

Michele alla Chiusa, la quale ne ospita le spoglie, e
fu lui ad ottenere che tale monastero dipendesse di
rettamente dal Pontefice anziché da una giurisdizione
vescovile.
Nel 1821 scoppiano a Torino moti studenteschi:
gli allievi dell*Ateneo compaiono al teatro D’An-
gennes col berretto rosso in capo.
Nel 1849 il Consglio Delegato delibera che venga
conservato il nome di Città a Torino, e che venga
mutata con una corona turrita da vecchia corona co
mitale sovrastante Io stemma civico la quale indicava
la dignità nobiliare della « Ulustriss ma Città di To-
r no, Contessa di Grugliasco e Signora di Beinasco ».
12
GENNAIO. — Muore nel 1091 San Bene
detto Juniore: nipote del secondo abate di San Mi
chele: successe a lui in tale carica facendo del mona
stero un oasi di carità.
Nasce nel 1561 al Castello di Rivoli, da Emanuele
Filiberto « Testa di Ferro » e da Margherita di Valois
Carlo Emanuele I « il Grande » Duca di Savoia.
15
GENNAIO. — Nel 1866 muore a Torino,
alle ore 5 antimeridiane, di affezione polmonare nel
Palazzo dell'Accademia Albertina, Massimo d’Aze-
gl.o « il Cavaliere d’Italia ».
17 GENNAIO. — Festa di Sant’Antonio. — Le
giornate cominciano ormai ad allungarsi sensibil
mente, come c'insegna il proverbio: — « A sant’An
toni, n ora bòna ».
È questo il giorno della « benedissión die bestie »:
sino all'epoca napoleonica a Tor no essa aveva luogo
presso la demolita chiesa di S. Antonio Abate in con
trada di Po, e veniva officiata dai Canonici del Capi
tolo Metropolitano, ognuno dei quali, a causa del
gran freddo riceveva in omagg o dai frati di quella
Chiesa un paio di guanti. In seguito la caratteristica
cerimonia si svolse presso la Chiesa deH’Annunziata.
Nel 1749 nasce in Asti da Antonio Alfieri, « uomo
purissimo di costumi » e da Monica Maillard de Tour-
non il principe dei nostri poeti tragici Vittorio Alfieri.
18 GENNAIO. — 11 18 gennaio, 1859 viene fir
mato a Torino tra il Regno di Sardegna e l’impero
francese un tratato d’alleanza militare, prelud o alla
seconda guerra d’indipendenza contro l’impero d'Au
stria.
19 GENNAIO. — Nel 1864 si spegne a Torino
una grande benefattrice: la Marchesa Giulia Falletti
di Barolo, protettrice di Silvio Pellico.
20 GENNAIO. — Nel giorno di San Sebastiano,
ci sembra già sentire nell'aria come un presagio di
primavera, perciò tra i torinesi si usa dire: — « San
Sebastian vióléta an man ».
22
GENNAIO. — Si celebra in questo giorno la
festa di San Gaudenzio il pio vescovo di Novara che
le storie ci dicono dotato di virtù profet che. Indo
mito soldato di Cristo, combattè l’arianesimo col
l’azione e colle armi dell'eloquenza che maneggiava
mirabilmente. E proprio mentre sul pulpito predi
cava ai suoi fedeli la morte lo colse.
25 GENNAIO. — L’anno 1736 nasce a Torino
nella via che oggi porta il suo nome, dal « tesoriere
dell’artiglieria» Giuseppe Luigi Lagrange-Toumier
e da Maria Teres Groc ~ ';^ogenito di undici figl»,
l’insigne matematico G useppe Ludovico Lagrange.
29 GENNAIO. — Il 29, il 30 ed il 31 gennaio
sono i giorni dell’anno in cui il gelo incrudelisce più
aspro ed intenso. Il popolo li chiama i giorni della
« Merla » dal nome, come vorrebbe la leggenda, della
giovane e sventurata sposa di Merlo, morta per il
repentino sprofondare della superfiee ghiacciata del
Po, gelato per il freddo straordinario proprio mentre
ella si era accinta ad attraversarlo a piedi in com
pagnia del consorte. La leggenda, ahimè, non ci in
forma nè sulla località del Pavese in cui questo lagri-
mevole fatto sarebbe accaduto, nè sull’epoca.
31 GENNAIO. — Il 31 gennaio si celebra nella
zona di Novara la festa di San Giulio, vescovo d’Orta,
intrepido propagatore della Fede, morto nell’isoletta
che da lui prese nome e che egli avrebbe liberato dagli
immondi serpenti e dai draghi che lo infestavano
(scc. IV d. G ); poiché nessun barcaiolo ardiva pilotarlo
laggiù, il Santo distese sull’acqua il proprio manto a
gu sa di zattera, e giunto in prossimità dell’isola remi
gando col bastone, benedisse i mostri che si tuffarono
per non più riemergere nei gorghi del Lago. La sug
gestiva tradizione fu cantata da Giovanni Prati.
Il
31 gennaio 1854 muore a Torino nel Palazzo
dei Marchesi di Barolo, che lo ospitavano dal 1838,
Silvio Pellico.
Nel 1888 muore pure a Torino San Giovanni
Boogoi
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