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con più alloggi per piano, che dalla metà Ottocento

sino alla II Gerrra Mondiale, modificandosi sia a

livello distributivo (in relazione a nuovi standards

abitativi), sia a livello statico strutturale (in relazio-

ne alle nuove tecniche costruttive), sia a livello ar-

chitettonico (in relazione all'evoluzione del gusto)

rappresenta il più diffuso tipo edilizio ritrovabile

nella città.

Trattandosi di una evoluzione piuttosto graduale

di diverse caratteristiche (alcune delle quali persi-

stono immutate per decenni a fronte di altre di più

rapida trasformazione) nella definizione dei tipi si è

fatto riferimento a quelle caratteristiche medie di-

stintive corrispondenti a dei momenti che sono i più

rappresentativi e immediatamente individuabili nel-

l'evoluzione dell'edilizia pluripiano analizzata, te-

nendo anche conto della numerosità degli esemplari

che possono essere riconosciuti in base ai criteri ti-

pologici stabiliti.

Esemplificative della evoluzione nel tempo che

hanno subito diversi aspetti edilizi e della loro inter-

relazione reciproca sono le caratteristiche distributi-

ve, la cui trasformazione è legata (e permessa) anche

alla contemporanea comparsa di nuove soluzioni sta-

tico-strutturali (uso del cemento armato, ecc.).

Si parte da situazioni di metà Ottocento dove si

hanno edifici con scale aperte su cortile (e comuni-

canti di lato con l'androne carraio), accessi agli al-

loggi tramite pianerottoli sussidiati da ballatoi, am-

bienti interni «passanti» o con eventuale corridoio a

ridosso del muro di spina, servizi igienici sulle testa-

te dei balconi. A questi schemi corrispondono strut-

ture portanti verticali in muratura generalmente ba-

sate su tre allineamenti longitudinali (due di ambito

e uno di spina o di colmo), collegati da muri trasver-

sali di controventamento (con funzione anche di al-

loggiamento impiantistico).

Questa impostazione si trasforma e nei primi

anni del Novecento, negli edifici di notevole fronte,

sono usuali gli androncini pedonali di accesso alle

scale, la distribuzione interna agli alloggi è imposta-

ta su ingresso e corridoio di disimpegno alle camere,

i servizi igienici sono interni attestati sul vano scale

o con aerazione diretta; per le strutture statiche co-

mincia ad essere utilizzata la tecnica del cemento

armato, specialmente nei solai (le murature verticali

sono spesso ancora portanti e disposte secondo i

tradizionali tre allineamenti).

È verso gli anni Trenta del Novecento che com-

paiono diffusamente strutture portanti completamen-

te in cemento armato (pilastri, travi e solai) con

tamponamenti in muratura a cassa vuota e con solu-

zioni distributive articolate intorno all'ingresso e ai

corridoi-disimpegno (con suddivisione in zona gior-

no e zona notte), con camere di varie dimensioni in

funzione delle esigenze abitative, non più allineate o

disposte simmetricamente.

• Analogamente sarebbe possibile analizzare l'e-

voluzione differenziata di molti altri aspetti edilizi e

architettonici, comunque, da quanto esposto, si

ha conferma di come la classificazione tipologica

sia dipendente dal grado di selettività dei criteri

di individuazione adottati (che possono ampliare

o ridurre il numero di tipi riconosciuti), criteri

che sono stati scelti anche in relazione agli scopi

e alle utilizzazioni che tale classificazione dovrà

soddisfare.

4. CONSIDERAZIONI SULLA

LOCALIZZAZIONE E DIFFUSIONE NELLA

CITTÀ DEI TIPI EDILIZI

L'analisi della localizzazione e diffusione nella

città dei tipi edilizi individuati permette di avanzare

alcune ulteriori considerazioni ad integrazione di

quanto sinora esposto.

a) In primo luogo si ha la sostanziale confer-

ma della corrispondenza tra espansione urbana della

città, avvenuta per ampliamenti in certi anni e i tipi

edilizi ivi realizzati, con le poche eccezioni dovute

prevalentemente o a edifici preesistenti inglobati in

ampliamenti più recenti o all'edilizia di sostituzione

in zone di più antico insediamento.

b) Si notano inoltre tipi edilizi che sono loca-

lizzati quasi in tutti i quartieri della città (o comun-

que nella maggior parte di essi) spesso legati a fe-

nomeni di urbanizzazione che, in certi intervalli di

tempo, hanno interessato globalmente tutte le zone

di espansione; esemplificativo è il caso degli edifici

di gusto liberty o eclettico di inizio Novecento, che

si ritrovano, con caratteristiche di un certo decoro in

quartieri quali il Cit Turin, San Donato, Crocetta,

Vanchiglia, Millefonti, ma che sono presenti, maga-

ri con tipi semplificati, anche in molte altre zone di

Torino, quali Aurora, Rossini-Valdocco, Lucento,

Vanchiglietta, San Paolo.

Analogo discorso si può fare per i tipi edilizi

multipiano successivi (« case degli anni Venti del

Novecento >,, ecc.) .

c) Si notano dei tipi abbastanza singolari che

sono localizzati prevalentemente solo in determinati

quartieri e sono legati a particolari fenomeni di ur-

banizzazione avvenuti localmente: è il caso delle

« casette unifamiliari » dei primi decenni del Nove-

cento, che si ritrovano con frequenza, anche aggre-

gate in nuclei, nella zona nord-ovest della città,

Quartieri Pozzo Strada, Parella, Lucento, Madonna

di Campagna.

d) Si ritrovano tipi edilizi che funzionalmente

sono legati, oltre che alla residenza, a specifiche

attività svolte dagli utilizzatori, le quali hanno influi-

to sulle caratteristiche edilizie e in particolare sulla

localizzazione urbana degli edifici. È il caso delle

«case dei lavandai» , presenti quasi esclusivamente

nel Quartiere Barca-Bertolla, dislocate a formare

veri e propri sistemi insediativi lungo i rivi, le cui

acque erano necessarie allo svolgimento dell'attività

specifica.

e)

Esistono infine tipi che, distribuiti su tutta

la città, sono localizzati prevalentemente in situa-

zioni urbane particolari, ad esempio nell'intorno

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