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Nella sola giornata del 12 giugno, nonostante la

protezione dei parapetti e l’inefficace azione della

artiglieria francese, i nostri lamentarono la perdita di

2109 uomini cosicché, nonostante le contrastanti

versioni, possiamo affermare che quelle nemiche su­

perarono largamente il doppio.

Innumerevoli furono gli atti d’eroismo e quindi

impossibile enumerarli, mi limiterò a ricordare

i fanti di Lombardia, Gaudenzio Russo e Mar­

tino Siletto, entrambi decorati sul campo, il grana­

tiere Michele Rissio, i sergenti Chiodo e Capet d'arti­

glieria che meritarono la medaglia d'oro, il sergente

Solinas del reggimento di Sardegna ed il caporale

Arnaud di Lombardia che ebbero quella d'argento.

Taccio sul valore dimostrato dagli ufficiali, che come

sempre furono d’esempio ai loro soldati, ma gli uni

e gli altri erano nvlitari ed il lottare e morire era

per essi un dovere, ma che dire di quelle due giovani

donne i cui corpi, crivellati di colpi, furono scoperti

sotto spoglie maschili fra un mucchio di cadaveri

senza che la storia ne tramandasse il nome?

Il comandante deH’armata delle Alpi, generale

Kellerman, accorso sul posto, dovette riconoscere che

contro le munitissime posizioni piemontesi cera ben

poco da fare, ed infarti solo coll’avanzata francese del

1795 in vai Tanaro e la d retta minaccia su Limone

i soldati piemontesi furono poi costretti a sgomberare

queste posizioni.

Chiuderò questa rievocazione riportando in calce

la scheletrica relazione sul fatto d’armi rimessa al Re.

Evidentemente questi nostri antenati erano più por­

tati ai fatti che alle parole.

Relazione del fatto d'armi

seguito nei contorni dell'Authion e Raus presso Saorgio

nel 1793.

Attese le infallibili nuove speditesi con corriere

straordinario dal quartier generale di S.A.R. il duca

di Chablais al Fontan presso Saorgio, risulta che i

francesi, in numero di

10.000

si avanzarono div si in

quattro colonne, ed attaccarono con molto impeto

da quattro parti li posti dell’Authion e Raus, dove

furono dappertutto con altrettanta intrepidezza dalle

nostre truppe, sotto gli ordini dei sgnori generali

barone Colli e barone Dellera, vigorosamente resp nti

e battuti a segno di doversi, dopo otto ore e più di

ostinato combattimento, rit rare e darsi a precipitosa

fuga con perdite molto considerevoli. Non solo sono

degni dei più grandi elogi

nominati generali

Colli e Dellera, ma ancora tutta la truppa s a austriaca

che piemontese; sì gli uffiz ali, che i soldati di tutti i

corpi che si trovavano alla difesa di detti posti attac-

cat;, i quali si sono portati e distinti con magg or

coraggio e buona volontà per resistere agli sforzi del

nemico, e scacciarlo intieramente, come vi hanno

gloriosamente riuscito.

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