I MATTONI CARPOLOGICI PIEMONTESI
periodo di cultura ha determinato nel cardo varia
zioni sopratutto nella nervatura mediana o princi
pale delle foglie che si
è
fatta carnosa, mentre le foglie
perdettero le spine; e nel carciofo le variazioni si
sono localizzate nel capitolo fiorale che si è fatto
carnoso (fondo del carciofo) e nella base delle brattee
o scaglie dell’involucro che si sono inspessite e fatte
carnosette.
Il carciofo poi ritorna facilmente al tipo di cardo
selvatico, come osservò il nostro Moris
(Flora Sardoa,
II, pag. 61), per
atavismo
in individui venuti da seme,
0 per
degenerazione
in piante vegetate in cattive con
dizioni di suolo.
Le molte razze di cardo differiscono tra di loro
sia per la divisione delle foglie, sia per la presenza o
la mancanza o il numero più o meno grande di spine,
per la mole, ecc.
Le razze di cardi erano già assai numerose presso
1 Romani che ritenevano particolarmente pregiate
quelle che venivano di Spagna e delle quali parla
Varrone. Plinio si occupa di queste culture e ne docu
menta l’importanza
(Hist. Nat.,
XIX).
Per lungo tempo il carciofo rappresentò un legume
' di lusso; e come era ritenuto afrodisiaco, fu nel XVI se
colo ricercato nella Corte di Maria de’ Medici, di
voluttuosa memoria, che era ghiottissima dei
fonds
d'artichauts.
Innumere sono anche le razze dei carciofi.
La figurazione delle foglie dei cardi pare abbia
eccitato in modo speciale l’attenzione dei modellatori,
che li rappresentarono sotto forme diverse in una
quantità di mattoni che si incontrano, si può dire
ovunque, come ornamenti di bifore, di portali, ecc.
Magnifici esemplari artisticamente notevoli per la
movimentazione del fogliame si ammirano a Cari-
gnano, a Chieri, Avigliana, Albano Vercellese (Castello
Gattinara), ecc.
CUCURBITA W O L . mt w ta M n •Zucca •PMm .: CAm .
Frequenti in Piemonte e in Lombardia (Como,
Varese) sono i mattoni modellati che rozzamente ri
producono i grandi fiori maschili della comune zucca,
visti sia di profilo (v. fìg.), sia anche dalla fauce
corallina aperta campanulata, quinquefida, dai lobi
ricurvi.
Che tali si debbano giudicare queste rappresenta
zioni floreali, lo consigliano:
Fif. 2.
1° Le
dimensioni del fìoic.
2° La forma della corolla quinquelobata, striata,
campanulata, accompagnata dai sepali brevi lesini-
formi
(v.
fìg.).
3° Il caule ondulato, quasi sdraiato, angoloso
(v.
fìg.), munito di punte che ricordano i peli
ruvidi (per abbondanza di deposito calcare), eviden
tissimi (alcuni misurano da 3 a 7 mill.).
4° Il bottone che occupa il centro dei fiori ma
schili aperti,corrisponde al sinandrio(17)dellezucche,
ossia al corpo delle 5 antere riunite.
5° La forma delle foglie rappresentate dai mo
dellatori varia dal tipo che volgarmente si osserva
nelle zucche coltivate. Ma quando si ponga mente
alle diversità che pure presentano sia nelle dimensioni
e nella forma le foglie giovani che accompagnano il
fiore, e si pensi alla esiguitàdello spazioa disposizione
dell’artista (perchè la superficie utile dd mattone
era quasi tutta impegnata dai fiorì), anche questa
identificazione risulta razionale.
Si potrebbe anche ammettere (per riguardo alle
foglie), che i mattoni fossero destinati invece che »
rappresentare quelle delta zucca, quelle dei rìtrioti
(Cucumis satìvus L.) e quelle del popone (Cucumà
Melo L.), di cui si coltivavano numerose varietà.
Di proposito ho voluto scendere nel mio esame a
questi particolari per illustrare meglio il miopensiero
e per Cr vedere che una certo preoccupazione di
riDrodurre i modelli dal vero fosse Dure in
quatti
ara;
&ÌNE3A