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Pubblicità ed Affissioni

N O T A

D I

A T T U A L I T À

—— — — — di GUIDO GUIDI ■

Passata la bufera cartacea del periodo elettorale,

durante il quale la legge stessa consente che. in ma­

teria ili affissioni, si possano fare larghi strappi alle

disposizioni regolamentari, conviene forse fare in

tale materia un esame obiettivo della realtà.

Stabiliamo alcuni punti fìssi: per esempio: la

utilità, l'importanza e quindi le esigenze della pub

blicità; l'opportunità che. in determinati- circostan­

ze, si procella alla affissione di manifesti che pale

sano sentimenti di carattere generale o particolar­

mente notevoli. Per contro tutti saranno concordi

nell'affcrmarc che l'affissione di manifesti fatta sen­

za regole, da persone incompetenti e senza controlli

porta a un tale sconcio sui muri delle rase e quindi

all’aspetto delle strade cittadine che è perfettamente

inutile descrivere.

Lo stato in cui si sono ridotte le vie e le piazze

cittadine nei mesi di maggio e giugno era indescri­

vibile. quale non si era mai visto in passato e l’offesa

che ne ha ricevuto il senso estetico, il bisogno di pu­

lizia innato in ogni essere civile, è balzato palese alla

fine dei così detti comizi elettorali. Erano appena

finite le elezioni, anzi, non erano neppure ancora

terminate che (approfittando anche del vantaggio di

utilizzare l'abbondante pioggia del 7 e dell’8 giugno)

vi e dato alacremente inizio all’opera di ripulitura.

K’ stata una vera frenesia che ha pervaso la generalità

dei negozianti, dei portinai. dei proprietari di case,

dei commessi : tutti, coloro ai quali spettava e coloro

ai quali a rigore non sarebbe toccato, si sono messi a

raschiare a strappare, a lavare nel desiderio istintivo

di pulire, di liberare i muri da quella cartaccia. Mai

la città è stata così sporca nei suoi muri, mai si e ripu­

lita con tanta rapidità ila tal genere di lordura.

Oltre quindi, all’affermazione del bisogno di puli

zia che e insito in ogni cittadino, ce un’altra piccola

osservazione che è stato possibile fare in quei giorni;

ed e che in linea generale la popolazione è assai più

disciplinata di quanto non si creda.

Per esempio, è bastato che in un giorno di eviden­

te cattivo umore, il colonnello comandante la caserma

di Via Cernaia, urtato dalla variopinta tappezzeria

che male nascondeva le manrhrvolezze e la vetustà

dello intonaco dell'edifìcio, umiliasse a una corvée di

piantoni di far una pulizia generale, è bastato che con

largo impiego di secchi d’acqua, di pale, di raspe e di

ogni altro strumento più inadatto, i sullodati piantoni

facessero piazza pulita (molto male per la verità e

lasciando almeno tre o quattro brandelli di ogni ma­

nifesto) perchè gli attacchini di ogni colore ed istinto,

non si azzardassero ad appiccicare più nessun mani­

festo. neppure nei giorni di punta.

E ancora: in pieno centro, accanto all’edificio di

una banca completamente camuffato e mimetizzato

da quintali di carta colorata, facevano bella e anacro­

nistica mostra altri edifìci rimasti completamente

immuni da tale infezione, solo perchè avevano prov­

veduto a fissare sui muri la fatidica scritta ” Divieto

d’Affissione. Art. “>59 C. P.”

E c'è di più : un bel negozio di Via XX Settem­

bre. di recente rimesso a nuovo, dopo aver ripulito

le lastre marmoree dai primi manifesti, vi appiccicò

sopra un biglietto scritto a mano e con tanto di marca

da bollo: " Si avverte che tutti i manifesti che ver­

ranno appiccicati su questa parete, verranno imme­

diatamente rimossi ". E' bastato. Il rischio di fare un

lavoro inutile e sprecato, ha fatto desistere i galoppini

elettorali dal desiderio di utilizzare quel muro vera­

mente invitante.

3 )