

P I T T O R I D ' O t i U I
FRANCIA
-
I TAL I A
d i
A N G E L O
D R A G O N E
Alla sua terza edizione, sembra quasi un puntuale
convegno, questa mostra dei
Pittori
tfOggi:
Francia
Italia.
E la memoria ricorre all’autunno del 1951
quando, accogliendo l’idea del ^pittore Mario Becchis
un animoso comitato promotore (del quale fecero p a r
te fin dal primo momento l'aw . Bussa, presidente
dell'Ente Provinciale p e r il Turismo, il Dr. Gian
Carlo Camerana, il Dr. Cariuccio, l'ing. Chevalley.
presidente della Soc. Promotrice di Belle Arti, la
prof. M. Tettamanzi, Assessore comunale alle Belle
Arti, il Dr. V. Viale, Direttore dei Civici Musei e
gli industriali A. Fila ed A. Zegna) sotto la presidenza
della Signora Umberta Ajmone Marsan Nasi, fissò e
pose in atto, per la prima volta, i criteri e le modalità
di questa mostra, destinata a farsi occasione di cor
diale incontro tra alcuni artisti francesi ed altri ita
liani, qui invitati da una commissione franco-ital ana
— della quale hanno fatto parte George Besson, Jean
Cassou, Bavmond Cogniat, Charles Estienne. Bene
Huyghe, Benè Jullian. Jacques Lassaigne. e Jean Lev-
marie per la Francia e Francesco Arcangeli, Giulio
Carlo Argan. Luigi Cariuccio, Bodolfo Pallucchini e
Vittorio Viale per l’Italia (competente ciascuna parte*
per i propri connazionali) — che ogni anno li ha indi
cati tra i più rappresentativi degli appartenenti agli a t
tuali indirizzi pittorici.
Di tale continuità, d ie è anche segno di vitalità, il
merito va soprattutto agli organizzatori perchè, è inu
tile nasconderlo, il pubblico contemporaneo non è
mai stato — e tanto meno lo è oggi — in grado di
capire i suoi artisti.
Tuttavia, poiché in questo campo, nulla vai me
glio e più del vedere e del rivedere, non possiamo
che rallegrarci per questa nuova occasione offerta a
quanti intendano accostare queste opere con un sin
cero desiderio di giungere ad intenderle.
Sin dalle prime sale, la retrospettiva di J. Villon
segna un rinnovamento nella formula iniziale della
manifestazione. Mentre infatti nel *51 nessuno aveva
più di tre opere esposte,
già
l’anno scorso alcuni a r
tisti
erano presentì con
qua ttro ed anche cinque pez
zi.
Quest’anno
abbiamo appun to questa larga visione
dell’opera
di ViOon cui si
aggiungono altre
nove
per
sonali dedicate a Maestri quali Bissier, Casorati.
Kupka, Leger, Pougny, Puy e Gino Bossi: postuma,
come si sa. quella di quest’ultimo.
Con Villon, del quale si ricorderà ancora la bella
mostra alla Biennale di tre anni fa (e alcuni di quei
dipinti sono ora al Valentino) si è subito fuori di una
p ittura figurativa, anche se qualche <-osa ne rimane
in tele come
leu
(1919),
Le tampon noir
(1926) o in
quel ritratto di
Madame de Bernal
/ (1940) cosi sfac
cettato nell’interpretazione cubista.
Ma nelle sue opere più personali, a cominciare da
Soldats en marche
(1913) — che appartiene al perio
do cubista — sino alle più recenti, come
Le mois di’
Mai
(1952) e
Le clos normand au four à pain
(1953).
si sente il valore individn
sua esperienza,
forse perchè più che di soluzioni cubiste si dovrebbe
Gino Rotti
- L’educanda
(1914).