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Nel libro «Alle Forte d'Italia » Edmondo De

Atnicis descrive pittorescamente le fortifica/ioni di

Fenestrelle: « ... Ma già di lontano avevamo visto uno

dei più straordinari edilizi elle possa aver mai imma­

ginato un pittore di paesani fantastici: una sorta ili

gradinata titanica, ionie una cascata enorme ili mu­

raglia a scaglioni, che dalla lima d’un monte alto

quasi duemila metri vieti giù liti nella valle, pre­

sentando il eontorno d uno ili ciuci grandi ocelli di

mano: l'immagine di un vastissimo chiostro me­

dioevale, d’un tempio smisurato di Cheope, d'una im­

mane reggia babilonese: che so io? un ammasso

gigantesco e triste di costruzioni, che offre non so che

aspetto misto ili sacro e ili barbarico, come una necro­

poli guerresca o una roaa mostruosa, innalzata per

arrestare un'invasione ili popoli, o per contener col

terrore milioni di rilx-Ili. Una cosa strana, grande,

bella davvero. Era la fortezza di Fenestrelle... ».

E più avanti Io stesso romantico scrittore ricorda

la sfibrante ascesa dell'interminabile gradinata colle­

gante i vari forti. « ...

1

. aspetto singolare del luogo li

attirava: la Ime fuxa, il colore delle pareti e delle

volte, la solitudine, la triste va, mi richiamavano alla

mente IEscuriale. A ogni pianerottolo, soffermandoli

a pigliar respiro, vedevamo da una parte una scatola

interminabile che ii si sprofondava sotto i piedi, per­

dendosi nel buio, e dalla parte opposta un'altra scala

senza fine di cui la volta nascondeva la sommità, alla

quale pareva che non si potesse arrivare che striscian­

do. E sali, e sali. Agli scalini rettangolari succedono

gli scalini inclinati, alle brani he a scala, le branche-

piane. poi ricominciano gli scalini, poi tornano da

i.ipo gli anditi lisci che salgono dolcemente, con gli

scalini appena segnati da liste di pietra... pareva ihe

la siala s'impietosisse, gli scalini si schiacciavano, si

saliva per qualche minuto cristianamente; ma poi, a

una giravolta, ricominciava una sialinata da patibolo,

che ci romjxva le articolazioni delle cosce.... E come

era tutto ingegnosamente combinato per fare del­

l'ascensione un supplizio! Avremmo voluto riposarci

un pcxo, di tempo in tempo; na le feritoie erano così

fitte, che in qualunque punto ci soffermassimo, subito

ii veniva addosso uno spiffero, una frecciata di vento

autunnale, che ci mormorava all'orecchio: Che cosa

desidera.' Una flussione ai denti? Un reuma alle reni?

Una polmonite.' Un’auidcnte.' e ci spingeva su, come

un aguzzino... ».

Fenettrelle da levante (m.

1150

).

Il concentrico di Fenestrelle è attraversato dalla

strada napoleonica, l'attuale statale n. 23 del Colle

di Sestriere, che recentemente è stata deviata poco,

prima dell’abitato, sulla sinistra della valle per evitare

la strozzatura fra le vecchie case addossate le une alle­

aitre.

Le pendici circostanti si ammantano di foreste di

resinose e di praterie; vi abbondano la profumata la­

vanda ed altre erbe aromatiche che vengono diligen­

temente raccolte per essere distillate e trasformate in

essenze e liquori.

La chiesa parrocchiale (dedicata a S. Luigi re ili

Francia) venne costruita nel 1686 per ordine di

Luigi XIV'. Oltreché patria di più generazioni di saldi

alpini che formarono ripetutamente l’omonimo batta­

glione del 3 reggimento di « Penne nere », Fene­

strelle ha anche dato i natali al prof. Ettore Stampini,

l'illustre latinista ed epigrafista che fu Magnifico Ret­

tore dell Università di Torino. Oltre ad essere una

notevole stazione climatica estiva quest'importante

*

V