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C W K I E D EL V ECCH IO P IEM ON T E

LA BATTAGLIA DELL’AUTHION

( f i - / 2 g i u g n o 1 7 7 3 )

di GIORGIO ROVERE

Vittorio Amedeo ili ligio alle tradizioni del pas­

sato, colpito nei suoi più intimi e nobili sentimenti

della decapitazione del re di Francia, e pur anche da

una gentile principessa nostra, Maria Teresa Luisa di

Savoia sposa al principe di Lamballe, non aveva

saputo, o meglio potuto, raccogliere la mano amica,

più o meno sincera, che gli offriva la rivoluzionaria

vicina e, col rifiuto a ricevere il Semoville da lei

inviato in Piemonte, aveva fornito il pretesto alla

guerra che il 15 settembre improvvisamente divampò

sulle Alpi.

L'imprevvidenza e lo sconcerto che nelle truppe

piemontesi causò il passaggio delle frontiere furono

la causa in primo tempo della perdita della Savoia e

del Nizzardo, ma ben presto la pur sempre costante

fermezza delle truppe e specialmente sulle Alpi Marit­

time l’opera sagace ed energica dei generali Thaon

di Revel eSaint. Andrea, valsero a consolidare la situa­

zione sulla cresta delle Alpi ed impedire una ulteriore

avanzata francese. Anzi contro le truppe che occupa­

vano una linea che si stendeva dal colle Brouis in

valle Bevera per la posizione di Pietracava sino al

Belvedere in vai Vesubia, agì offensivamente il di

Revel facendosi validamente appoggiare nella sua

azione dalle compagnie di milizia, e costringendo i

francesi a ripiegare su Sospello e Levenzo; successiva­

mente però la rigidezza del clima e la opportunità di

evitare un eccessivo sparpagliamento, le nostre truppe

furono ritirate e consolidate sulla linea M. Authion-

col Brouis spingendosi sulla destra sino ad occupare

il colle di Raus, M. Ortighea, M. Ventraben, mentre

le milizie dislocate sul fronte in servizio di osserva­

zione e vigilanza occupavano le posizioni avanzare di

Terre Rosse, Testa Rugier, Cima di Tueis, Camp

Agent, Mantegas e Molinetto.

Ai primi di giugno del 1793 il generale francese

Brunet decise di riprendere l'offensiva ed a tale scopo

divise le sue truppe, ascendenti complessivamente a

18.000 uomini in tre corpi thè poi si suddividerò in

varie colonne.

Il I Corpo al comando del Dumerbion doveva, muo­

vendo da Sospello, assaltare il colledi Pertus, Aimères

e di Brouis. Il II Corpo al comando dello stesso Brunet

partendo da Pietracava e da S. Colombano doveva

attaccare prima le posizioni del Molinetto e del Beoler

e, impadronitosene, proseguire sui campi trincerati di

Milleforche e dell’Authion

Il III Corpo al comamu

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jerurier infine, dal

Belvedere, doveva assalire il colle di Raus e tagliare

la ritirata sul Piemonte agli austro-sard'.

Secondo tali direttive mossero all’attacco i francesi

all’alba dell

’8

giugno. Il I Corpo si trovò all’inizio

dell’attacco favorito dal fatto che il reggimento di

Vercelli che teneva le posizioni agli ordini del

col. Luigi d’Osasco, per ribellione alla disciplina, a

dire di alcuni troppo rigida da questi applicata, reagì

con scarsa energia all’attacco nemico nonostante che

gli ufficiali tentassero di incuorare i soldati alla lotta.

Caddero in tal modo quattro ufficiali e ne rimasero

feriti sette, compreso lo stesso d'Osasco, mentre altri

sei ufficiali, rimasti isolati, vennero catturati pri­

gionieri.

Il battaglione cacciatori, che col reggimento di Ver­

celli condivideva la difesa della posizione, ritiravasi

allora sul Beolet consentendo ai francesi di piazzare

i loro cannoni contro il Pertus difeso dal reggimento

Saluzzo, al comando del fratello dell’Osasco, il quale,

valorosissimo, seppe brillantemente dominare la situa­

zione facendovi una efficace resistenza, incurante

delle perdite che l’artiglieria francese causava nelle

sue fila.

Successivamente però, sopraggiunti ai francesi nuovi

rinforzi, dovette anche il reggimento Saluzzo ripie­

gare prima sul colle della Coguta e poi su Bregh’o

mentre la ritirata venne coperta dal ten. colonnello

Avogadro di Valdengo che vi trovava morte gloriosa.