

valorizzazione ilei comprensorio agricolo che ha
una superficie complessiva «li
8.000
ettari compren-
denti 31 poderi già costituiti e
2
.) ili corso di co
struzione: per l'irrigazione sono stali costruiti un
canale principale di
1.000
metri di lunghezza, uno
secondario di
10
.
000
. ed un terzo di 25.000 metri,
oltre una vasca di raccolta e deposito capace di tre
mila metri culti.
Ha poi luo^o la consegua del gagliardetto con l'ap
pello fascista ed il saluto al Ite ed al Duce.
Si inizia quindi l'operazione di trebbiatura; il tra
monti» infuocato africano che dà una tonalità «piasi
rossastra alla terra, il vento che agita le bandiere,
il suono argentino della campana del (rioda. il
ritmo dello scappamento del motore che aziona la
trebbiatrice, dànno il senso della disciplina armo
niosa del nostro popolo rurale. Le massaie sono
ritte sulla macchina ed immettono i covoni nell'im
boccatura: ben presto i sacelli cominciano ad em
pirsi di biondi chicchi. K il primo grano del Cioda!
Il Sovrano si avvicina ancora più. interessandosi
«lei funzionamento della macchina; uno dei coloni
prende a piene mani dal primo sacco il seme bene
detti) dalle fatiche dell'uomo e lo porge con sem
plice e deferente atto augurale al Ke: la mano del
Sovrano e la mano del contadino piemontese si in
contrano per un istante compiendo un gesto di si
gnificazione profonda. Tutto è tripudio e commo
zione intorno a noi. Il Ke annuncia che trascorrerà
la notte sostando in un attendamento al Cioda per
dimostrare la sua benevolenza verso i forti coloniz
zatori piemontesi; risale in macchina salutando la
folla acclamante che inneggia a Lui iu dialetto pie
montese con le frasi ingenue e piene di fervore che
soli
proprie dei nostri rurali.
Appena calata la notte, i fuochi vengono accesi
tutto intorno, mentre miriadi di lampade policrome
rivelano le sagome dei tralicci, i pozzi e le sonde.
Le Camicie Nere del (rioda improvvisano di nuovo
una grande manifestazione in onore di S. M. il Ke
che. col suo seguito, si è ritirato ncU'attendamento.
Rientrando a Tripoli il nostro pensiero si rivolgeva
al Duce, creatore di questa nuova politica coloniale;
il 28 ottobre prossimo, per Suo volere, 1800 fam i
glie di coloni giungeranno in Tripoiitania per pren
dere in consegna la casa, la terra, gli attrezzi che
daranno loro un sicuro avvenire. Lo scatolone di
sabbia trascurato, meglio, abbandonato dai Governi
demoliberali, si è trasformato per volere dei i a-
scisino in una terra promessa! Consigliamo ai delusi
che ancora effettuano viaggi turistici all'estero di
visitare questa nostra colonia: avranno molto da
imparare!
ANGELO CAVALLI