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l'N BRAVO PITTORE F.l) ARCHEOLOGO DELL’OTTOCENTO

ERNESTO BERTEA

P A O L O T O S E L

Fra le personalità subalpine degne di essere ricor­

date tiene un posto preminente quella dell’avvocato

Cav. Uff. Ernesto Bertea che amava la terra natia,

da lui onorata con la vita e con le opere, di un sin­

cero e profondo amore.

Ernesto Bertea (nato a Pinerolo il 2 agosto 1836

ed ivi morto il 2 novembre 1904), si laureò in legge

il 15 luglio 1857, ma dotato dalla Provvidenza di

un'anima squisitamente geniale di artista, più che

coltivare il diritto e interpretare i codici, si dedicò

alla pittura ed ai prediletti studi archeologici. Nel

1890 venne nominato membro del comitato del Mu­

seo Civico di Torino e nel 1892 ispettore dei monu­

menti e scavi. Nel 1895 i suoi concittadini lo elessero

consigliere comunale di Pinerolo e fu due volte as­

sessore, prendendo viva parte ai lavori della civica

amministrazione; quanti lo conobbero lo ricordano

come cittadino integerrimo e uomo profondamente

buono. Della città ove vide la luce ebbe a scrivere:

«... La nostra Pinerolo, a noi si cara e gradito sog­

giorno per la dolcezza del suo clima, per la sua amena

posizione e fertilità del suolo, vanta un passato sto­

rico che l’avvolge in un’aureola poetica che la rende

interessante non solo a noi italiani, ma particolar­

mente ai forestieri... ». Era altresi autorevole mem­

bro della Società di Archeologia e Belle Arti; nel

1880 e nel 1884 venne incaricato deH’ordinamento

della sezione d’arte contemporanea e nel 1898 della

sezione d’arte sacra all’Esposizione di Torino.

• • •

Ernesto Bertea fu un sapiente cultore di indagini

storiche e grazie a lui tesori artistici non andarono

perduti ma vennero rivelati e valorizzati. Di questo

suo culto per le antiche vestigia diede prove lumi­

nose provvedendo a salvaguardare quant’era ancora

possibile di storici monumenti. Legò il suo nome

ai restauri della pinerolese Cattedrale di S. Donato

e per suo suggerimento quel mecenate-artista por­

toghese che fu Alfredo D’Andrade il quale amava

chiamarsi « architetto e pittore, lusitano di nascita

ed italiano di core », acquistò il cinquecentesco Pa­

lazzo del Senato e lo donò al Comune perchè lo con­

servasse quale testimonianza dell'arte medioevale in

Piemonte. Purtroppo però questo monumento nazio-

E m etto B crtei (in a a ritra tto dal p itto re G ilardi).

naie attualmente minaccia rovina ed urgono provve­

dimenti per salvare il salvabile.

Nel 1899 convinse l'amministrazione comunale di

Pinerolo a ricercare i resti dei Principi d’Acaia gia­

centi dispersi nell’orto delle Suore Giuseppine (in

cui era ubicata la più bella chiesa pinerolese, quella

di San Francesco, che venne demolita verso il 1806),

resti che furogo poi tumulati nella vicina chiesa di

San Maurizio. L’avvenimento è ricordato da due

grandi lapidi, murate l’una in Via Principi d’Acaia

e l’altra nell'interno del tempio; però nè l’una nè

l’altra recano il nome del promotore della meritoria

iniziativa.

Ma Ernesto Bertea, che si occupò anche di deco­

razione di ceramiche ed eseguì pregevoli acqueforti,

fu inoltre e soprattutto un valente pittore e nei con­

vegni artistici, nelle accademie e nelle giurie il suo

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