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c riecheggiata in molti libri ili memorie torinesi. Ma

è più difficile ricostruire la vita del caffè da quella

breve frase noncurante che dalla precisa e scarna

nota di spese.

Casanova poteva aver conosciuto il Conte di Saint

Gilles casualmente effettuando il cambio della moneta

appena sceso dalla diligenza e poteva essersi intrat­

tenuto con lui in lunghe e ab tuali conversazioni.

Il catte del «Cambio» poteva essere nel l “59

tanto un luogo di passaggio frequentato da viaggia­

tori e da affaristi quanto un luogo di ritrovo frequen­

tato da clienti abituali.

Più probabilmente era un luogo di passaggio poiché

lo stesso Casanova cercava gli incontri con la società

elegante lontano da piazza Carignano nei pressi della

Cittadella, e dopo più di mezzo secolo nel ISIS Paro­

letti definisce piazza Carignano »... le rendez vous

des gens d'affaires a cause d un cate tres achalandè

ou etait autrefois la bourse des negociants».

Ciò non significa che il caffè in quegli anni fosse-

decaduto, era intatti « tres achalandè » ma la consue­

tudine del cambio della moneta aveva forse finito

per trasformarlo in una borsa e in un convegno di

affaristi nel quale naturalmente prevalevano i fre­

quentatori di passaggio.

La terza notizia del caffè del «Cambio» si rite

risei a una trasformazione e a un appliamento dei

locali.

Nell’anno lSiA su disegno del Pamzza si costruì,

ricavandolo dal portico antistante, un salone.

Prima di quell anno il caffè consisteva ancora n

due stanze con il soffitto a volta basso affumicato dai

« quinquèts » a petrolio.

Mei iSiCt si accesero nel salone per la prima volta

le luei a gas.

La innovazione c la trasformazone architettonica

coincidono probabilmente con l’inizio della gestione

del ristorante, accanto al caia le coesistette per alcuni

anni il vecchio calte r nnovato c ripulito.

Lamio !Sif> segna tanto per il catte quanto per

il ristorante una fase nuova. Dopo il IS

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i frecjuen-

tatori appartengono alla borghesia o alla nobiltà

democratica elei nuovo ambiente romantico per il

quale l'eleganza d (fondendosi in larghi strati non

c pili fastosa e si compiace con ingenuo stupore delle

prime invenzioni e dell'inizio eli una ancora incon­

sueta familiari!.! sociale.

Per lunghi anni consecutivi Camillo eli Cavour

consuma i pasti sempre allo stesso tavolo di front»•

al palazzo .lei Parlamento con quell.; persistente con­

suetudine ottocentesca piemontese nella quale- l'animo

non si adagia, ma si approfondisce.

La contessa 1) Agoni clic frequenta il catte insieme

con

Massimo 1) Azeglio si compiace non soltanto

della spaziosita elei locale, ma della familiarità clic-

accomuna i nobili c i borghesi, gli uomini di stato c

il principe.

Dopo la trasformazione de Il'anno IS

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il ristorante-

dei «Cambio» ha poco mutato aspetto.

Il salone nel quale il tardivo stile restaurazione

si appesantisce e si colora di una pii calda cordia­

lità provinciale e rimasto quasi inalterato con le

grandi finestre che si aprono sulla piazza in corri­

spondenza elei precedenti ardii .li portico, coi divani

di velluto rosso ricorrenti lungo la parete eli tondo

con i tavolini di marmo bianco. Soltanto le sopra­

porte e i sopra specchi in vetro dipinto raffiguranti

le quattro stagioni e coppie di putti furono inseriti

più tardi verso la tinc del secolo.

La pr ma stanza ove era l’antico caffè conserva

intatti la pianta, il vano e il rivestimento di specchi.

I proprietàri hanno ingrandito il nuovo ristorante

nei locali del piano superiore.

Ma la maggior parte elei frequentatori che appar­

tengono ancora alla tradizionale nobiltà p emontese

preteriscono fermarsi al piano terreno ove la fisio­

nomia dell antico ristorante ottocentesco nel quale la

contessa D ’Agoul e i suoi amici avevano respirato

« una tranquilla atmosfera di liberta e -li vera egua­

glianza » e rimasta inalterata.

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