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torna a descrivere falliate spesso delicate, che ancor

•empre appartengono alla buona arte: e via conti­

nuando. \ «>llaii mostra di a\er raggiunto una cousi-

•lenza assai solida. sopratutto quanto alla conce­

zione. die tende ad assodarsi

m i

motiv i non dispersi,

ed esalta tutto un lavoro con i suoi Minatori di

('.ofine. Balla, ancora attratto da una certa verbosità,

fa però riconoscere la sempre buona conoscenza

della pittura autentica, in Autocaffè ed in altri;

mentre altre firme notissime appaiono a confermare

il lavoro silenzioso degli studi, tenuto su toni qual­

che volta ottimi, come nel caso di Spazzapan, che

rinforza ogni volta di più la serietà degli intenti e

l'originalità dell'arte sua, e pure senza distaccarsi

dalla maniera a volte un po' funambolesca, che tanto

aveva impressionato al tempo del suo arrivo nella

repubblica dell'arte, è ora teso verso una realiz­

zazione sempre più corposa e sana della fantasia,

(lose che si sanno: egli ha, non soltanto per feno­

meno di cultura, uu po' dello spirilo dei giappo­

nesi, che qualche volta si manifesta perfino uel

m io

strizzar d'occhi obliqui, in una lieve ironia che

si sensibilizza nelle linee essenziali del quadro dove

la ritroviamo intera. Ma a parte la

Contadina

pie­

montese. il bozzetto dei Pagliacci, dove l'armonia

della composizione è perfettamente matura, in

('incannino il funainltolo raggiunge un'espre.-siune

estremamente vi\a. nello sviluppo delle linee che

tendono a conservare alla figura in riposo la ten­

sione laterale di equilibrio che lo accompagna negli

esercizi: mentre ancora uno sguardo al vi.»o, con la

bocca contorta, mostra tutto un mondo, per la sco­

perta del quale occorreva molta profondità. Con

questo egli è completamente fuori da ogni esercizio

piacevole o superficiale, ma dà la misura della ri-

flessione ispirata e vissuta.

Ma ecco il grati campo di battaglia dei pittori pie­

montesi: il paesaggio. E qui. se non ci si salvasse

spesso attraverso la ripetizione dei motivi essen­

ziali. che ritroviamo presso troppi degli espositori,

moltissimo si dovrebbe dire, per dare un'idea com­

pleta di quello che deve il paesaggio significare per

noi. Come annotazione generale, si deve tener conto

di certa tendenza a riprendere il motivo della com­

posizione nel paesaggio, e spesso quelle piccole fi*

{iure di uomini o donne allo .«tato di natura non

sono perfettamente giustificate nel complesso, ma

fanno pensare a zeppe o intarsi in spazi vuoti.

Ksiste anche in questo una diversa misura di sen-

-ibilità : molti amano le marine; ma a parte due

buoni pezzi di Paulucci. in molti altri non abbiamo

riconosciuto il mare. Valinotti ha un poco abban­

donato il suo antico paesaggio, nel quale aveva

detto qualche cosa abbastanza importante, ed ora

appare spesso un po' diluito e stanco, (damerò,

del quale avevamo visto nella precedente mostra

anche qualche mosaico, ha ripreso, ed anche assai

bene, il paesaggio, conforme alle sue possibilità e

tendenze. Tribaudino ha ormai raggiunto una for­

ma abbastanza decise, che solo qualche volta si

sperde in qualche tratto, ma riprende con molta

Spaxupan - Giovannino II funambolo