

\ aumento nel Santuario venne murata una lapide
che reca la seguente epigrafe dettata ila Emanuele
Sella :
DALI.A CHIOSTRA DEI MONTI D’OROPA
GUGLIELMO MARCONI
DEDUSSE IL VATICINIO
DELLA SUA GRANDE SCOPERTA
POSSA LA TELEGRAFIA SENZA FILI
AUSPICE MARIA
PACIFICARE GLI UOMINI IN CRISTO
A noi. miseri mortali, rimane 1.» speranza, che
questa pacificazione, basata sulla giustizia e sulla re
ciproca comprensione, qual’è nelle aspirazioni delle
genti, divenga veramente effettiva e durevole.
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Oltre ad essere stata illustrata da artisti famosi, la
conca oropesa è stata descritta ed esaltata da scien
ziati. poeti e scrittori e tra i tanti da Giuseppe Gia-
cosa. Come ha ricordato Giuseppe Guerra nella mo
nografia dedicata a Biella ed al Biellese (■ Le Cento
Città d'Italia Illustrate -• - Ed. Sonzogno), l’autore
della -• Partita a scacchi - è stato un mericoloso ed
appassionato esaltatore di questa suggestiva località
della quale scrisse fra l’altro:
Aperto a meriggio verso la piana, i vapor, vi
• si ingolfano ancora caldi, s’abbattono sulle altissime
" pareti rocciose che lo cingono da tre lati, le aggi-
- rano e raffreddandosi di subito si condensano in
nuvole che essendo al riparo d’ogni vento rompono
sul luogo istesso in frequentissime pioggir. La con-
• ca d’Oropa è uno dei punti d’Europa dove è mag-
giore la media annuale della pioggia caduta. Meno
• elevata sarebbe inabitabile: l'altezza la protegge e
la fa saluberrima. Ma ogni giorno le nuvole ven-
• gono a lambire con umida carezza le sacre mura-
■glie e spesso si ammassano ai loro piedi r sembrano
<>sollevarle nelle regioni celesti. Nei mesi destate
•c quando sulla piana splende quella serenità impla-
■<cabile che pare eterna, ogni giorno uno spessore di
" nembi fascia per alcune ore la montagna dell’Oro-
'<pa a mezza costa e ne nasconde le cime. Chi vi sale
■<la prima volta crede che il monte finisca là dove si
■«allineano le nuvole e ne trae conforto alla fatica.
• Certo i boschi di castagni gli celano il santuario che
apparirà non appena superato il loro limite estre-
- mo. Ma già oltre i boschi la strada serpeggia fra
m
i pascoli e il santuario non appare; ed egli vede in
-« alto la strada perdersi nella notte nebbiosa e dalla
■<fìtta dei nembi uscire solo le frotte «lei tornanti.
• Prima di giungere all’altare della Madonna mira-
« colosa, dovrà tuffarsi in quel grigio cielo stagnante
'« e smarrire la vista delle cose vicine e separarsi dal
<■mondo ridente allegrato dal sole. A volte, quando
■già fatti i sensi al nuovo elemento e rinfrancato
.. dalla nuova freschezza, crede ancora lontana la
• mèta, un subitaneo sconvolgimento delle nubi, gli
- sfolgora un raggio di sole e gli rivela di scatto im-
» minente l’immenso edificio.
" In un lampo gli balenano ingigantiti dalla me-
• raviglia, palazzi, colonne, scalee, cancelli in visione
•<t >sì nitida e precisa da poterne raccogliere i più
minuti particolari. E in quello schiarimento di nu-
- bi i suoni prima soffocati echeggiano subitamente
<■e gli recano le voci umane, lo scampanare delle
mandrie, il rombo delle acque, i canti degli uc-
-<celli, poi in un tratto il gran velo si ridistende, e
«■la visione scompare e ristagnano i suoni ».
Le citazioni potrebbero agevolmente moltiplicar
si. a dimostrazione del cult») e deH’amminzione che
illustri e modesti tributano alla statua deliri Vergine
miracolosa ed alla ridente conca che la ospita da tanti
secoli: culto ed ammirazione che hanno particolare
estrinsecazione in occasione di pellegrinaggi e fun
zioni particolari a cui. come si è già accennato, pren
dono parte decine di migliaia di fedeli.
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