ro d o tti d i redd iti » (17).
Nel '57 il « R iso rg im en to » pubblicava a rtico li di
elogio su ll'ope ra , già svo lta, e quella in corso di
attuazione, del Cavou r, e riassumeva in b revi tr a t t i
la sua linea di condo tta .
Accennava ad alcune rifo rm e trib u ta rie da lui com
piute: come l ’abolizione del d ir itto su ll'im po rta z ion e
del frumen to e suN 'esportazione della seta greggia,
la dim inuzione della gabella sul sale, de lla ta riffa
postale, delle dogane, de i d ir it t i di navigazione e
l'istituzione di nuove imposte , come più avanti fu
detto.
Dall'esame de lle e n tra te nei bilanci de ll'epoca si
riscontra come l'accrescim ento delle spese fa tte fosse
determ inato in massima pa rte da ll'aum en to de lla pub
blica ricchezza, la quale aumentava na tura lmen te g li
in tro iti d ir e tti, anziché da un aggravio nei t r ib u t i.
L'em inente sta tista , quale M in is tro de lle Finanze,
se venne incoraggiato e loda to negli a rd iti suoi te n ta
tivi da quanti rico n o b b e ro l'incon tes tab ile sua abi
lità, dovuta sia alla vasta sua d o ttrin a nel campo
finanziario, sia aila sua na tura le perspicacia nel r ifo r
mare l'im pe rfe ttis s im o sistema tr ib u ta r io d i a llo ra,
nel potenziare l'in d u s tria ed il commercio e nel fa r
progredire il Paese, ebbe, però, viva opposizione da
parte di co lo ro che vedevano in lui solo un oppres
sore della libe rtà , a così caro prezzo conquistata, e
non tenevano presente il grave com p ito che egli si
era proposto in quel d iffic ile pe riodo della v ita eco
nomica italiana.
Prestiti, banche e circolazione monetaria
« Lo Stato non ha che due sole fo n ti, cui a ttin
gere: l'im pos ta che ra ffigu ra i mezzi del presente,
ed il c re d ito , che a ltro non è che lo sconto , ossia
l ’anticipazione dei mezzi d e lla v v e n ire ». Vi ha « d e l
l'ingiustizia c o n tro i p resen ti ad im p o rre esclusiva-
mente il dispendio di ope re , di cui è rise rva to il
vantaggio maggiore agli avven ire ... ». « N u lla di più
naturale che l ’ invocare, pe r un 'ope ra di permanente
u tilità , il concorso di q u e lli che sono destina ti a rac
coglierne il van tagg io» .
Il p re s tito pubb lico al p rin c ip io de ll'800 ha una
funzione sto rica im po rtan tissim a specialmente nella
formazione dei nuovi S ta ti, ne ll'evo luzione deg li Stati
da assoluti a co s titu z ion a li.
Un esempio ci è da to dagli Stati U n iti, i qua li,
nella lo ro gue rra d i indipendenza, al g rid o d i: « no
taxation w ith o u t rep resen ta tion ». soggiacquero ad
onerose imposte pe r libe ra rs i del de b ito c o n tra tto .
«S i possono — dice il Montesquieu, non pen
sando che alla m ig lio re vo lon tà d i un popo lo , il
quale consente l ’ imposta pe r mezzo dei suoi manda
ta ri — levare t r ib u t i p iù f o r ti in p ropo rz ione della
libe rtà de i sudd iti » (18).
Il fenomeno del ricorso ai debiti nazionali, come
conseguenza delle condizioni che si erano venute
formando nei va ri S tati, prese uno sviluppo vera
mente p rod ig ioso e si accompagnò a ll'aum en to con
tin u o de lle spese nel tem po , come fu rile va to dal
Flora. In pa rte il Cavour seguì la po litica dei va ri
Stati Eu rope i, in quanto anch'egli rico rse ai p re s titi:
ma d 'a ltra pa rte non superò c e rti lim iti, rico rrendo
in pari tem po alle imposte.
I
p re s titi ebbe ro importanza notevo le pe r il Pie
monte, e fu s o p ra ttu tto m e rito del Cavour l'ave r
destina to questa en tra ta s trao rd ina ria alla creazione
di quelle ope re pubbliche tan to necessarie alla vita
economica del Paese ed aila continuazione de lle guerre
di indipendenza.
T ra i lavo ri pubb lic i di maggiore rilie v o in quello
s to rico pe riodo debbono essere senza dubb io ric o r
date le fe rro v ie , de lla cui importanza il Cavou r ebbe
sin da a llo ra una chiara visione, avendo egli conside
ra to il problema fe rro v ia rio ta n to so tto il pun to di
vista p o litic o quan to so tto l'aspe tto econom ico. È
no to in fa tti che le fe rro v ie c o n trib u iro n o non poco
alla formazione d
ato Italiano, dando la possi
b ilità ai v a ri ce n tri isolati di partecipare ad una vita
po litica intensa, a divulga re le idee dei p rom o to ri
della un ità italiana ed a creare ta n ti focolai di p a trio t
tism o . D 'a ltra pa rte , il Cavour ben prevedeva la fun
zione, che av rebbe ro poi avuto le fe rro v ie come fon te
di benessere e di ricchezza per la Nazione, la quale
pe r p rim a le avesse sviluppate sistematicamente favo
rendo il comm e rcio internazionale.
Scriveva il C on te di Cavour nella recensione della
im p o rta n te opera del Conte P e titti sulle fe rro v ie
(« Revue N ouve lle », fascicolo del p rim o maggio
del '46): « L 'in fluence des chemins de fe r s’étendra
su r to u t l'u n iv e rs . Dans les pays arrivés à un haut
degré de c iv ilisa tio n , ils im p rim e ro n t à l'in d u s trie
un immense essor: leurs résultats économiques se ront
dès le dé bu t magnifiques, e t ils accé lé re ron t le mou-
vemen t p rog ressif de la société. Mais les effets mo-
raux qu i do iven t en résu lte r plus grands encore à
nos yeux que leurs effets matériels, se ron t su rto u t
remarquables chez les Nations qu i, dans la marche
ascentionnelle des peuples modernes, sont demeurées
attardées.
« Pour elles les chemins de fe r se ron t plus qu 'un
moyen de s’e n ric h ir, ils se ron t une arme puissante,
à l'a ide de laquelle elles pa rv iend ron t à triom p h e r des
forces re ta rda trices qu i les re tiennen t dans un é ta t
funeste d ’enfance indus trie lle e t p o litiq u e » (19).
Ne l 1851. M in is tro de lle Finanze. Cavou r si tro v ò
di fro n te ad un b ilancio de llo Stato Sabaudo in disa
vanzo d i pochi m ilio n i, perchè nella pa rte a ttiva
erano ca lcola ti i p ro d o tti d i due p re s titi antecedenti,
d i cui uno realizzato solo in pa rte, l ’a ltro pe r nulla.
In o ltre il Teso ro si trovava alla dipendenza assoluta
de lla casa Ro thsch ild .
Egli pure vide che la situazione finanziaria non
poteva migliorare durevolmente se non emancipan
dosi dai Rothschild. Conseguì questo scopo col nego
ziare un prestito con la casa Hambro di Londra,
che riuscì felicemente a concludere, valendosi a tal