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L ' ANTICO CAFFÈ DEL CAMBIO
A N N A P A C C H I O N I
Nell’anno 1711 fu scritta una nota di spese con
relativo ordine di pagamento indirizzata a Luigi Pey-
roti proprietario del caffè chiamato «Cambio».
Li nota che si conserva nell’archivio di Torino si
riferisce alle bibite alla frutta e ai dolciumi — orzate
portugalli bergamotta sorbetti bisquit — consumati
da Sua Altezza il Principe Amedeo durante il car
nevale, ed è la prima notizia dell’antico caffè del
« Cambio ».
I documenti di archivio somigliano ai cimeli arche
ologici per i quali le congetture dello scopritore
oltrepassano con fantastica e logica conseguenza la
semplice e scarna indicazione. L'indicazione di un
nome, di una condizione, di un luogo assumono così
per l'indagatore di archivio un s ngificato vivo e pro
fondo.
La nota del 1711 non è per il caffè del « Cambio »
un documento di capitale importanza come un atto di
nascita o una pietra miliare, è semplicemente la testi
monianza di una vita consueta.
La nota informa infatti che nel 1711 nella attuale
piazza Carignano in un’area adiacente il teatro e pro
spiciente il Palazzo di Emanuele Filiberto da poco
costruito esisteva un caffè chiamato del « Cambio ».
Ma le congetture che si possono trarre da queste
scarne casuali e tardive notizie portano sia pure nel
limite di una deduttiva possibilità, a conclusioni di
notevole importanza.
Se nel 1711 il caffè ave\a già una organizzazione
stabile e complessa si presume che la sua origine
coincida con quella dei più antichi caffè italiani che
si aprirono per la prima volta a Torino e a Venez;a
intorno alla metà del secolo XVII.
Se nel 1711 il caffè era già chiamato del « Cambio »
e se tuttora conserva questo nome è probabile che
non ne abbia mai avuti altri. E il nome « Cambio »
si ricollega certamente alla vicina posta della diligenza
che partendo da Parigi faceva capo a Torino e alla
Torino - Piazza e Palazzo Carignano.
conseguente operazione del cambio della moneta forse
effettuata dai viaggiatori nei locali del caffè.
Se infine nel 1711 durante il carnevale, dal caffè
del « Cambio » S. A. il Principe Luigi Amedeo
faceva prelevare consumazioni di esotica rarità, signi
fica che la vita del caffè era in quell’anno alimentata
non soltanto dalla animazione transitoria dei viag
giatori che giungevano in diligenza dalla Francia,
ma dalla consuetudine dei frequentatori locali che
durante i convegni intellettuali e mondani si aggira
vano nell'ambito più ristretto e più familiare della
città e della piazza.
La seconda notizia del caffè del « Cambio » è una
citazione di G acomo Casanova che vi passò nel
l’anno 1759.
La citazione di Giacomo Casanova ha oltrepassato
il lim>te discreto della nota di archivio per la quale
le congetture anche audaci si contengono sempre
in un ipotetico riserbo.
La breve frase di Casanova relativa al conte di
Saint Gilles « Je l'avais connu au cafè du Change »
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