

EFFEMERIDI
PIEMONTESI
di DAVIDE GIOVANNI CRAVERO
G E N N A I O
1 GENNAIO. — Il mese di gennaio (in latino
Januarius) era dagli antichi romani dedicato a Giano
il Dio Bifronte, nume che essi onoravano con feste
quanto mai animate, spesso degeneranti in orgie. —
Ciò spiega come per reazione coll’awento del Cri
stianesimo, venisse prescritto il digiuno e come poi
la Chiesa santificasse il primo giorno dell’anno nella
solennità della Circoncis one.
In quasi ogni famiglia, però, perdura a tutt'oggi
la tradizione alquanto paganeggiante di celebrare il
Capodanno col dedicarsi lautamente ai piaceri della
mensa. Parimenti dal pagano culto della divinità
romana Strena, in onore di cui venivano offerti regali
trasse origine l’usanza delle strenne anch’essa viva
pure oggigiorno («Dì dia strena »).
Di pessimo augur o è a Capodanno incontrare co
me prima persona una donna od uno zoppo, ovvero
un suonatore di piva, o un arrot’no ambulante o un
venditore di coperchi da pentole. Scongiuro effica-
ciss mo: sputare per terra violentemente.
Cade il 1 gennaio la ricorrenza di San Guglielmo I
che fondò l'Abbazia di San Benigno di Fruttuaria.
Nel 1849 viene insediato nella carica di Sindaco di
Torino il Barone Francesco Luigi Demargheta in se
guito alle elez oni del 7 novembre 1848. Tali elezioni
erano state indette per effetto della legge emanata il
7 ottobre 1848, legge che segna una tappa di capiale
importanza nella storia amm nistrativa del nostro Co
mune, infatti con essa veniva sostituito il vecchio
Corpo Decurionale con un Consiglio elettivo ed un
Sindaco di nomina Regia.
2 GENNAIO. — In moltissimi luoghi del Pie
monte i contadini celebrano San Defendente, milite
della legione tebea, martirizzato presso Casale nel IV
secolo.
Nel 1849 viene nominato a Torino in seno al Con
siglio comunale il Consiglio Delegato, progenitore
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della odierna Giunta Municipale, istituita con la legge
del 23 marzo 1865.
3 GENNAIO. — Nella notte dell'Epifania o « dì
d’ji tre Re * le giovinette avevano cura di mettere
una giarrettiera sotto il cuscino < per sognare il pros-
s'mo futuro fidanzato »! Giunto il mattino, i fornai
davano inizio al tradizionale giro presso i propri
clienti cui recavano ih omaggio la non meno tradi
zionale focaccia. Ragione questa per cui il giorno del-
l’Epifania andò pure noto sotto il nome in verità poco
mistico di « dì dia fògassa ».
Non però in tutti i paesi del Piemonte l’Epifania
viene celebrata il
6
gennaio: a Vagna, infatti, nella
Val Bognanco (Verbania) la si celebra addirittura a
metà luglio! Di tale notevole ritardo va ricerca» la
causa nella lodevole preoccupazione degli ottimi mon
tanari che il Divino Fanciullo non abbia a soffrire
dei rigori invernali!
« L’Epifania » dice il proverbio « mena le feste
via », però « ’l Carlevè tute le feste tóma a mnè ».
Quindi, bando alla tristezza:
«
Cerea bela fia
Cerea bel garssón
Cb’a stagó an degna
Cha beivó del vin bón!
».
Il
6
gennaio 1819 nasce in quel di Cuneo Gio
vanni Toselli il quale con la commedia «
Cicbina ’d
Moncalè
» creò il teatro dialettale piemontese.
10 GENNAIO. — Il 10 gennaio 1859 Re Vitto
rio Emanuele II pronuncia a Palazzo Madama le
famose parole: — « Non siamo insensibili al grido
di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di
noi! ».
11 GENNAIO. — Nel 1066 muore San Benedetto
Seniore. — Fu il secoodo abate dell’Abbazia di San