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UNA LOTTERIA MISSIONARIA A TORINO NEL 1858

In seguito monsignor Massaia incaricherà l’attivo

e dotto missionario savoiardo. P. Leone Des Avan-

chers. di fornire al governo di Torino le notizie

sull’Abissinia e sull’Africa orientale, che potevano

interessarlo, e il P. Leone si manterrà in attiva

corrispondenza col can. Ortalda, col cav. Cristoforo

Negri ed anche col conte Cesare Balbo.

« Non sarebbe credibile, scrisse un giornalista

radicale, che dodici anni prima dell’apertura del

canale di Suez, nel 1857, ancor quando il compi­

mento della grandiosa opera destinata a creare una

vera rivoluzione nella geografìa e nella navigazione

(1) Il conte Solaro della Margarita aveva detto al Re Carlo

Alberto essere « una vergogna, che negli Stati del Re di Sardegna

si vietasse un'Opera, benedetta e approvata dal Sommo Pontefice e

applaudita dal mondo intero ». Memorandum, p. 504.

(2) Colomiatti E., Mons. Luigi dei Marchesi Franzoni, Arcivescovo

di Torino (1832-1862) e lo Stato Sardo nei rapporti colla Chiesa. Torino,

Tip. Derossi. 1902. p. 68.

(3) Cfr. Ortalda E., /missionari italiani al Senatodel Regno. Torino,

Tip. Marietti. 1864, p. 68. Per tutto ciò che si riferisce aU'origine

ed alla organizzazione della Lotteria cfr. il foglio ebdomadario

L'Esposizione, che il can. G. Ortalda cominciò a pubblicare il 15 di­

cembre 1857. e di cui tratteremo fra poco.

(4) I missionari italiani, ecc., p. 82. nota. Nel suo testamento il

marchese Gustavo di Cavour legò 2000 lire alle missioni. Con giusto

orgoglio per lo zelo missionario del suo Piemonte il can. Ortalda

rilevava che mentre nel primo decennio della sua attività l'Opera

della Propagazione della Fede riusciva a mettere insieme, in Italia,

poco più di un migliaio di lire, raccolte quasi esclusivamente negli

Stati Sardi, nel secondo decennio raccoglieva lire 652.181,39 negli

era ancora messo in dubbio, il piccolo Piemonte

avesse già sognato la conquista fatale, se documenti

irrefragabili non lo provassero » (6). Lasciamo da

parte « la conquista fatale »: certo è che, negli anni

di cui abbiamo parlato, il piccolo Piemonte era gover­

nato e amministrato da uomini, i quali avevano una

grande fede nell'avvenire del Piemonte e di tutta

l’Italia: fede che non ebbero i governi di corta vista

venuti di poi, i quali non seppero che seguire quella

così detta politica di casa, che per tanti anni fecero

durare il danno e la vergogna nel più glorioso paese

del mondo.

FIMO GRIBAUDI

Stati Sardi e lire 616.452,57 nelle altre provincie italiane. Nel terzo

decennio (1854-1863) l'obolo dell'Italia fu di lire 5.483,655, di cui

2.206.383 spettano alle province degli Stati Sardi.

(5) Cfr. Monti A., Il conte Luigi Torelli (I8IO-I887). Milano,

1931. p. 133: Manfredi S., Luigi Torelli e il Canale di Suez. Sondrio.

1930, p. Il e sgg.; Torelli L., Dell'avvenire del commercio europeo.

Firenze, 1854, Voi. 3°, p. 243-270.

(6) Su Cristoforo Negri (la sua nobile figura di studioso e di

patriota non fu ancora degnamente illustrata) cfr. Dalla Vedova G., I

recenti lutti della Società Geografica Italiana, in « Memorie della

Soc. Geogr. Italiana». Voi. Vili, 1906, p. 57 e sgg.

Le lettere del cav. Negri, di mons. Massaia, del Conte di

Cavour ecc.. circa il progetto di un trattato di amicizia e di

commercio con l'Abissinia. sono in parte pubblicate in Atti Par­

lamentari, XVI Legislatura, IV Sezione. Camera dei Deputati (n. XV

Documenti). Documenti diplomatici presentati al Parlamento

italiano dal Presidente del Consiglio ad interni degli Affari Esteri

(Crespi). Etiopia. Seduta del 17dicembre 1889. Roma 1890, pp. 3-23.