

dire, per lui. più generalmente. d ’un linguaggio thè
presupfione un intimi, senso di lla geometria.
Specialmente nell’opera che giunge a compiuta
maturità e d ie esprime quindi appieno il sentire del
suo autore, si palesa il significato ili quel ritmo, ora
serrato, ora ampio, nel quale confluiscono linee e co
lori: due momenti elementari ma inscindibili che d e
terminano i modi espressivi propri dell’artista.
Si direbbe che ViHon con alcune fasce di colore
tenda ad introdurre la tonalità sulla quale costruisce
poi, elemento per elemento, la sua oliera. Vano sa
rebbe però, il più delle volte, tentare di riconoscere,
oggettivamente quelli che i>otremmo dire i soggeti
di questi dipinti, ma se chi contempla saprà coglierne
gli elementi e debitamente connetterli, ricostruendo
all’indietro le cause sentimentali che li avranno d e
terminati. questi quadri — come avviene usualmente
con la musica (le cui armonie non è detto che deb
bano imitare qualche suono o farsi sempre ritmica
rappresentazione di immagini) — non mancheranno
di comunicare al suo spirito una emozione: quella
stessa, se avremo saputo veramente adeguarci (e pur
nella prospettiva personale) all'opera d ’arte, che con
dizionò nell'artista il momento creativo.
In una delle tele esposte, dalle basse tessiture di
tinte fredde o addirittura più scure, si può muovere
verso l’alto attraverso toni delicati rotti da vivide su-
jierfici gialle che si riflettono come una sciabolata di
luce su uno secch io . La trasparenza si fa quasi rare
fazione. in un dilatarsi delle irregolari superfici geo
metriche. sotto l'impressione del valore cromatico di
alcune zone pallide. E tutto sembra come accolto da
un contorno fluttuante e penetrante, in un predomi
nio di toni chiari.
Fonile colorate che sembra possano far riaffiorare
note sensazioni: un ascendere attraverso una tersa
atmosfera, aperta e ferma: matura come un mattino
limpido lontano dal rigido inverno, da marzo ven
toso. lontano dalle foschie autunnali, dai vapori del
l'estate torrida: un mattino limpido di maggio.
Non più gli albicocchi o i ciliegi fioriti, di tanta
pittura del secolo scorso; non più le processioni del
mese di Maria, con la narrativa delle lunghe teorie
di donne velate:
Le mois de Mai.
per ViUon. e per
noi. può essere questa armonia di colori scanditi in
geometriche, calcolate superfici.
A fatti di questo genere si vuol alludere quando si
|iarla di « linguaggio »; in un’epoca che è durata
più
o meno a lungo a seconda delle circostanze culturali,
t;li artisti usarow dire le proprie sensazioni attraverso
la riproduzione della natura e dei suoi oggetti;
ma
si
et mprende che non è detto che non ci si possa espri
mere per metafora o attraverso la convenzione di
altri
linguaggi.
Troppo spazio richiederebbe ora esaminare l’ori
gine e i modi di essere di queste correnti; mg non
mancherà l’occasione per farlo in seguito.
) ic q w Villoo - Le moti de M*i (1SS2).
Giueeppc 7
j
»
iì m
• Muratore cfce riposa (1963).