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RASSEGNA IH POLITICA ESTERA

T E M P O D ’ A T T E S A

Dopo «rii accordi di Monaco sembrava che l'atmo­

sfera «Iella politica internazionale dovesse schiarirsi.

In effetto, se prima del 2H settembre era nera, ora

è

grigia. ma chiara non è. Troppi problemi riman­

gono insoluti, e non si può dire

se

la loro soluzione

sarà prossima e incontrastata. In (lina continua la

guerra. La questione ebraica ha raffreddato i rap­

porti anglo-tedeschi e fatto torbidi quelli tedesco-

americani. La questione coloniale tedesca non è an­

cora stata presa ufficialmente in esame. Continua la

guerra in Spagna, e non sono ancora .'tati ricono­

sciuti i diritti di belligeranza al generale Franco. Sul

conflitto spagnolo s'innesta il dissidio franco-italiano

inaspritosi per Fincomposta reazione francese alla

esposizione che la nostra stampa viene fermamente

facendo delle rivendicazioni italiane su territori oc­

cupali dalla Francia.

Queste rivendicazioni non sono nè improvvise, nè

assurde, uè intempestive. Frano da lungo tempo nel

sentimento del popolo italiano, e (Hitevano rima­

nere in silenzio fino a «piando la lunga e paziente

nostra cortesia verso la vicina «Poltre Alpi n«m fosse

s«>praffatla dalla sua |

h

»Iiti«*a di aperta avversione,

«‘he ha una origine antica, ed ha a\uto appena qual­

che attenuazione durante la guerra mondiale. Anzi,

dopo Versailles è diventata anche più astiosa, acri-

moniosa. insidiosa. davanti ai progressi inarrestabili

dell'l tal ia fascista.

Nella questione spagnola la posizione assunta dalla

Francia non risponde tanto a simpatie ideologiche

come al preciso disegno di combattere l'Italia, che

sostiene il generale Franco per op|H»rsi allo stabi­

limento di una succursale Ixdsceviea nel Mediter­

raneo.

Di frotile a «piesta persistente ostilità cessa ogni mo­

tivo di riguardo che possa farci astenere dal parlar

chiaro, e dire esplicitamente alla Francia che ab­

biamo con essa dei conti da regolare, e che non

intendiamo rimandarli a scadenza indefinita. Questi

('onti si chiamano Corsica in Europa, Tunisi. Suez,

Cihuti in Africa. La Francia è piena d'indignazione

che l'Italia parli così chian»; ma ci si do\rà abi­

tuare. In fondo ha sempre speculato sulla nostra

remissività: sarà salutare anche per lei che si di­

singanni.

L'Italia ha intanto denunziato gli accordi del 1935.

e la Francia ne ha preso atto. Non si può preve­

dere «piale sarà il seguito diplomatico dell'attuale

campagna di stampa : la questuine delle nostre ri­

vendicazioni troverà forse una impostazione dopo

l'incontro dei ministri inglesi col Duce, malgrado

il passo francese a Londra con cui Chamherlain è

stato esortato ad astenersi dal trattarne nei colloqui

romani.

È evidente che Chamherlain nei suoi tentativi di

condurre a compimento l'opera di pace clic ha in­

trapresa non può trascurare una zona così impor­

tante dei rapporti internazionali. D'altra parte la

missione di Chamherlain. già di per sè stessa diffi­

cile, si è complicata per vari av\eminenti dopo il

convegno di Monaco. È vero che abbiamo avuto al­

lora e poco dopo la dichiarazione comune anglo­

tedesca e franco-tedesca: ma i raparti franco-ita­

liani sono tornati ad essere tesi, con l'aggravante

dell'irrigidimento francese su una posizione di in­

transigenza : e si è accentuato nei paesi anglo-sassoni

un senso di ostilità contro l'espansione commerciale

tedesca, in cui si vogliono riscontrare velleità di

guerra economi«*a. Assai difficili sono diventate le

relazioni tra Stati Filiti e Germania, per motivi di

rivalità commerciale sui mercati dell'America La­

tina, e per attacchi della stampa e di personalità

responsabili al Governo del Reich. attacchi mossi da

sobillazione ebraica. Risogna vedere fino a che

punto l'Inghilterra, in simili circostanze, può giun­

gere a intendersi con la Germania, anche facendo

astrazione dal problema coloniale.

È difficile infine che una sistemazione in Europa

possa avvenire senza una rontem|H»ranea sistema­

zione in Estremo Oriente, dove il Giappone sembra

manifestare idee concilianti, anche se, come è da

attendersi, non può essere disposto a chiudere la

campagna senza essersi assicurato in Cina una posi­

zione pre|H»nderante, «*he invece inglesi e americani

n«m vogliono ancora rassegnarsi a riconoscere.

Inghilterra e America hanno fatto aperture di cre­

dito alla Cina di Ciang-Kai-Scek, che sono un inco­

raggiamenti» a resistere ad «»gni costo. Ciò non farà

altro che prolungare la guerra, e a determinare il

Giappone a crescere sempre più le sue pretese, salvo

il caso di una impossibile rivincita cinese, o di un

logoramento giapponese per lo meno improbabile

data la mirabile tenacia di quel popolo. Ma il Giap­

pone è legato all'Italia e alla Germania dal patto

anticomintern, e questo non può mancare di avere

riflessi su un eventuale regolamento del conflitto,

nel senso che il Giappone s«»tto certi aspetti non

potrà essere isolato dai su«»i associati europei.

Tempo d'attesa, dunque. Per i mercati delle ma­

terie prime, il cui andamento esprime, in proposito,

l'iqiinione degli uomini d'affari, per qualche setti­

mana è stato tempo «l'attesa pessimista. Ma il pessi­

mismo a lungo andare si stanca. E malgrado tutto,

si assiste ora, in questo campo, ad una rinascita di

fiducia.

KRNARDOGIOVINALE