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per il tratto del corso del fiume compreso nella parte

centrale della città.

L'area è caratterizzata, fin dall'antichità, dalla

localizzazione del ponte sul Po. Questo, la cui rico-

struzione quattrocentesca in muratura durò, con re-

stauri e parziali sostituzioni con impalcati in legno,

fino alla sostituzione con il ponte attuale, era collo-

cato a valle dell'attuale ponte e costituiva l'unico

ponte sul Po della città (e l'ultimo fino alla foce del

Po). Su entrambe le sponde si erano sviluppati fitti

insediamenti edilizi rivieraschi di formazione spon-

tanea: quelli nell'area interessata formavano il

«

Borgo del Moschino», che nel Settecento era stato

dotato di una chiesa parrocchiale. — S. Marco e

Leonardo — su progetto del Vittone. Con la domi-

nazione francese il progetto di ricostruzione del pon-

te fu approntato, con la larghezza di vedute urba-

nistiche. Il progetto di La Ramée Pertinchamp

(1808) prevedeva di integrare come muri d'ala al

ponte (fedelmente realizzato) lo sviluppo di quattro

murazzi di 45 m, seguiti da rampe con pendenze del

4% (per oltre 400 m di lunghezza), realizzati inte-

gralmente in pietra, connessi urbanisticamente alla

piazza d'imbocco del ponte e d'ingresso alla città.

La rinuncia a tale programma consigliò già nel 1813

un ridimensionamento del progetto, che fu peraltro

realizzato solo nell'epoca della Restaurazione ridu-

cendo i muri di risvolto a 30 m. e realizzando le

rampe con pendenze del 10% solo in sponda sini-

stra. L'urbanizzazione di piazza Vittorio, delineata

esecutivamente nel 1825, comportò la costruzione,

retrostante alle rampe, di due tratti simmetrici di

murazzi in pietra, su progetto di Carlo Mosca

(1830). Ad eccezione di dettagli (quali quelli com-

portati dall'allargamento e sopraelevazione della

sede stradale sul ponte e dall'asfaltatura delle ram-

pe) questa parte della sponda fluviale mantiene l'as-

setto della sistemazione ottocentesca, a parte la

modifica alla discesa delle rampe portata su tratti

banchinati anziché direttamente al livello delle ac-

que. La Diga Michelotti fu invece costruita nel 1816

in sostituzione della diga della Madonna del Pilone,

per alimentare i molini della Madonna del Pilone

attraverso il Canale Michelotti. Fu sopraelevata nel

corso del secolo scorso e nuovamente in occasione

all'Esposizione del 1911 per alzare il livello delle

acque in corrispondenza all'affaccio urbano e age-

volare la navigazione da diporto, alzando di circa

m 1,20 il livello delle acque su quello naturale e

alterando di conseguenza la leggibilità del trac-

ciato degli archi del ponte.

III.

QUALIFICAZIONE

Affaccio costruito della città sul fiume, presenta

un complesso di manufatti di valore storico-artistico

e si costituisce come insieme ambientale di primaria

importanza. Lo caratterizzano parimenti tutti i suoi

elementi costitutivi (il ponte con i suoi muri di ri-

svolto; i muri di sostegno delle rampe, i murazzi

retrostanti, la diga, la fronte palazzata degli isolati

di risvolto di Piazza Vittorio e dell'urbanizzazione

relativa).

Elemento deturpante è il « murale » dipinto sul

margine del murazzo a monte.

Area di classe 1.1 (di elevato valore ambien-

tale).

IV. CONNESSIONI

L'area si connette ambientalmente e funzional-

mente alle aree attigue

F27

e

F33,

nonché tramite

il ponte alle confrontanti

F28

e

F29

con rapporti

di

visuale reciproca e con la collina.

In particolare è di eccezionale importanza am-

bientale e storico-urbanistica la realizzazione del-

l'assialità trasversante il Po attraverso Via Po

Piazza Vittorio — ponte Gran Madre, innescata

dalla nuova localizazione del ponte determinata nel

progetto di La Ramée Pertinchamp e mantenuta nel-

le successive trasformazioni.

Area

fluviale

F33

fiume

Po

Quartieri interessati: Q1

Carta tecnica della Città di Torino 1/2000

tavole n. 49, 50

(cfr. anche schede

1/306, 1/307, 1/260

e relazione di

ambito 112)

I. DEFINIZIONE

Tratto della riva sinistra del Po in corrisponden-

za del « Borgo Nuovo » compresa tra il Ponte Um-

berto I, il sedime veicolare del Corso Cairoli, l'asse

di Via Giolitti, l'asse del fiume.

II. INDIVIDUAZIONE

E FORMAZIONE STORICA

Tratto di sponda del Po riplasmato per la mag-

gior parte dalla costruzione dei Murazzi e nel tratto

più a monte da opere di arginatura inerenti la costru-

zione del Ponte Umbe

rt

o I. La parte a monte è carat-

terizzata da sponda banchinata con scarpata erbosa e

alberata, tagliata da rampa veicolare di accesso al

successivo tratto di banchina, e sovrastata da viale

pedonale delimitato da due file di alberi e siepi. La

parte a valle è integralmente edificata, con larga

banchina in pietra e sedime asfaltato, su cui prospet-

ta la costruzione a fronte in pietra finestrato e scali-

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