

I TRE DONI DI
AQUAE STATIELLAE
di G I G I O L E T T A
A 105 chilometri circa da Torino e a 140 da Mila
no. c'entro strategico di antiche strade consolari. « ca
strimi » e - municipium » romano, fortilizio medioo
vale e. oggi, incrocio di strade di grande comunica
zione da e |>er la Liguria, il Piemonte, la Lombar
dia e l’Emilia. Acqui ostenta la dovizia della sua
lussureggiante vegetazione, la piacevole coreografìa
delle sue colline tondeggianti — sormontate di torri
e di castelli feudali — che la circondano, ammantan
do di verzura l’urbanistica a ’it:ca, vecchia e moderna
di un sorto arboreo in tutto le gradazioni del verde
che si arrampica su, su fin dove il colle diventa mon
tagna e la vigna cede all’abete, e la crucciosa orogra
fìa ferrigna — da cui scesero a fondarla le genti Sta-
tielle — precipita ad immergersi nelle acque glauche
del Tirreno.
Sfrecciano nel dolcissimo tramonto dell avvampan
te giornata estiva le automobili di tutte le marche e
cilindrate, mostrando per le targhe nazionali ed estero
la loro p r o v e n ie n z a , mentre l'am po corso alberato
che. scavalcando il letto ghiaioso del Eormida, colle
ga il contro cittadino con la bianco-verde zona delle
Terme, rigurgita di una folla svariatissima per età e
condizione, n una promiscuità di lingue e di d aletti
da « ville d'eaux *> internazionale dove i curandi ».
gli ospiti, vengono a chiedere all’azione risanatrice
del fango e dell'acqua il lenimento ai guasti prodotti
dal tempo, dalle intemperanze, dalle ferite del!a
truerra e del lavoro. Sono. essi, la fedele popolazione
del Santuario di Esculapio. della jxirtentosa Mecca
alla quale affluiscono da secoli migliaia e migliaia di
artritici, di gottosi, di nevritici. di ischialgia che si la
sciano immergere stoicamente nella scottante miste-
storiosa materia nera che millenarie sorgenti ignee
incessantemente riforniscono di elementi salutiferi.
E quando, serena, brillantata di stelle, la notte av
volge di silenzio e di pace il creato e le lampade elet
triche illuminano le vie deserte e lo facciate mute dei
|>alazzi e degli alberghi, i « curandi » ri|x>sano
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attesa di un altro giorno, di un altro fango, di un altro
passo verso la guarigione.
Nelle carrozze ferroviarie, sui piroscafi, sugli auto
pullman di tutti i Paesi europei ed extra europei i
cartelli pubblicitari dall'originale disegno della sedia
zoppa assicurano in diverso luglio che « ... Acqui vi
rimetterà in piedi... »: Q u e s ti c a r t o n c i n i policromi
sono i discendenti di lontani marmorei antenati che
archeologi italiani e stranieri hanno tratto amorosa-
niente dal sottosuolo e che nella solenne ed armoniosa
lingua di Cicerone ricordavano al viandante di quei
tempi, che qui. lungo il corso torrentizio del fiume,
il borgo di Aquae offre per le sorgenti inesauste e
misteriose la salute e recavano incisa l’elencazione dei
mali che la benevolente natura debellava. Erano
molti: come ora. allora le carni unghiolate dalla gotta,
le ossa deformate dall’artrosi, i nervi percossi dalle fit
te lancinanti della neurite: e allora, come ora. l’azione
taumaturgica del fango bollente ridonava ai sofferenti
con la possibiltà di guarire, il desiderio di vivere.
Tra i frammenti tratti alla luce nelle zone termali
che i Consoli e i Prefetti di Roma misero in valore,
uno più degli altri espressivo eleva al competente Dio
una laude in riconoscenza della prodigiosa cura te r
male e della divina assistenza. Dice la lapide scal
c i a t a :
Praeses Phallus ahest: crnsil barbara dexira
sed laiet in calidis ipse
Ptiaj.usaquis
La traduzione della scanzonata segnalazione termo-
spirituale suoita press a poco così: « Manca a custo
dia. Fallo, strappato da mano crudele: però, sotto la
calda acqua siacela, vivente, Priapo stesso ». Il che
costituisce .sempre una cosetta confortante per tutti
gli uomini in tutti i tempi.
Il fango, è il primo dei tre doni che la Provvi
denza ha collocato nell'imo della ferace to n a mon
tonina per la salute del genere umano. Esso ebbe
sempre i suoi fedeli, i suoi cantori, i suoi sacerdoti.
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