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( I M IBA

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BILUCEA ÌDII >Ti, M T J t ' I I S i K )

di G. O. SCAGLIONE

Et vedevo coloro, che per avventura edi­

ficavano in questi tempi, andare più pre

sto dietro a le pazzie dei moderni, che

dilettarsi de la verità delle opere lodatis-

s,mr

LEONBATTISTA ALBERTI

Un documento dell’aprile 1103 dice:

Aetum in

basilica S. Agnetis construtta infra eiintatem tauri­

ni, in porticu iste basilice.

La Basilica di S. Agnese dipendeva dalla Badia

di Rivalta, se ne ha memoria fin dal secolo XII.

Nel 1202 era parrocchia ed aveva due Rettori,

forse due fratelli. Ma non molto dopo si diè ad offi­

ciarla il Seminario perchè il monaco Rettore mai vi

risiedeva, nè spendeva un obolo per curarla e farla

servire, sicché nel 1588 venne unita alla Metro­

politana.

All’incontro del 1375 troviamo sei canonici della

Trinità, istituiti nel 1060 da Adelaide, vedova d’Od-

done conte dì Savoia e marchese in Italia, tutti Ret­

tori di chiese parrocchiali. Giovanni della Rovere,

Rettore di S. Gregorio; Biagio, Rettore di S. Silve­

stro; Leone, Rettore di S. Simone; Pietro, Rettore di

S. Pietro de Curte Ducis, e Tommaso. Curato di

S. Giovanni Battista del Duomo.

Nell’isola compresa, all'incirca, fra la piazza del­

le Erbe (Palazzo di Città), contrada dei Pasticcieri

(Berchet), IV Marzo (allora inesistente) e la contrada

dei Pellicciai (Conte Verde), nella strada del Gallo

in faccia all’aperta di quella delle Maschere, esisteva

la chiesa di S. Pietro de Curte Ducis, per cui era

detta : S. Pietro del Gallo.

In essa venne fondata nel 1577, da Giovanni Cana-

lisio. la Compagnia laica della SS. Trinità, la quale

per incompatibilità cogli officianti e per le necessità

di sviluppo della propria missione, dovette andar­

sene. Iniziate trattative colla Metropolitana, acquistò

la Basilica di S. Agnese coll’impegno di costruire una

chiesa più degna ed un capace Ospizio dei Pellegrini.

Lo studio del progetto e la cura della costruzione

vennero affidate al Confratello, capitano, ingegnere

cd architetto di Carlo Emanuele 1. Ascanio Vittozzi

da Orvieto, il quale nel 1606 terminava l ’Oratorio e

l’Ospizio; ed il 24 ottobre 1615 anche la sua carriera

terrena, e veniva ivi sepolto secondo il suo desiderio.

La cupola venne innalzata molto più tardi nel 1661.

L’altar maggiore è del 1702 su disegno del capitano

Carlo Morello. Nel 1718 su disegno dell’abate Filippo

luvarra venne iniziato il rivestimento intemo con

marmi preziosi provenienti in gran parte dalla Sici­

lia, lavoro che si protrasse fino al 1775.

La facciata neoclassica

(fig.

e

costruita

nel 1830 su progetto dell’architetto Angelo Marchini,

autore della prima casa con portici di via Garibaldi

fra corso Palestra e piazza Statuto. Ma la Confra­

ternita annoverava un altro famoso Confratello, oltre

al Vittozzi. il pittore fiammingo Giovanni Caracha.

il quale venuto al servizio del Duca Carlo Ema­

nuele I, oltre all’aver disegnata nel 1572 la più antica

pianta di Torino in dotazione all’Archivio Storico

del Comune, iscrittosi alla Compagnia volle, pare su

istanza della moglie Claudina. fare omaggio ai Con­

fratelli di una sua tavoletta con Madonnina da lui

stesso dipinta in Fiandra per sua devozione perso­

nale.

Pare che questa Madonnina, esposta alla venera

/.ione dei fedeli in S. Pietro del Gallo, in seguito ad

alcune grazie ottenute per sua intercessione, fosse te­

nuta dal

popolo

in molta considerazione.

Tantoché, quando i Confratelli lasciarono la chie­

sa non la poterono ritirare per la recisa opposizione

del Curato. Ne nacque una contesa talmente seria

per cui dovette intervenire l’Arcivescovo il quale fat­

tane eseguire una copia fedelissima e chiamati i con­

tendenti, fece estrarre a sorte i due quadri dal prin­

cipe Maurizio; futuro Priore della stessa Confrater

nita nel 1628.

L ’originale toccò alla Compagnia e nei febbraio

dd 1598 con solenne pompa fu recata ed allogata in

S. Agnese e venerata a tutt’oggi come Madonna dd

Popolo.

Divenuto in seguito il principe Maurizio Cardi­

nale. volle costruire ed ornarne b Cappella, ma Po-