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NUM. 1.

Venerdì

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Gazzella del Popolo

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' Par U I'

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U (franco) .

TOKINO 16 GIUGNO

Vicenza è caduta io potere del nemico! Ma.

di vera ciuà italiana, dopo d'avere furiosamente

combattuto. Ceste, ma oppressa da 50,000 te­

deschi e solamente ad onorevoli patti. Il gene­

rale Durando, il 0 'Azeglio fecero prodigi di

valore. D Airglio ami è tento. I morti per

l>lrte nastra sommano a 600, per parte degli

austriaci a 5000, cantino vittoria se possono!

Cantino pure, già dietro le spalle loro rispondo

il cannone dell armala piemontese.

Purché Padova che

b

legala a Vicenza colla

strada ferrata non abbia a soffrire la stessa

furie.

Ma la medesima strada che porterebbe colà

le orde tedesche vi porterebbe pur dietro colla

celerilà del lampo le nostra schiera.

Guerra tul maro.

IL giorni

31

maggio il Beroldo, il Tr.poli, il

Malfatano sono stali destinati con diverse go­

lette e cannoniere veneziane a bombardare il

piccol forte di Caorle situato a 16 miglia da

Venezia, dove avevano riparato parecchiecenti­

naia di Croati Però, causa l'agitazione del Mare,

non vi si potè fare gran frotta.

La flotta austriaca si trova pi» che mai

bloccata dalla nostra nel porto di Trieste.

Noi sospiriamo di cuore il momento

10

cui

una nave governata dai nostri bravi marinai

di Genova s’aliaccbt ad nna naie tedesca, la

da essere una cosa da ridere.

10

Giugno— Sappiamo che la bloccata

Trieste è in subbuglio ; alcune piccole navi te­

desche cariche di Munizioni furono già callu-

Tatt* le Mirre •

pt»*hi i*ranm dittili

allaTipojnfla

•ditrlra franchi di

pano, altrimaatl »jrjouo ribalti!

• eonudtrju

come noa »*»»ooU

rate dalle nostre. L'affare

000

va male Tanto

più che ai nostri legai ritoroarouo

Jinalment•

a ruminisi i legai napoletani.

PARLAMENTO NAZIONALE

Camera dei Deputali.

Dai Deputali si contiuua sempre domandando

con sommo calore al Ministero che armi li

nazione, che provveda attivamente a fornire l i

Guardia Nazionale degli schioppi di cui quiet i

è tuttora mancante in moltissimi paoM Piii.

si domanda la celere at tivazinue <!• fabbriche

d’armi.... ed i Deputati hanno ragione.

I Ministri rispondono sempre che provve­

deranno.

Ci pensino perchè può darsi il momento in

cui tutta la Nazione levandosi in massa loio

chiedesse anni per correre alla tua difesa

Considerino

1

Ministri che grate mallemn:»

peserebbe sul loro capo se in quel momento

al popolo cho pronto chieJeste partire per

combattere, il Tedesco mancassero ano» I

CAME&A DEI PARI

Dicesi (noa entriamo mallevadori fi staili

dicerie) che «• famoso astronomo , membro

della Camera de’ Pari, contemplando dalla

vicina specola i snoi colleghi, »bbu esclamato :

Corpo duna cometa ! nanna UclU • •**»

latticine!

GIOBERTI E CICIRUACCIUO

Il di 5 corrente Gioberti fn a visitai»

1

gelo Brunetti, detto Ciciiuacchio, nell* prtfna

casa.

"'À-’iSa

Il prim o numero della **Gazzetta dal Popolo »

naie ne dà notizia, ma anziché perdersi iti parole

di tristezza conclude: « I morti per parte nostra

sommano a 500. per parte degli austriaci a 5000.

cantino vittoria «e p o tu to ! Cantino pure, già dietro

le spalle loro risponde il cannone dd l'A rm a ta pie­

montese ». Un certificato di nascita che suona come

una sferzata.

Nel numero del 23 l'iujino, il giornale riaffermava

il suo carattere ammonendo che <«il primo interesse

di un popolo è quello della sua nazionalità ». K

quando il Parlamento si riunirà e gli uomini inve­

stiti del mandato appariranno troppo piccoli per

intendere i grandi eventi della storia, la « Gazzetta

del Popolo» urlerà il

m io

disgusto: « I

{M is te ri

non

potranno credere che le discussioni del nostro P a r­

lamento fossero contemporanee alla guerra di Lom­

bardia! ».

(rovernolo!

\ "li

animi spasmodicamente

tesi

verso

la speranza giunge la notizia della vittoria. Il po­

polo esulta. La «Gazzetta del Popolo» scrive:

« A li! Soli pur Itelii questi giorni per le anime ve­

ramente italiane! Un tal nome

è

pur glorioso! La

Croce bianca di Savoia innestata ai tre colori italici

è

il simbolo della nostra Patria redenta: portarla

vittoriosamente sul campo in faccia al nemico è la

maggior gloria per un italiano vivente».

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